Ore 12:00.
"Mamma?" chiamai mia madre scendendo giù per le scale. Mi ero lavata e vestita con un jeans chiaro, una maglietta rosa pallido, le converse e la borsa di cuoio marrone: "Mamma, dove sei?" continuai a chiamarla raggiungendo il salone e guardandomi intorno.
"Sono in cucina." la sentii urlare, andai verso la cucina e la vidi davanti il frigorifero intenta a mettere in ordine le bottiglie d'acqua appena riempite. Chiuse lo sportello e si fermò a guardarmi con aria interrogativa:"Tesoro, stai uscendo?"
"Si e volevo chiederti se vuoi venire insieme a me." posai la borsa sulla sedia di legno accanto la porta, penzolai su me stessa attendendo risposta.
"Dove vuoi andare di bello?" sorrise.
"Oggi è il compleanno di Alex." pronunciai il suo nome quasi silenziosamente, come se a dirlo ad alta voce potesse sentirmi anche lui, poi feci finta di aggiustarmi i jeans per non incrociare lo sguardo di mia madre:"Sono stata invitata e...non gli ho ancora fatto un regalo." "Dannazione, perché la faccio così lunga?" non avevo ancora voglia di guardare mia madre ma a giudicare dal piccolo sibillo proveniente dalla sua direzione, direi che stava ridendo del mio imbarazzo. Che vergogna.
"Va bene tesoro, dammi cinque minuti per prepararmi e sono subito da te." si avvicinò a me e dandomi un leggero pizzicotto sulla guancia.
Dopo un paio di minuti, seduta sul divano in pelle bianca del mio salone, mia madre si presentò accanto a me vestita, sistemata e profumata. Con il suo sorriso radioso e affettuoso mi invogliò ad alzarmi dalla comoda tranquillità che avevo finalmente raggiunto su quel divano.
"Guidi tu o guido io?" disse girandosi fra le mani le chiavi dell'auto.
"Come preferisci." non mi importava davvero chi avrebbe guidato fra le due, l'importante in questo momento era dedicarmi ad un'uscita insieme a lei.
Porgendomi educatamente le chiavi mia madre rispose con un sorriso:"Guida tu." ricambiai il sorriso prendendo le chiavi dalle sue mani e avviandomi verso la porta.Una volta entrate in macchina, allacciate le cinture e immesse nel traffico cittadino di mezzogiorno ormai passato, mia madre mi domandò un qualcosa al quale ancora non avevo pensato:"Che regalo vorresti fare ad Alex?" il suo timbro era naturale, tranquillo.
"Speravo potessi aiutarmi tu." mi guardai attorno per cercare un pezzo di strada libero dove poter sorpassare la punto bianca che camminava a cinquanta all'ora davanti a me.
"Andiamo al centro commerciale fuori città, avrai una vasta gamma di negozi da girare."
Era per questo che amavo uscire con lei, riusciva sempre a trovare la soluzione per ogni cosa.
Una volta superata la punto bianca e qualche altra macchina, la strada davanti a me era libera e poco trafficata quindi in dieci minuti mi trovai già davanti l'enorme parcheggio del centro commerciale.
Non era così che lo ricordavo, dovevano aver cambiato o aggiunto qualcosa. Adesso le entrate con ante scorrevoli erano due, la struttura esterna superiore era sorretta da cinque colonne che da lontano sembravano di cemento bianco, il muro era di un rossiccio simile al mattone, ai piani alti c'erano balconi e finestre mentre al lato del palazzo c'era un enorme terrazza con due o tre gazebo dalle tende bianche e i ferri neri e qualche tavolino nero con le sedie nere. Trovai parcheggio vicino l'entrata principale, posteggiai dietro una swift nera lucida che attirò subito la mia attenzione per via degli specchietti dal colore differente dal resto della macchina. Si vedeva che era un auto guidata da una donna, forse una mia coetanea, non avrei saputo dirlo con esattezza. Una volta parcheggiata, sia io che mia madre scendemmo dall'auto e ci avviammo verso l'entrata che dava accesso a questo centro immenso e spazioso. Da fuori non sembrava così grande come da dentro. Tutto intorno a me era luminoso, caldo, accogliente. Alla mia sinistra, per tutta la parete a semicerchio, svariati negozi dalle vetrine illuminate e decorate catturavano la mia attenzione mentre alla mia destra un corridoio lungo e largo aprì altre file di negozi da entrambe le pareti. Davanti a me, poco più del centro, due scale mobili a tappeto conducevano al piano superiore e tutto intorno ad essi, tavolini, bar e gelaterie conferivano alla sala un profumo invitante.
"Allora, da dove vuoi cominciare a vedere?" domandò mia madre poco più avanti di me, interrompendo il flusso di stupore nel rivedere questo centro.
"Ehm non saprei, visitiamo un po' tutto. Ti va?" chiesi quasi con imbarazzo. Odiavo non avere già le idee chiare su dove andare o cosa fare. Lei annuì e cominciammo a camminare. Il primo negozio che visitammo fu quello alla mia sinistra. Il classico negozio d'abbigliamento uomo, donna e bambini. Interno in parquet lucido, lampadari a goccia che cadevano leggeri dal soffitto, vestiti su grucce e scaffali, due commesse e un paio di camerini. Non c'era nulla che mi attirava e così vale per il resto dei negozi che seguivano la fila di sinistra. Forse ero io che non avevo buon gusto o non sapevo proprio quali fossero quelli di Alex, ma la cosa che mi consolava era che neppure mia madre aveva trovato nulla da propormi in mezzo ai vestiti presi, aperti e ripiegati. Entrammo ed uscimmo a mani vuote per altri negozi, ero quasi sconcertata all'idea di non aver trovato ancora nulla per Alex.
"Andiamo al piano di sopra." mi incitò accorgendosi della mia tristezza.
Ci dirigemmo verso le scale mobili lasciandoci trasportare dalla calma dei tappeti automatici. Il piano superiore era molto diverso da quello inferiore. Tralasciando la struttura e la disposizione uguale dei muri, esso era più stretto e più pieno sia di negozi che di gente. C'erano altri negozi di vestiti, abiti da sposa, negozi di giocattoli, souvenir, bar, rosticcerie, gelaterie, giostre per bambini vicini ad una colonna, un negozio per abiti eleganti da uomo, erboristeria, libreria, profumeria, gioiellerie varie e, ad accendermi la lampadina, un negozio di CD alla fine del piano.
"Mamma, entriamo in quel negozio." dissi piena di entusiasmo indicandole il negozio di CD musicali e oltre che vedevo davanti a me.
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Il ragazzo in maschera (IN REVISIONE)
ChickLitQuattro anime, un destino intrecciato: l'amore, l'amicizia, il dolore nel doversi dividere per colpa di una distrazione, una mancanza. Sono questi i sentimenti che entreranno a far parte delle vite di Rick e di Romy, due ragazzi inseparabili cresciu...