Capitolo 17

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Il giorno della partenza era finalmente arrivato. Mi svegliai e andai a prepararmi. Il volo era previsto per le 9:00, ma dovevamo essere all'aeroporto almeno un'ora prima dato che ci sarebbero stati i controlli di sicurezza. La madre di Martina si era gentilmente offerta di accompagnarci.

Alle 8:00 precise arrivammo in aeroporto. Salutammo velocemente la madre della nostra amica, ringraziandola per il passaggio e andammo verso i metal detector con il nostro bagaglio a mano. Passati i controlli, andammo verso il gate relativo al nostro volo e ci misimo in fila con in mano il nostro documento d'identità e la carta d'imbarco. Eravamo troppo felici, sembravamo dei bambini davanti ad un negozio di caramelle. Mentre aspettavamo una voce femminile echeggiò per tutto l'aeroporto attraverso gli altoparlanti.

<<Gentili clienti.>> disse la donna. <<Il volo delle 9:00 diretto per Milano è stato posticipato a causa di un guasto all'aereo. Vi terremo aggiornati sulla situazione, grazie per la vostra attenzione.>>

Sbuffai, guardando i miei amici. Chissà per quanto tempo avremmo dovuto aspettare. Poco dopo sentì il mio cellulare vibrare, era appena arrivato un messaggio da parte di Giulia.

Da Giulia alle 9:15 :
<<A quest'ora sarai sicuramente sull'aereo. Mandami un messaggio appena atterri.>>

Da me alle 9:18 :
<<In realtà sono ancora in aeroporto. Il volo è stato posticipato per un guasto all'aereo. 😡>>

Da Giulia alle 9:20 :
<<Ah, bene... ora si che sono in ansia. 😓>>

Da me alle 9:22 :
<<Perché? 😂>>

Da Giulia alle 9:25 :
<<Perché ho paura che l'aereo precipiti! ✈🔥>>

Da me alle 9:28 :
<<Ma... Giulia, come puoi pensare certe cose? 😂 Comunque non so per quanto tempo starò qui, quindi eviterò di usare il cellulare, non voglio scaricare tutta la batteria. Ci sentiamo non appena arrivo a Milano.>>

Da Giulia alle 9:30 :
<<Va bene, spero davvero che atterri sana e salva. 😢😂 A più tardi. 😚>>

Avvisai anche i miei genitori, dicendogli di non preoccuparsi e rimisi il cellulare in tasca.

-

Erano le 17:30 quando la stessa voce femminile che ci aveva avvisati questa mattina echeggiò di nuovo per tutto l'aeroporto.

<<Gentili clienti.>> disse la donna con voce cordiale. <<La partenza definitiva per Milano è prevista tra mezz'ora. Ci scusiamo ancora per l'eccessivo ritardo, grazie per la vostra pazienza.>>

<<Cazzo, finalmente!!>> dissi guardando i miei amici. <<Temevo di invecchiare qui.>>

Risero alla mia affermazione. Poco dopo tornammo in fila e alle 18:00 precise eravamo seduti in aereo.

<<Ragazze, non ho mai preso l'aereo.>> disse Pedro preoccupato. <<Fatemi scendere, ho paura di svenire durante il viaggio.>>

<<Lo sapevo.>> dissi convinta attirando l'attenzione dei miei amici. <<Avrei dovuto portare dei sedativi, così stava bello tranquillo.>>

Martina rideva di gusto, mentre Pedro era tutt'altro che felice. Dopo 9 ore d'attesa in aeroporto, l'aereo finalmente decollò. Durante il tragitto ci addormentammo, eravamo davvero stanchi.

Una volta atterrati, trovammo il padre di Martina ad aspettarci. Lei corse subito ad abbracciarlo, mentre io e Pedro assistevamo felici a quella scena.

<<Ragazzi, quanto siete cresciuti.>> disse il padre della nostra amica abbracciando anche noi.

<<Signor Piave, è un piacere rivederla!>> dissi all'uomo.

<<Ilaria, dopo tutti questi anni mi dai ancora del lei?>> disse sorridendo. <<Dammi del tu, cara!>>

<<Va bene, Antonio.>> dissi sorridendo. <<Comunque, non avresti dovuto pagare il viaggio anche a noi.>> continuai a dire imbarazzata.

<<Scherzi? È stato un piacere per me.>> disse sorridendo. È davvero gentile quest'uomo.

<<Allora ti ringrazio di cuore, Antonio.>> dissi arrossendo. <<È gentile da parte tua ospitarci.>>

<<È un piacere per me avervi qui.>> disse con convinzione. <<Adesso è meglio andare, sarete sicuramente stanchi.>>

Annuimmo tutti e tre, per poi dirigerci verso la macchina. Il tragitto in auto è stato abbastanza veloce. Poco dopo arrivammo davanti la residenza del padre di Martina: era una villa enorme. Accanto alla sua c'era un'altra villa, grande quanto la sua. "È il doppio di casa mia" pensai. Scendemmo dall'auto, per poi prendere i nostri bagagli e avviarci verso la porta di casa. Una voce maschile attirò la nostra attenzione.

<<Martina!!>> disse un ragazzo avvicinandosi a noi, per poi abbracciare la mia amica.

<<Nicolas!!>> disse Martina abbracciandolo. <<Come stai?>>

<<Io sto bene, e tu come stai?>> domandò il ragazzo. <<Non mi presenti i tuoi amici?>> continuò a dire, per poi guardare me e Pedro.

<<Che sbadata, certo.... loro sono Ilaria e Pedro, passeranno le vacanze con me e mio padre.>> disse la mia amica sorridendo. <<Ragazzi, lui è Nicolas, mio cugino!>>

<<È un piacere conoscervi.>> disse il ragazzo porgendoci la mano.

<<Il piacere è nostro, Nicolas.>> dissimo insieme io e Pedro, porgendo la mano. È davvero un bel ragazzo: alto, atletico, moro, con due bellissimi occhi azzurri e delle labbra carnose.

Iniziai a fissarlo e se ne accorse. Iniziò a fissarmi anche lui, guardandomi dalla testa ai piedi. Martina si accorse del mio imbarazzo e intervenne.

<<Dobbiamo entrare in casa, cugino. Siamo stanchi e abbiamo bisogno di riposare.>> disse a Nicolas.

<<Si, certo.. scusate, non vi trattengo più. A presto.>> disse il ragazzo sorridendo, salutandoci con la mano, per poi andare nella villa a fianco. Sicuramente abita lì.

Entrammo in casa, per poi dirigerci nella stanza degli ospiti, dato che io e Pedro dormiremo lì. Dopo aver disfatto la valigia mandai, come promesso, un messaggio a Giulia, dicendole che ero a casa sana e salva.

Dopo cena guardammo un film, per poi andare a letto. Ci addormentammo poco dopo.

You'll never be mine (Lesbian Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora