ALEX

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"Dimmi la verità", le dissi:"Vuoi ancora stare con me?"
Avevo seriamente paura per la risposta che mi avrebbe dato, ma ormai la domanda era stata posta a mio rischio e sapere l'esito mi avrebbe salvato così come mi avrebbe ucciderà.
"Sì". Sussurrò Romy, ero incredulo.
"Cosa?" Domandai ancora una volta, forse avevo sentito male visto che aveva risposto così a bassa voce.
"Ho detto di si, voglio ancora stare con te". Romy mi guardò dritto negli occhi, mandai giù il nodo che si era fermato in gola. Un sorriso spontaneo comparve sul mio viso tanto da farlo spuntare anche sul suo. Non mi serviva sapere altro, il fatto che lei volesse continuare a stare con me, che non aveva dubbi se voleva me o il suo migliore amico mi invogliava a conquistarla e a farlo seriamente:"Però adesso è davvero tardi, è meglio se rientro a casa", suggerì guardando l'orologio della mia macchina.
"Aspetta, ti accompagno alla porta". Slacciai la cintura ed uscii dalla macchina, mi diressi verso il suo sportello, lo aprii e lei scese. Il vento leggero mi tirava addosso la punta dei suoi capelli mentre si faceva strada verso il cancello:"Romy". La bloccai dal polso e la spinsi con forza fra le mie braccia. Ora si che mi sentivo davvero vivo, con lei fra le braccia sentivo di poter fare ogni cosa, anche l'impossibile:"Vorrei che questo istante durasse più a lungo di un paio di secondi", sussurrai fra i suoi ricci dorati.
Ci separammo, nello spazio in cui il suo corpo si era unito al mio sentivo freddo quando il vento mi sfiorava e la mancanza di non averla si faceva sempre più grande nonostante fosse proprio difronte a me.
"Buonanotte, Alex", mi sorrise con le mani dietro la schiena e i capelli al vento.
"Buonanotte, Romy". La guardai oltrepassare il cancello, ogni passo che faceva verso la porta era un battito del mio cuore che se ne andava via con lei.
Quando Romy entrò nel suo appartamento, tirai un sospiro come per riprendere l'aria che avevo a lungo trattenuto ed entrai in macchina avviandomi dritto verso casa mia.

Il tragitto da Romy al mio appartamento era stato piuttosto breve e silenzioso. Avrei voluto dire tante cose a me stesso quando avevo ripensato alla sceneggiata sulla spiaggia, al bacio, all'abbraccio e al fatto che se avesse ceduto l'avrei portata a letto. Forse questo sarebbe stato egoismo da parte mia, l'avrei avuta in un momento di confusione e io avebo sempre detto che la nostra prima volta doveva essere da coscienti, non doveva avere rimorsi di nessun genere.
Parcheggiato davanti il mio abitacolo, ci misi un po' prima di scendere dall'auto, avevo un brutto presentimento che cominciò stranamente a perseguitarmi ma non sapevo su cosa era orientato.
"Al diavolo tutto, Romy vuole me, vuole stare con me".
Festeggiai nella mia mente mentre prendevo forza per scendere dalla macchina e dirigermi verso casa. Il mio appartamento aveva tutta l'aria di essere vuoto. Guardai l'appendi abiti alla parete accanto la porta, il giubbotto di Gaia non era appeso. Poggiai le chiavi della macchina nello svuota e salii direttamente le scale, la camera da letto di Gaia era completamente aperta, il letto disfatto, il pigiama sul letto.
Deglutii afferrando il mio cellulare dalla tasca destra dei pantaloni, andai nella mia stanza e sedendomi sul letto le scrissi un messaggio.

A: Gaia

"Sono appena rientrato a casa e non ti ho trovata.Vorrei sapere dove sei finita così all'improvviso, senza avvisare.
Alex."

Inviai.
Lo strano presentimento che aveva si riferiva forse a questo?
Avevo come la sensazione che Gaia era andata da lui, ma non volevo pensare a questo adesso.

Il ragazzo in maschera (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora