Ero di fronte a lei, completamente immobile, incantato da tanta bellezza fredda e sconvolta, i suoi occhi verde smeraldo dentro i miei azzurro ghiaccio, il vento alle mie spalle si era alzato di poco e il mondo intorno era come un lupo solitario che per le vie della città se ne va a caccia della sua preda.
"Che cosa vuoi Rick?" Riusciva ad essere velenosa nonostante tutto, lo avevo dimenticato.
"Per prima cosa, voglio fare questo", due lunghi passi accorciarono le nostre distanze e una mano dietro la nuca la costrinse verso il mio corpo, verso di me e le mie labbra. La baciai con desiderio, passione, rabbia anche; Romy rispose al bacio senza opporsi lasciando che la mia lingua cercasse la sua e si unisse ad essa come se sentisse il bisogno di averla.
Mi separai da lei dopo pochi secondi, sentivo già la mancanza delle sue labbra, della sua lingua fredda e curiosa ma avevo voglia di guardarla ancora negli occhi e studiare la sua reazione. Era arrossita, gli occhi lucidi e il contorno delle labbra rosse.
Era così bella che dovetti sottomettere i miei impulsi e resistere dal tornare a baciarla. "Dimmelo ancora". Avevo un paio di dubbi che desideravo trasformasse in certezze, per questo volevo resisterle ancora per un po'.
"Cosa?" Romy mi guardava in attesa.
"Dimmi ancora che sei innamorata di me".
Impallidì indietreggiando:"Io non sono innamorata di te", distolse lo sguardo.
"Perché non mi guardi? Se davvero non sei innamorata di me, non avresti problemi a guardarmi". Avanzai di qualche passo ma Romy indietreggiò ancora.
"Mi da fastidio guardarti", sussurrò.
"Strano, perché un attimo fa mi hai baciato".
"IO NON TI HO... baciato", urlò bloccandosi di colpo lasciando che l'ultima frase le morisse in gola.
Il nostro era diventato uno scambio di sguardi che non aveva alcun bisogno di parole, entrambi dicevamo tutto senza dover parlare. Ma in questo momento non riuscivo proprio a capire a cosa stava pensando.
"Perché non risponde? Perché non mi dice cosa sente realmente?"
"Non ha importanza, il bacio c'è comunque stato e non sembravi infast..."
"Basta Rick, so bene quello che ho fatto un attimo fa". Mi interruppe, le tremava la voce ma cercava in tutti i modi di restare calma:"E' stato un errore. Tutto un errore".
"Cosa?"
"No, non ci credo", la mia rabbia stava iniziando a crescere.
"Hai sentito bene", Romy si strinse nelle spalle ignorando ancora una volta il mio sguardo.
"Quindi ammettere a sé stessi di amare una persona per te è un errore?" Mi avvicinai di qualche passo, lei questa volta rimase immobile:"Non ti credo Romy, lo sai vero?"
"Beh, problemi tuoi", deglutì.
"Va bene, allora ti farò un'altra domanda". Ero proprio davanti a lei, mi abbassai il giusto per arrivare a guardarla in viso, le poggiai le mani sulle braccia e la costrinsi a guardarmi:"Dimmi che non mi ami. Dillo e accoglierò la tua richiesta di sparire dalla tua vita, per sempre", mi guardava fisso ma nessuna risposta era ancora uscita dalla sua bocca:"Stai forse esitando?"
"Vorrei solo che tu mi lasciassi, mi stai facendo male".
Le guardai le braccia dove la tenevo ferma, non mi ero reso conto che la mia stretta era diventata più forte.
La liberai lentamente e mi misi dritto, Romy si sfregò sui punti in cui l'avevo afferrata senza più guardarmi:"Perché devi sempre mettermi in difficoltà?"
"Difficoltà?" Ero sbalordito:"Non dovrebbe essere difficile ammettere ciò che provi per me".
"E se non lo sapessi davvero?"
"Non ti crederei".
"Perché?" Mi passò vicino come se io non ci fossi, chiuse la porta d'ingresso che avevo lasciato aperta, poi si poggiò contro di essa con la schiena.
"Perché lo hai detto pomeriggio, tu sei innamorata di me", le ricordai.
"I-io... non era a TE che lo stavo dicendo". Iniziò a balbettare e ricordando la scena di oggi pomeriggio cominciò ad agitarsi portandosi nervosamente le mani fra i capelli:"E-era al ragazzo mascherato che parlavo".
"Romy, quando accetterai che IO e il ragazzo mascherato siamo la STESSA persona?" Mi avvicinai di nuovo a lei, sembrava spaventata dalla mia presenza così vicina alla sua.
"Mai", sussurrò.
Le ero abbastanza vicino da sentire il suo respiro sul mio viso, da vedere il mio riflesso nei suoi occhi, da sentirla gridare di baciarla e restarle sempre accanto. La ingabbiai con le braccia alla porta, non aveva più modo di scappare se avesse deciso di farlo.
"Dillo", sussurrai quasi sulla sua bocca:"Ti prego".
"No", rispose mentre le rilasciavo piccoli baci sulle labbra al quale lei rispondeva e bramava quando mi allontanavo.Chiusi gli occhi un istante, inutile negare che provavo solo dolore in questo momento anche se la voglia era più forte di qualsiasi altra emozione. Mi staccai da lei, starle così vicino non mi aiutava a ragionare, mi portai una mano fra i capelli voltandole le spalle.
Respirai profondamente:"So di aver sbagliato, di averti illusa e di averti fatto credere che di te non mi importava più niente. Per otto mesi, come te, ho cercato in mille modi di parlarti, di avvicinarmi a te. Sono stato un vero egoista, egocentrico, stupido, coglione perché non ho mai avuto il coraggio di dirti tutto, di dirti che mi dispiaceva del dolore che hai dovuto passare a causa mia", feci un ghigno:"Sai qual è stato il gesto più stupido che abbia mai fatto?" Mi voltai a guardarla ancora poggiata alla porta, aveva le lacrime agli occhi:"Frequentare un'altra donna per cercare di dimenticarmi di te, di affievolire il dolore che sentivo quando la tua mancanza diventava sempre più grande, sempre più forte. So di non essere il ragazzo perfetto che ogni donna sceglierebbe di avere al proprio fianco e tu, vulnerabile e sensibile come sei, soffriresti solamente stando con me. Ma Dio solo sa quanto amore c'è quando ti guardo". Mandai giù il nodo che si era formato nella mia gola, Romy continuava a piangere ininterrottamente:"Io ti amo, ti ho sempre amata e so che me ne sono reso conto troppo tardi rovinando non solo la tua vita ma anche quella di Gaia ed Alex. Quando ho saputo del ballo in maschera ho pensato che sarebbe stata la mia più grande occasione di avvicinarmi a te e dirti tutto quello che adesso ti sto dicendo senza maschera. Non volevo riempirti di bugie né farti soffrire ancora. Volevo solo che tu sapessi ciò che provo per te. E se non lo hai ancora capito, io TI AMO Romy". In tutto questo anche io sentivo scivolare dagli occhi qualche lacrima. Non lo avrei mai creduto possibile ma stavo piangendo proprio qui, davanti a lei mentre le confidavo l'amore che provavo:"Quindi adesso ti prego..." La raggiunsi vicino la porta, le poggiai una mano sulla guancia asciugandole una lacrima:"... se non mi ami, se pensi che perdonare il mio errore sia troppo per te, dimmelo e poni fine alle mie sofferenze". Respirai profondamente più e più volte, Romy non rispose ed io sentivo la testa scoppiarmi. I silenzi parlavano molto di più delle parole e adesso ne ero certo: lei non mi amava. Serrai le mascelle chiudendo gli occhi e strinsi i pugni, indietreggiai e poggio la mano sulla maniglia della porta:"Addio Romy", feci per aprire ma lei mi bloccò di colpo afferrandomi per il polso.
"Ti amo", disse in un sussurro appena udibile.
La guardai incredulo, non volevo aver sentito male:"Cosa?" Il mio cuore batteva all'impazzata.
"Ho detto che ti amo". Pronunciò ancora quella parola poi si fiondò sulla mia bocca baciandomi con passione e violenza.
Accolsi il suo bacio prendendola in braccio, le sue gambe intorno alla mia vita, la poggiai con la schiena alla porta.
La volevo, adesso.
STAI LEGGENDO
Il ragazzo in maschera (IN REVISIONE)
ChickLitQuattro anime, un destino intrecciato: l'amore, l'amicizia, il dolore nel doversi dividere per colpa di una distrazione, una mancanza. Sono questi i sentimenti che entreranno a far parte delle vite di Rick e di Romy, due ragazzi inseparabili cresciu...