ROMY

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E così la ragazza che avevo incontrato stamattina al negozio di dischi, era la sorella di Alex.
Non ero sorpresa dal fatto che Rick si vedesse con lei, me lo disse la sera di un mese fa, ma il semplice fatto che la ragazza con cui avevo avuto uno scontro distratto stamattina, era proprio la sorella di Alex.
Ma non era questo il motivo che mi aveva spinta a nascondermi dentro il bagno del locale.
"Che sciocca che sono stata e che sciocca che sono".
Avrei dovuto affrontare la situazione e mostrarmi forte ma tutto questo mi faceva ancora male, Rick me ne faceva. Lo sguardo di disprezzo che mi aveva rivolto era lo stesso di cinque mesi fa, al locale di Daniel.
"No, io non voglio credere che per Rick sono ormai passata così di fretta, che è bastato un errore per farmi odiare da lui" .
Mi venne quasi da piangere ma cercai di trattenermi. Feci un bel respiro profondo guardandomi allo specchio.
"Guardati Romy. Stasera sei davvero attraente e sei alla festa di compleanno del ragazzo che ti piace. Non pensare a chi non ti merita".
Cercai di farmi coraggio da sola visto che non c'era più nessuno a darne per me.
Quando uscii dalla porta interna del bagno, appoggiato al muro difronte c'era Rick, con le braccia incrociate. Sussultai dallo spavento, con questa musica alta era difficile sentire altri rumori che non fossero house.
"Che cosa vuoi?" Domandai sorpresa notando il suo sguardo fisso su di me.
"Chi ti dice che io voglia qualcosa?" Aveva un'espressione indecifrabile tanto quanto il suo tono.
"Bene, allora posso anche andarmene", gli voltai le spalle e feci per andarmene ma la sua mano mi bloccò stringendomi il polso.
"Aspetta", mi girai a guardarlo.
"LASCIAMI". Mi liberai dalla sua presa, nella voce lasciai ribollire tutta la rabbia che sentivo verso di lui:"SEI STATO UNO STRONZO PRIMA". Gli urlai contro un po' per rabbia e un po' per farmi sentire.
"E tu sei una pessima bugiarda". Anche Rick alzò il tono, poi ripeté le parole che avevo usato prima davanti ad Alex:"Piacere di conoscerti, Rick", seguito da versi simili al frignare di un bambino:"Che cosa c'è Romy, hai paura che il tuo ragazzo scopra che io e te in realtà ci conosciamo e anche bene?" Si avvicinò al mio viso parlandomi addosso, le sue labbra quasi sulle mie. Il cuore mi batteva all'impazzata ma cercai di calmarlo stringendo più volte i pugni. Avevo i palmi sudati e la gola secca, controbattere con lui così vicino era difficile:"Sappi che il tuo caro Alex avrà capito già tutto, piccola Romy", si raddrizzò mettendosi una mano fra i capelli e con l'altra ad aggiustarsi il colletto della camicia.
Io deglutii e l'odore della sua pelle così vicina al mio naso, già mi mancava. Mi fissava ancora serrando le mascelle, il fuoco nei suoi occhi color ghiaccio. Poi senza dire una parola se ne andò, feci un respiro profondo come se fossi rimasta in apnea per tutto questo tempo.
La rabbia iniziò a trasformarsi in dolore. 

Il ragazzo in maschera (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora