ALEX

2.2K 107 4
                                    

"Gaia... Gaia... Gaia!"

Scesi precipitosamente le scale chiamando ripetutamente il nome di mia sorella.
Lei sbucò dalla cucina, guardandomi con aria seriamente preoccupata e perplessa.

"Oddio, Alex che succede?" Chiese cercando di calmarmi.

"Mi ha scritto, mi ha scritto", le indicai il cellulare.

"Oddio, e tu? Le hai risposto?"

L'ansia le si spese in gola, diventando anche per lei fonte di gioia per la notizia ricevuta.
Mi bloccai di colpo, misi a freno l'entusiasmo e cercai di assumere tono ed espressione seria, Gaia fece altrettanto.

"Non ancora. Mi chiedevo se potevi aiutarmi tu".

Non ero bravo in queste cose, lei era una donna ed ero sicuro che avrebbe trovato le giuste parole per rispondere al messaggio di Romy.

"Uhm, fammi un po' vedere cosa ti ha scritto", disse.

Avvicinai il mio cellulare per farle leggere il messaggio che Romy mi aveva mandato. Si grattò il mento ripetutamente, solitamente quando faceva così voleva dire che le stava venendo in mente qualcosa.

"Senti Alex, perché non la inviti a cena?"

"Potrebbe essere una buona idea, ma come faccio ad invitarla? E se rifiuta?" risposi.

Gaia alzò un sopracciglio e mi guardò con aria da non-si-rifiuta-un-invito-a-cena-dai-Robinson.

"Ho capito che non ci sai proprio fare con le donne", mi porse la mano a palmo alto:"Dammi il cellulare, ci penso io", mi spaventava quando assumeva questo tono di voce malefico.

Eseguii gli ordini, mai disobbedire ai comandi di Gaia Robinson.

Prese il telefono senza esitazione e con la concentrazione di una bambina intenta a costruire il suo castello di sabbia, cominciò a digitare qualcosa sul touch.

Dopo pochi secondi mi fissò sorridendomi:"Ecco fatto", mi consegnò il telefono direttamente con la chat aperta e lessi ciò che aveva scritto.

Il mio occhio cadde più volte sulla frase "a cena da me", ciò stava a significare che l'invito era a casa mia, nostra.

"Aspetta un attimo, cosa?"

Scattai immediatamente, c'era qualcosa che non sapevo ancora.

"Gaia, che cosa significa che l'invito è a casa?" Domandai dubbioso.

"Significa che cenerete qui", rispose con sarcasmo.

Non sapevo se sentirmi irritato per la sua ilarità o se essere scombussolato da questa risposta.

"Come a casa? E tu dove andrai?"

"Io sono a cena fuori, invece", sorrise di rimando mentre un rossore le colorava appena le guance.

"E quando aspettavi a dirmelo?"

"Lo avrei fatto proprio questa mattina o nella giornata".

Non le feci altre domande a riguardo, ero sicuro di aver capito con chi sarebbe andata a cena domani sera.

Sospirai, lei mi guardò con aria quasi abbattuta e mi domandò a tono basso:"Ehi, qualcosa non va?"

Potevo dirle che ero furioso dentro? Pieno di gelosia? Che se solo il tizio, "Com'è che si chiama?" provava a farla soffrire, lo avrei ammazzato? No, non potevo dirle ciò, infondo era la sua vita ed era abbastanza grande e intelligente per gestirsela da sola.

Mi avvicinai a lei, le accarezzai la guancia e la abbracciai respirando il profumo di capelli da poco lavati.

Ero suo fratello e non la sua guardia del corpo, anche se preferivo essere entrambe le cose.

Le sussurrai:"Grazie sorellina".

Gaia ricambiò l'abbraccio e in quell'istante così stretto e caldo, mi ero sentivo di nuovo tranquillo.

Il ragazzo in maschera (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora