ALEX

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Aver parlato con mia sorella mi aveva davvero aiutato, avevo bisogno di sfogarmi in qualche modo, tenere tutto dentro mi avrebbe solo fatto impazzire. Ora però, vorrei che lei raccontasse qualcosa a me. Decisi di parlar con lei dopo pranzo, volevo dedicarle tutte le attenzioni possibili, così come aveva fatto lei con me.
Passò un'ora e mezza da dopo il pranzo, sia io che Gaia sparecchiammo e lavammo i piatti nell'assoluto silenzio. L'unico rumore della stanza era il ticchettio dell'orologio, i piatti che sbattevano l'uno contro l'altro e i nostri respiri. Mi domandai perché fosse così silenziosa, eppure non era da lei. Ero preoccupato, spero non fosse per via della sua serata.
"Sorellina, cosa succede?" smisi di fare tutto ciò che stavo facendo  fissandola con aria preoccupata.
Si voltò a guardarmi, sulla sua espressione si accese un barlume di incomprensione, forse ero io paranoico.
Poi sfoggiò il suo sorriso più dolce e rilassante:"Sto pensando a Rick." continuò a sorridere mentre riprese ad asciugare le posate.
Mi sentii subito meglio sia a vederla sorridere che a sentirla felice. Spero però lo sia davvero e che la sua non sia una finzione per non farmi preoccupare.

Dopo aver finito di ripulire la cucina, mi ritrovai ad essere solo nella stanza. Mi girai su me stesso, Gaia non era con me. Andai in salone e lei non c'era, ma la sua ombra sul terrazzo mi fece capire che stava fumando una sigaretta.
"Alex?" la sentì chiamarmi, mi affacciai e guardandomi disse:"Vieni, siediti qui accanto a me." indicò una delle poltroncine di vimini sul terrazzo.
Senza pensarci due volte, mi accomodai accanto a lei. Forse aveva voglia di raccontarmi qualcosa e io avevo davvero voglia di ascoltarla. Invece niente, il silenzio fra di noi si frappose tra il fumo della sua Marlboro light e i raggi caldi del sole quasi estivo.
"Credo che potrei innamorarmi di lui." diretta come solo mia sorella sapeva essere.
"Cosa ti fa pensare che potresti innamorartene?" domandai con una seria curiosità. Era pur sempre mia sorella, era mio dovere capirla ed ascoltarla quando il resto del mondo non lo avrebbe fatto.
"Il modo in cui mi guarda, mi parla, mi sfiora." sorrise aspirando l'ultimo tiro di sigaretta:"Non faccio altro che pensare e sperare che quei suoi modi di fare siano stati conservati solo ed esclusivamente per me. Poi però alla mente riaffiora il ricordo di quella ragazza e..." si bloccò quasi come se non riuscisse più a parlare.
"Quale ragazza?" la incalzai incitandola a farsi forza e riprendere a sfogarsi.
"La sua ex migliore amica." si schiarì appena la gola mentre cominciò a giocherellare con l'anello che portava al pollice:"La prima sera che ci siamo incontrati non parlava, stava sempre in silenzio. Siamo poi andati sulla spiaggia e ha cominciato a perdersi nei suoi pensieri. Io mi sentivo morire dentro così ho chiesto cosa avesse e lui ha cominciato a parlarmi di lei e del dolore che provava per averla allontanata dalla sua vita." fece una piccola pausa come se attendesse una qualche risposta da parte mia, risposta che purtroppo non le diedi:"Ho paura che il suo cuore sia già occupato da lei." ecco la nota di tristezza che speravo di non dover sentire mai nella sua voce.
Avevo ragione prima quando il suo silenzio in cucina mi pareva strano, chissà da quanto tempo stava pensando a ciò e si era aperta solo adesso. E io, povero sciocco, non avevo saputo accorgermene prima. Ma che fratello sono? "Dannazione."
Strinsi i pugni sui braccioli in vimini delle poltrone, deglutii quasi con rabbia e con un sospiro le dissi:"Allora lascialo perdere Gaia, soffriresti solamente." non pansai di averle dato il giusto consiglio ma, ero suo fratello, ero più grande, dovevo proteggerla a tutti i costi.
"Ci siamo baciati ieri sera." sussurrò:"Dopo cena mi ha portato nel parco più grande della città. Mi faceva freddo e mi ha dato la sua giacca per riscaldarmi, poi eravamo così vicini che i nostri respiri si son baciati prima delle nostre labbra e...mi ha baciata. Un bacio forte, desiderato, passionale, ammetto anche doloroso per via di qualche morso, ma in esso ho sentito tutto il suo bisogno di me e della mia presenza." non mi guardava, forse perché non voleva far vedere la sua tristezza nascosta spesso nei suoi sorrisi ma io lo sapevo, sapevo cosa provava, sapevo cosa sentiva perché era ciò che sentivo anche io pensando a Romy:"E io sento di avere estremo bisogno di lui, ecco perché non voglio lasciar perdere." concluse con un respiro profondo, quasi come se fosse rimasta tutto questo tempo in apnea.
Mi misi dritto e mi avvicinai a lei, le presi la mano che continuava morbosamente a far girare e rigirare l'anello e cercando di farmi guardare, le dissi:"Fai ciò che ti senti di fare ma, ricorda attentamente queste mie parole: se ti farà soffrire, saranno poi i miei pugni a sfiorare la sua faccia." le accarezzai delicatamente la guancia e finalmente la vidi sorridere appena.

Era ormai arrivata la sera, ero in camera mia sdraiato sul letto con le cuffie alle orecchie. Fissai il soffitto mentre in automatico partì "The Kill" la canzone dei Thirty seconds to Mars e la mia mente si riempì di musica. Stavo pensando che domani dovrò lavorare e non credo che potrò vedere Romy, per cui pensai e ripensai se invitarla ad uscire stasera o quando avrò del tempo libero. Poi sorrisi al pensiero che adesso, quando andrò a dormire e poggerò il mio viso sul cuscino, sentirò l'odore dei suoi riccioli d'oro. Mi misi una mano sul viso, questa volta sorridendo ampiamente. "Sono proprio pazzo di lei." penso.
Nel tempo che la canzone terminò e partì l'altra, vidi mia sorella davanti la porta della mia camera. Indossava un vestitino nero con una manica lunga fino il polso e l'altra parte senza manica, era truccata, aveva i capelli ben pettinati e profumava di Dior. Mi tirai su a sedere e mi tolsi le cuffie senza mettere la playlist in pausa.
"Come sto?" sorrise  girando su sé stessa.
"Bene, come sempre." ricambiai il sorriso:"Dove stai andando?"
"Rick mi ha chiesto di uscire e io ho accettato." le brillavano gli occhi solo pronunciando il suo nome:"Avrai di nuovo casa libera, fratellone. Approfittane." mi fece un occhiolino quasi malizioso, io feci finta di tossire per nascondere l'imbarazzo:"Adesso vado, Rick è già sotto che mi aspetta. Mi raccomando." questa volta mi fece la linguaccia ma io feci nuovamente finta di niente.
"Mi raccomando, divertiti." le sorrisi, mi sorrise ed uscì dalla mia stanza.
Ero troppo curioso di vedere quel famoso Rick, così mi alzai dal letto e andai sul balcone della mia camera. Cercai di fare meno rumore possibile per non farmi scoprire e scorsi da lontano mia sorella percorrere il viale prima del cancello e questo ragazzo con un jeans scuro e un giubbotto nero che le andava incontro stringendola forte a sé. Aveva i capelli a spazzola castani, o almeno così sembravano sotto la luce del lampione, il fisico sembrerebbe ben modellato, alto e abbastanza educato considerato che aveva persino aperto lo sportello passeggero a mia sorella. Feci un sospiro di sollievo mentre entrai nella mia stanza,  Gaia mi sembrava essere in buone mani, o almeno era ciò che speravo.
Aver visto quella scena mi aveva fatto venir voglia di scrivere a Romy, così andai giù in salotto dove c'era il cellulare, lo presi, aprii la casella dei messaggi e cominciai a scriverle.

Il ragazzo in maschera (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora