CAPITOLO 16 - HA SCELTO ME

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ALEX

Accompagnai  Romy a casa ma prima che lei potesse scendere dalla mia auto, senti dentro la voglia di avere chiarimenti da lei anche se ne avevo avuti già abbastanza.
"Aspetta Romy, resta ancora un po'". Le chiesi mentre stava slacciando la cintura e fece per aprire lo sportello, lei mi rivolse uno sguardo quasi perso poi nascose tutto nel suo solito sorriso innocente:"Ho promesso a me stesso che ti avrei aspettata tutto il tempo che ti serviva per capire ma, vorrei solo sapere se hai fatto un po' di chiarezza nel tuo cuore".
Al diavolo le promesse con il mio essere, volevo sapere, non ce la facevo più a rimanere con il dubbio che la ragazza che amavo non ricambiava i miei sentimenti. Romy non parlava, non disse una parola e il suo silenzio quasi mi mise ansia; avvertii in lei una strana agitazione, come se avesse qualcosa da dire ma non trovare modo di farlo.
"Io..." sussurrò guardandosi le mani.
"Non fa niente, lascia stare", la interruppi smettendo di osservare ogni suo movimento:"Ho sbagliato io a chiedertelo".
"No Alex non darti alcuna colpa, non ne hai". Romy posò la sua mano sul mio dorso, il suo palmo caldo e delicato mi fece rabbrividire:"Io non dovrei farti aspettare tutto questo tempo, non è giusto".
"Lascia che sia io a decidere cosa è giusto per me", dovevo smetterla di interromperla in continuazione.
"Sto davvero bene con te, Alex". Romy tolse la sua mano dalla mia e già sentivo la mancanza di quel contatto:"Mi fai sorridere, mi fai divertire, non mi fai pensare alle brutte cose".
"Ma non sei innamorata di me", sussurrai.
"Nutro profondo affetto per te, quando non ci sei mi manchi e quando sono con te, tutte quelle mancanze svaniscono".
"Non mi basta, lo sai". La guardai, appena il mio sguardo incrociò il suo lei guardò altrove come per nascondere la profondità dei suoi occhi.
"Per questo dico che non meriti di perdere altro tempo con me", disse infine.
"Tu non sei una perdita di tempo, che stai dicendo?" Senza accorgermene la mia voce si alzò di un tono.
"Se non lo fossi non ti causerei tutti questi inutili problemi", le tremava la voce come se stesse per piangere.
"A me non crei alcun problema e se anche fosse, cercherei di risolverli insieme a te".
Non sapevo cosa avrei dato in questo momento per poterla abbracciare, farla sentire al sicuro da ogni sua incertezza. Darle quella sicurezza che le mancava e farle capire che io ero qui per lei e non perché avevo molto tempo libero da dover occupare.
Romy era tutto per me, lo era diventata in un attimo, senza rendermene conto e ora non volevo buttare tutto all'aria solo perché non aveva ancora capito cosa volesse davvero.
Io la aspetterò, costi quel che costi.

Il ragazzo in maschera (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora