Capitolo 5 ( REVISIONATO)

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La strada era trafficata, ma scorrevole, il navigatore segnava un'ora alla meta e noi eravamo davvero entusiasti io non vedevo l'ora di arrivare, la macchina senza tettuccio permetteva all'aria di insinuarsi nei miei capelli, scompigliandoli, ed era davvero una sensazione magnifica.
La protezione solare sembrava funzionare alla grande, siccome eravamo sotto al sole cocente di un pomeriggio estivo, e non ci stavamo incenerendo. Anche Harry e Louis sembravano apprezzare i caldi raggi del sole che penetravano nella palle, mi sentivo molto sicura al volante, e con questa nuova consapevolezza sfrecciai sulle strade e decisi di accendere la radio, che emetteva una musica scatenata mentre le voci che cantavano la canzone erano dolci e melodiose. Non conoscevo quella canzone, in realtà non ne conoscevo nessuna, ero abituata alle musiche celtiche, che erano le uniche, che quel testardo di mio padre mi permetteva di ascoltare.
Harry e Louis sembravano gradire siccome si muovevano come orsi con crisi epilettiche sui sedili posteriori. Il resto del viaggio, passò così, tra risate per le mosse dei miei cugini e le canzoni che passavano una dopo l'altra alla radio, che noi provammo a cantare, con scarsi, anzi scarsissimi risultati. Davanti a noi un insegna con su scritte quattro lettere "LACC " ovvero " Los Angeles city college" i miei occhi si illuminarono subito, accostai con la macchina nel primo parcheggio che trovai, mi slacciai la cintura, spensi la macchina e finalmente scesi. Invitai anche i miei cugini a scendere dall'auto. La chiusi con un semplice click sul telecomando ed entrai dentro all'immenso cortile del college, a destra e a sinistra a perdita d'occhio c'erano stabili, palazzine probabilmente usate per i corsi di questo enorme college. Leggendo le informazioni on-line avevo scoperto che due palazzine erano riservate ai dormitori, uno femminile ed uno maschile. Ma io avendo fatto la richiesta di un appartamento non sarò collocata qua, ma appena al di fuori del college nei loro appartamenti convenzionati. Davanti a me un piccolo stabile era al centro del campus e sopra aveva un cartello con scritto " segreteria studenti " richiamai i miei stupidissimi cugini che si erano incantati a guardare la magnifica architettura di questo posto e ci dirigemmo verso quello stabile. Suonai alla porta, come era riportato su un biglietto sulla porta, subito una signora sulla sessantina ci venne incontro e ci aprii la porta. Haz e Lou subito si misero a bisbigliare, il modo in cui lo facevano, non lo rendeva udibile da un orecchio umano, ma dal mio si, e quello che sentivo non mi piaceva per nulla, quindi diedi una gomitata nel costato ad Haz e gli dissi che si poteva scordare di succhiarsi la signora. La gentile signora si fece da parte per permetterci di entrare e subito senza perdere tempo mi chiese chi fossi, mi piaceva il suo tono professionale, si vedeva che era una donna che non voleva perdere tempo nei convenevoli, ma voleva solo sbrigare il suo lavoro. Risposi dicendole il mio nome e la gentile signora fece un giro completo sulla sua sedia girevole e ritornò davanti a me con una cartellina riportante sul dorso in bella grafia il mio nome: " miss Macy Morgan". La signora aprì la cartellina e lesse le richieste che erano state fatte, poi mi chiese i miei documenti, carta d'identità e patente per fotocopiarli, nel mentre mi diede un modulo con moltissime pagine da riempire con i miei dati personali. Feci come aveva chiesto la donna, lei con un sorriso mi restituii i miei documenti e mi comunicò che ero a posto, avevo consegnato già tutta la modulistica e le richieste per il corso erano state fatte on-line già qualche settimana fa, tirai un sospiro di sollievo, ero finalmente una matricola universitaria. Inoltre la signora mi consegnò con larghissimo anticipo la lista dei libri che mi sarebbero serviti per il mio corso e anche una scheda contenente il  materiale necessario. La donna poi rivolse la sua attenzione ad Harry e Louis chiese anche a loro come a me i documenti per le varie fotocopie, e richiese anche a loro di compilare un modulo con i dati personali. Siccome avevamo fatto la richiesta con largo anticipo, ed io ero immatricolata al campus, avevo diritto anche all'alloggio, e loro figurandosi come miei parenti potevano usufruire dello stesso servizio benchè non fossero immatricolati. Sbrigate tutte le pratiche burocratiche la donna si alzò in piedi e ci chiese di seguirla, prese da una bacheca un bel mazzo di chiavi e ne estrasse un mazzetto piccolo contenente tre chiavi, uscimmo dallufficio dove eravamo che la signora meticolosamente subito chiuse. Attraversammo a ritroso tutto l'intero cortile del campus e arrivammo ai limiti, superammo anche il cancello con la grossa insegna sopra e ci trovammo su una stradina a doppio senso di marcia deserta. La signora che scoprimmo si chiamasse Ines ci spiegò che fino ad ottobre, quando iniziano i corsi queste stradine che collegano al campus rimangono deserte, ma quando arrivano tutti gli studenti tutta la via disseminata di piccole villette indipendenti con giardino annesso si animavano. Ci dirigemmo per un paio di metri in quella viuzza e la signora ci indicò la casa davanti a noi, tutta bianca con le imposte azzurre, un bel giardino che circondava la casa a 360 gradi e un bellissimo sentiero che conduceva alla porta d'ingresso fatto di piccole mattonelle di tutte le tonalità del grigio. Prima di entrare nella casetta Ines mi fece segno di guardare il campus, da qua si scorgeva uno stabile alto, che Ines mi indicò come la sede dei corsi che avrei seguito  io.
Con un sorriso e  un in bocca al lupo per tutto Ines mi consegnò le chiavi congedandosi, ricordandomi però che per ogni cosa avessi bisogno in orario di ufficio la trovavo sempre la nel suo piccolo regno contornato da moduli di iscrizione.
Mi voltai verso i miei cugini che non aspettavano altro che poter entrare in casa, eravamo davvero curiosi, con un ultimo sospiro infilai nella toppa la chiave e girai leggermente, ne seguii un click che segnalò l'apertura della serratura.
 I miei occhi erano lucidi e avevano una scintilla di felicità , feci il primo passo ed entrai definitivamente nella nostra nuova casa, fui subito imitata da Haz e Lou che entrando si meravigliarono della perfezione con cui era stata arredata, sebbene in modo minimale, girai tutta la piccola dimora che disponeva di un ampio open space che dava sulla porta d'ingresso che occupava tutto il piano inferiore e comprendeva cucina e salone il bagno era uno spazietto piccolo in un angolino, salendo le scale si accedeva al piano sopra che aveva due ampie camere da letto ed un altro bagno ed un piccolissimo ripostiglio. Haz e Lou da veri gentiluomini si sono offerti di fare scegliere a me la camera,decisi di prendere quella con il letto matrimoniale,mentre lasciai a loro la cameretta con due lettini separati, mi ringraziarono della mia scelta in primis perchè non volevano assolutamente condividere il letto e in secondo luogo perchè le pareti di camera mia erano di un rosa pastello, mentre la loro una tonalità giallo canarino. Dopo aver deciso la disposizione delle camere da letto andammo a recuperare la macchina e la parcheggiammo sotto consiglio di Ines nel vialetto di casa nostra. Senza nemmeno accorgermene i miei dolci cuginetti avevano provveduto a scaricare i bagagli e smistati già nelle varie stanze della casa, come prima cosa ritirai i due scatoloni termici contenenti le provviste di sangue nel freezer, poi mi dedicai alla mia ampia valigia, riuscii a malapena a fare stare tutto nella misera cassettiera di cui disponevo, collegai in carica il mio pc e andai dai ragazzi a vedere come se la passavano. Anche loro disponevano solo di una cassettiera, ma erano in due. Spinti dal desiderio di avere una casa confortevole decidemmo di andare al vicino centro commerciale che avevamo notato prima sulla strada per venire qua. Ci facemmo una lista delle cose prioritarie da comprare: alcuni mobili,televisori, pentolame, posate, piatti, asciugamani di tutte le dimensioni, un piccolo sofà siccome ne avevamo solo uno e poi io mi sarei occupata di fare una bella spesa, preoccupandomi di prendere molta carne e tutta cruda. Il centro commerciale era davvero a due minuti di strada da casa nostra e noi come bambini curiosi entrammo in ogni sorta di negozio. Alla fine decidemmo di dividerci:  Haz avrebbe pensato alle tre televisioni che ci servivano, Lou con il suo gusto per l'arredamento avrebbe pensato al mobilio, io invece avrei pensato alla spesa. In circa due ore riuscimmo a portare a termine tutti gli acquisti, fu davvero un pomeriggio molto rilassante, passato a fare shopping con i soldi di papà. Andammo a casa con la macchina stracolma di nuovissimi oggetti, Haz si volle occupare di piazzare le televisioni, mentre Lou ed io montammo i due mobiletti e disponemmo in ordine tutti i soprammobili che aveva deciso di comprare ed infine, un tocco di colore e di privacy con delle bellissime e raffinate tende a tutte le finestre della casa, di un bel colore verde acido. Esausti per il viaggio, il jet-lag ed il pomeriggio di compere, ci sedemmo a tavola per consumare una piccolo pasto. Di comune accordo optammo per un risparmio del sangue, avremmo bevuto ad ogni pasto una tazza di sangue coadiuvata da cibo umano. Dopo cena , in salotto sul piccolissimo divano, quello nuovo lo avrebbero consegnato a giorni, chiamammo a casa per rassicurare tutti del positivo esito del viaggio, rispose mia mamma con una voce preoccupata, ma appena sentii la mia voce felice ed entusiasta anche lei cambiò tono e si rasserenò. Parlammo più di mezzora, le raccontai tutti i più piccoli particolari di questa stupenda giornata, poi li passai i miei cuginetti che felici raccontarono di come erano grandi i negozi e di come il centro commerciale era popolatissimo, si vantarono anche di come due volte io trattenni Haz dal mangiare qualche persona come era stato definita nel pomeriggio " molto appetitosa",  ma loro da bravi vampiri civili si erano trattenuti dal succhiare qualcuno. Infine prima di riattaccare mi passò mio padre, che si volle rassicurare sulla nostra condizione abitativa e dopo che gli dissi che avevamo già acquisato alcuni mobili, si complimentò con me. Per ultima cosa mi informò che aveva spedito all'indirizzo che gli avevo dato un pacco con come li definii lui i "viveri necessari  " dopodichè ci salutammo e riattaccai, ma non prima che papà mi ordinasse di chiamare tutti i giorni. Dopo aver riattaccato, mi congedai dai miei cugini andai nella mia nuova camera e subito mi misi sotto le nuovissime lenzuola che profumavano di pulito, accesi la televisione e in un canale a caso guardai un film che stavano dando, stanca ma felice mi addormentai, in un sonno profondo e ristoratore che mi fece ricaricare le batterie. Alla mattina mi svegliai pimpante per affrontare una nuova giornata a Los Angeles.


ciaoo a tutti grazie delle visualizzazione e grazie alle persone che seguono sempre tutti i miei capitoli, fatemi sapere perpiacere se fino adesso vi piace, vorrei avere il vostro parere =) grazie mille bacioni 
Jessica!

Un nuovo capo per Decoy ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora