ROMY

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Messaggio da: Alex
"Buongiorno Romy, probabilmente quando leggerai questo messaggio io sarò già a lavoro. Sono le cinque e mezzo del mattino, il sole è nascosto dentro il mare ancora e l'aria è abbastanza fresca da far venire la pelle d'oca.
Sembra assurdo lo so, ma ogni volta che apro gli occhi o entro in stanza, rivedo te e me seduti sul letto a fare colazione insieme o ad abbracciarci e mi viene nostalgia.
Capisco che hai un periodo particolare e non voglio insistere ma, oggi è il mio compleanno e mi piacerebbe averti a cena. Ci sarà una piccola festa dove saranno invitati altri amici. Spero di contare nella tua presenza, sarebbe un regalo perfetto.
Tuo, Alex."

Ore 9:30, questo messaggio mi bloccò completamente il respiro.
Raggomitolata sul letto, diventando più piccola di quel che già ero, lasciai scorrere più volte le dita sul touch per leggere e rileggere questo sms. Avrei dovuto rispondere, o forse no, ma non volevo fare la figura dell'egocentrica o della bambina capricciosa, del resto come potevo ignorarlo ancora? Conservavo ancora il messaggio che gli scrissi il giorno dopo aver incontrato Rick, gli dissi che avevo bisogno di un po' di tempo per riflettere, per riprendermi, ma alla fine a cosa 'era servito allontanarlo?
Feci un respiro profondo strizzando bene gli occhi per abituarli alla debole luce che trapelava dal balcone della mia camera, dovevo farmi coraggio e rispondere. Dovevo smetterla di pensare al passato, la mia amicizia con Rick era finita cinque mesi fa, non si poteva più tornare indietro e se anche volessi, non sarebbe stato più come prima. Dopotutto, era stato proprio lui a dirmi di allontanarmi dalla sua vita.
Lessi un'ultima volta il messaggio di Alex attendendo qualche secondo prima di rispondere.

A: Alex
"Buongiorno Alex, sono contenta che nonostante tutto tu sia ancora qui a scrivermi, forse non lo merito dopo il mio improvviso allontanamento. Oggi è il tuo compleanno e sono nuovamente contenta di essere stata invitata. Verrò volentieri alla tua festa, credo che rivederti mi aiuterà a riprendermi.
Buon compleanno, Romy."

Riflettei un po' prima di inviare, forse non era riflessione la mia ma timore. Timore di sbagliare, di non riuscire davvero a riprendermi una volta faccia a faccia con lui. Non volevo ci rimanesse male, non oggi che era la sua giornata. "Forza! FORZA!" incitai me stessa ad inviare quell'sms e farmi coraggio.
"Messaggio inviato." lessi ad alta voce.
Dopo qualche minuto, sedendomi con le gambe incrociate e togliendomi le coperte di dosso, mia madre bussò alla porta nonostante fosse completamente aperta. Non avevo idea del perché avessi dormito con la porta aperta, solitamente preferivo chiuderla, ma questa volta no.
"Posso?" sussurrò dolcemente.
Mi spostai per farle spazio, anche se il letto ai miei piedi era completamente vuoto da poter ospitare più persone, picchiettai più volte la mano sul materasso per invitala a sedersi. Lei accolse il mio invito, si tolse le scarpe e si sedette con le gambe incrociate proprio come me. La guardai, mi guardò sorridendomi, anche se  c'era preoccupazione nel suo sguardo.
Dopo una breve pausa di sguardi e respiri, poggiò una mano sul mio ginocchio:"Conosco quell'espressione..." mi accarezzò il viso con la punta delle dita:"...che succede?"
"C'è una cosa che non ti ho ancora detto." sussurrai balbettando un po', avevo la bocca secca e le mani si raffreddarono non appena il pensiero di quella sera mi tornò in mente pronto per essere raccontato a mia madre.
"Dimmi piccola, sfogati con me." fece un debole respiro cercando di contenere la preoccupazione nel tono di voce.
"Un mese fa ho visto Rick." dissi tutto d'un fiato.
Mia madre corrugò la fronte per un attimo, poi si portò una mano alla bocca come scossa dalla notizia e tra un respiro e l'altro, sussurrò:"Dove lo hai visto?" concluse avvicinandosi di più a me sul letto.
"Stavo rientrando da casa di Alex e lui era dietro di me." questa volta parlai lentamente e cercai di mantenere un tono neutro senza riuscirci, o almeno così sembrava.
"Quindi avete anche parlato?" a differenza mia, mamma si era subito tranquillizzata. Forse non voleva mettermi ansia o tristezza o semplicemente non sentiva il bisogno di continuare ad essere preoccupata.
"Si..." feci una piccola pausa ripensando a quella che invece di una chiacchierata diventò un'accesa discussione, poi ripresi portando le ginocchia sotto il mento:"...più che altro abbiamo discusso. E' stato orribile." mi bruciavano gli occhi, ciò che avevo davanti a me cominciai a vederlo appannato per via delle lacrime che stavano per inondarmi gli occhi, ma dovevo resistere, non volevo piangere. Mia madre si accorse della mia espressione, forse perché involontariamente non ero riuscita a trattenere una lacrima che ora solleticava fredda la mia guancia, così mi avvolse fra le sue braccia e mi accarezzò i capelli senza dirmi nulla.
Affondai il mio viso nei suoi lunghi e ricci capelli respirando profondamente il suo odore, poi mi lasciò andare spostandomi una ciocca di capelli:"Non piangere."
"E' solo che... mi manca." non credevo di riuscire mai a dirlo ad alta voce e invece lo avevo fatto.
"Ti capisco, piccola mia. Voi due siete troppo orgogliosi per incontrarvi nuovamente e chiarire, ma vedrai che se è destino vi riavvicinerete." sussurrò accarezzandomi la guancia inumidita dalle lacrime.

Il ragazzo in maschera (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora