Ottobre passò, e subentrò novembre. Non vedevo Giulia dal giorno del mio compleanno. L'avevo sentita poche volte, e quelle poche volte che le parlavo ero fredda e distaccata. "Elsa è tornata" ribadivano Pedro e Martina. Avevano notato anche loro il mio improvviso cambiamento. Li ignoravo ogni volta che parlavano del mio alter ego per non mandarli a fanculo.
Era un giorno di scuola come gli altri. Al suono della ricreazione andai in cortile insieme a Pedro e Martina. Mentre stavo fumando una sigaretta sentì il cellulare vibrare nella tasca dei miei pantaloni. Lo presi e lessi il nome del mittente: Giulia.
Da Giulia alle 11:15 :
<<Dobbiamo parlare. Ti va di vederci dopo scuola? Pranziamo e passiamo la giornata insieme. Mi manchi, sai?>>Guardai i miei amici, che mi guardarono a loro volta straniti.
<<Giulia mi ha appena scritto. Ha detto che deve parlarmi. Vuole vedermi dopo scuola per passare la giornata insieme. Che devo dirle?>> domandai ai miei amici. Magari mi avrebbero aiutato, dato che non sapevo davvero cosa dirle.
<<Ovvio che passerai la giornata con lei.>> <<Ovvio che non passerai la giornata con lei.>> dissero assieme Pedro e Martina.
<<Ragazzi, così non mi aiutate.>> dissi ridendo. Questi ragazzi mi confondono, hanno opinioni diverse riguardo Giulia. Decisi di seguire l'istinto.
Da me alle 11:20 :
<<Si, va bene. Ti aspetto davanti la mia scuola. A dopo.>>La campanella suonò, la ricreazione era terminata. Diedi un ultimo tiro alla mia sigaretta, per poi rientrare in classe.
-
La mattinata passò in fretta. Non appena uscì da scuola vidi Giulia che mi stava aspettando dall'altra parte della strada. La raggiunsi, per poi salutarla con un semplice bacio sulla guancia, non mi andava di abbracciarla. Sembrò restarci male per quel gesto.
<<Allora, ti va di mangiare del kebab? Non molto lontano da qui c'è un ristorantino turco che fa il kebab più buono della città.>> dissi a Giulia, accennando un sorriso. Lei annuì. Durante il tragitto nessuna delle due parlava, quel silenzio era davvero imbarazzante.
Dopo aver mangiato decidemmo di andare a fare una passeggiata al parco. Poco dopo trovammo una panchina libera e ci sedemmo.
<<Di cosa volevi parlarmi?>> le domandai.
<<Dal giorno del tuo compleanno ti comporti in modo strano. Sei diventata improvvisamente fredda con me. Ho fatto o ho detto qualcosa che ti ha dato in qualche modo fastidio?>> mi domandò guardandomi negli occhi.
Cosa avrei dovuto dirle? "Oh.. tranquilla Giulia, non hai fatto o detto nulla di male. Se la tua relazione mi infastidisce non è di certo colpa tua." Continuava a fissarmi, aspettava una mia risposta.
<<Tu... tu non hai fatto assolutamente niente. Solo che.... >> dissi non riuscendo più a parlare, per poi abbassare lo sguardo.
<<"Solo che" cosa, Ilaria? Continua, per favore.>> disse visibilmente preoccupata. Stavo per riprendere il discorso che avevo iniziato poco fa, ma una voce maschile mi interruppe.
<<Ehi Giulia, scusa il ritardo.>> disse un ragazzo avvicinandosi a lei, per poi baciarla sulle labbra. In quel momento sentì di nuovo il rumore del mio cuore che si spezzava e quel dolore al petto farsi sempre più forte.
<<Ehi, amore.>> disse lei sorridendo, per poi alzarsi dalla panchina per abbracciarlo. <<Lei è Ilaria, una mia amica. Ilaria, lui è Piero, il mio ragazzo. Era nei paraggi e ho pensato di farlo venire, spero non ti dispiaccia.>> continuò a dire. L'ultima frase mi fece terribilmente incazzare.
<<Come, scusa?>> dissi alzandomi di scatto dalla panchina. <<Puoi ripetere ciò che hai detto alla fine?>> continuai a dire con una risata isterica. Giulia aggrottò le sopracciglia non riuscendo a capire.
<<C'è qualche problema?>> mi domandò il suo ragazzo. Perché non si fa i cazzi suoi?
<<Si, in realtà sei tu il problema.>> dissi fulminandolo con lo sguardo. <<Non ti intromettere.>> continuai a dire, per poi guardare di nuovo Giulia.
<<Lei è la mia ragazza, mi intrometto quanto cazzo mi pare.>> urlò il ragazzo avvicinandosi pericolosamente a me.
<<Non ti avvicinare coglione, non provare a toccarmi.>> dissi spingendolo con tutta la forza che avevo in corpo. Barcollò.
<<BASTA, SMETTETELA!!>> urlò Giulia sconvolta. <<Ilaria, ma che ti prende?>>
<<Che mi prende?! Sei davvero così stupida da non arrivarci da sola?!>> sbottai. <<Mi hai cercato dicendo che volevi passare la giornata insieme a me perché ti mancavo. Eppure hai permesso a questo coglione di venire ugualmente. Ma cosa cazzo ti passa per la testa?!>>
<<Ila.... ma... io non pensavo che... >> disse tra un singhiozzo e l'altro. Stava piangendo, non riuscì a finire la frase.
<<Cosa, Giulia? Non pensavi che mi avrebbe dato fastidio? Hai pensato male allora.>> urlai. <<Andate a fanculo entrambi.>>
Mi allontanai da loro, senza voltarmi. Sentivo Giulia piangere sempre più forte, ma non mi importava. Non meritava la mia compassione in quel momento.
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You'll never be mine (Lesbian Story)
RomanceIlaria era una ragazzina che trovava sempre il lato positivo nelle cose. Crescendo però cambiò. Costruì un muro attorno a sé stessa. Non volle affezionarsi più a nessuno, ma, soprattutto, non permise più a nessuno di affezionarsi a lei. Ma cosa succ...