Capitolo 23

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La sveglia suonò, era arrivato il momento di ritornare alla solita routine. Mi alzai dal letto, per poi prepararmi e andare a fare colazione. Feci tutto con molto calma dato che mi avrebbe accompagnato mia madre a scuola.

Giunta a scuola, trovai Martina e Pedro ad aspettarmi, come sempre. Mancavano ancora 10 minuti al suono della campanella, così decisi di accendermi una sigaretta. Ero nervosa, terribilmente nervosa. Non ero pronta ad affrontare Giulia, non ero pronta ad affrontare un suo giudizio. Come al solito, i miei amici si accorsero del mio stato d'animo.

<<Ilaria, va tutto bene?>> dissero preoccupati.

<<Per niente.>> dissi dando un tiro alla mia sigaretta. <<Dopo scuola vedrò Giulia per raccontarle tutto.>>

<<Non capisco, perché sei così agitata? Non penso le importi il fatto che tu vada a letto con altre persone.>> disse Martina sbuffando.

<<Non è quello che mi preoccupa, infatti.>> dissi abbassando lo sguardo. <<Ciò che mi preoccupa è il fatto che possa giudicarmi in malo modo.>>

<<Ila, non pensare subito al peggio.>> intervenne Pedro. <<Eri ubriaca quella sera, magari comprenderà.>>

Io annuì, per poi gettare la sigaretta. Poco dopo suonò la campanella ed entrammo.

-

La mattinata passò veloce. Uscita da scuola, vidi immediatamente quel volto che tanto mi era mancato. Giulia era dall'altra parte della strada ad aspettarmi. Non appena mi vide un enorme sorriso comparve su quelle meravigliose labbra che desideravo, ormai da tempo, assaporare. Corse velocemente verso di me, per poi saltarmi letteralmente addosso. Barcollai a quel gesto. Finalmente era di nuovo tra le mie braccia. La strinsi così forte che per un momento pensai di starle facendo male.

<<Occhi verdi, non immagini nemmeno quanto tu mi sia mancata.>> disse staccandosi di poco per guardarmi meglio. <<Devi raccontarmi tutto.>>

Eccolo lì, di nuovo quel senso di colpa.

<<Ti racconterò ogni cosa.>> dissi con uno dei sorrisi più falsi che avessi mai potuto fare. <<Però prima andiamo a mangiare qualcosa, ti va?>>

Lei annuì. Andammo di nuovo in quel ristorantino in cui eravamo andate qualche mese fa.

Dopo aver mangiato decidemmo di andare al parco. Per tutto il tragitto camminammo a braccetto, senza mai staccarci. Giunte al parco, trovammo una panchina libera e ci sedemmo.

<<Dai Ila, voglio sapere tutto.>> disse entusiasta. <<Allora, com'è Milano?>>

<<Si... ecco... Milano è bellissima.>> dissi abbassando lo sguardo. Sulle mie labbra era appena apparso un sorriso amaro.

<<C'è qualcosa che non va?>> disse preoccupata. <<Ti comporti in modo strano oggi.>>

Stavo per esplodere, era arrivato il momento di sputare il rospo. Lei doveva sapere.

<<Sai, ho conosciuto un ragazzo mentre ero là.>> dissi con un filo di voce, guardandola negli occhi. Non ne sono tanto sicura, ma, in quel momento, mi è sembrato di vedere un velo di tristezza nei suoi occhi. <<Si chiama Nicolas, è un cugino di Martina.>>

<<Oh... e ti piace?>> mi domandò, ma il suo tono era tutt'altro che felice.

<<No... cioè si... cioè...>> iniziai a dire balbettando. Ero ufficialmente entrata nel panico. <<Fisicamente non mi era affatto indifferente. È proprio per questo motivo che....>> continuai a dire, ma mi fermai. Non riuscivo più a parlare, la paura aveva preso il sopravvento.

<<Ilaria, continua.>> disse con un tono preoccupato. Alla fine inspirai profondamente e parlai.

<<La sera dell'ultimo dell'anno io, Pedro e Martina andammo ad una festa. Iniziai a bere e la situazione mi sfuggì di mano. Mi ubriacai.>> dissi guardandola negli occhi. <<Alla festa c'era anche Nicolas, ubriaco quanto me e...>> continuai a dire, ma mi fermai di nuovo. La sua espressione diventò improvvisamente cupa. Aveva capito.

<<Siete finiti a letto insieme, non è così?>> disse con un filo di voce. Abbassai lo sguardo, per poi annuire.

Successe tutto troppo in fretta, non me ne accorsi subito. La guancia pochi secondi dopo iniziò a bruciare. Mi aveva appena dato uno schiaffo.

<<Perché l'hai fatto?>> dissi sorpresa toccandomi la guancia.

<<Sei andata a letto con uno sconosciuto, Ilaria!!>> urlò alzandosi di scatto dalla panchina. <<Ma non ti vergogni?!>>

La paura che inizialmente avevo venne sostituita dalla rabbia. Mi alzai anch'io di scatto.

<<E perché dovrei vergognarmi?! Non era uno sconosciuto, ok?! L'avevo conosciuto un paio di giorni prima. Pensi che io sia una ragazza facile? Non sono il tipo che va a letto con qualcuno la sera stessa che l'ha conosciuto.>> dissi urlando anch'io. <<E poi a te che te ne importa di ciò che faccio? Non sono di certo cazzi tuoi! Quindi non capisco perché te la stai prenden...>> continuai a dire, ma delle labbra mi interruppero baciandomi, per poi staccarsi subito dopo.

Ci misi un po' per realizzare quello che era appena successo. Giulia mi aveva appena baciata. Non riuscivo a parlare, mi limitai solo ad osservarla con un'espressione piena di stupore.

<<Mi... mi dispiace.>> disse balbettando. Aveva gli occhi lucidi. <<Io... io non avrei dovuto farlo. Dimentica tutto, per favore.>> continuò a dire, per poi scappare. Non la seguì, non riuscivo a muovermi, sembravo paralizzata.

<<Giulia, aspetta, ti prego. Io....>> urlai. <<Io mi sono innamorata di te.>> continuai a dire mormorando. Ormai era troppo lontana, non poteva sentirmi.

Mi toccai le labbra, pulsavano ancora per via di quel bacio. Non potevo crederci, la mia Giulia mi aveva baciata. Quindi, prova anche lei qualcosa per me? Ero terribilmente confusa.

You'll never be mine (Lesbian Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora