Capitolo 26

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Eravamo sedute su quel divano da diversi minuti ormai, e nessuna delle due parlava. Giulia sembrava a disagio, come se non volesse restare da sola con me. Alla fine decisi di rompere il ghiaccio.

<Allora, cosa ti va di fare?>> dissi sorridendole dolcemente. Lei mi guardò, sembrava meno agitata adesso.

<<Non so.>> disse accennando un sorriso. <<Ti va di guardare un film?>>

<<Va bene.>> dissi con tono felice. <<E film sia.>>

Andammo in camera sua, per poi metterci comode sul letto. Alla fine decidemmo di guardare Maleficent in streaming sul pc. Dopo più di un'ora e mezza il film finì.

<<La Jolie resta sempre la più figa.>> disse Giulia con convinzione.

<<Più figa di me?>> dissi facendo una posa sexy, facendola ridere di gusto.

<<Ovvio.>> disse ridendo. <<Non c'è paragone.>>

<<Ah.. si?>> dissi facendo la finta offesa. <<Questa me la paghi.>>

Mi gettai su di lei, iniziando a farle il solletico. Iniziammo a ridere, aveva le lacrime agli occhi. Mi supplicava di smetterla, ma io non ne avevo alcuna intenzione. Poco dopo riuscì a liberarsi dalla mia presa, bloccandomi per i polsi, per poi mettersi a cavalcioni su di me. Restai sorpresa da quel gesto, non riuscì più a muovermi.

<<Non ridi più adesso, Ilaria?>> disse con un filo di voce, continuando a restare sulle mie gambe. Non parlai, la gola mi era diventata secca. Mi limitai solo ad osservarla.

<<Posso farti una domanda?>> continuò a dire con tono insicuro. Io annuì, per farle capire che poteva continuare a parlare. <<Come mai odi così tanto Piero?>>

<<Perché me lo chiedi?>> dissi cercando di apparire il più tranquilla passibile. In realtà quella domanda mi aveva parecchio agitata. Inoltre la posizione in cui eravamo non mi aiutava affatto.

<<Perché ho notato che non ti sta molto simpatico.>> disse accennando un sorriso. <<Allora? Non hai ancora risposto alla mia domanda.>>

<<È vero.. non mi sta per niente simpatico, ma non lo odio.>> dissi con tono tranquillo. Era vero, non odiavo quel ragazzo. In realtà lo invidiavo, perché lui poteva baciarla, toccarla, farci l'amore, mentre io no. Inspirai profondamente, per poi riprendere a parlare. <<Solo che... non capisco perché tu stia insieme a lui. Tu non lo ami.>>

<<Perché pensi che io non lo ami?>> disse aggrottando le sopracciglia.

<<Perché se fosse stato il contrario, oggi non l'avresti mollato per rincorrere me.>> dissi guardandola negli occhi, per poi posizionare le mie mani sui suoi fianchi. <<Lui non è la persona giusta per te, Giulia.>>

<<E chi sarebbe la persona giusta per me, Ilaria?>> disse mettendo le sue mani dietro al mio collo, avvicinandosi pericolosamente a me. I nostri volti ora erano troppo vicini. Sentivo il suo respiro sulle mie labbra.

<<Qualcuno che ti faccia ridere. Qualcuno che ti dica quanto tu sia fottutamente bella. Qualcuno che apprezzi ogni tuo pregio e difetto. Qualcuno che, ogni giorno, ti dica quanto sia pazzamente innamorato di te.>> dissi, continuando a guardarla più intensamente negli occhi, per poi accarezzarle i fianchi. <<Tu meriti solo il megl...>> continuai a dire, ma delle labbra mi interruppero, per poi staccarsi subito dopo dalle mie. Mi aveva baciata, di nuovo.

<<Ila... mi dispiace... non avrei dovuto.>> disse provando a togliersi da sopra le mie gambe, ma io la bloccai continuando a tenerla per i fianchi. Sussultò a quel gesto.

<<No, questa volta non vai da nessuna parte.>> dissi continuando a tener ben salda la presa.

<<Io... io non posso...>> disse con un filo di voce. Stava tremando.

<<Non puoi o non vuoi, Giulia? C'è differenza tra le due cose.>> dissi con tono serio. Continuava a guardarmi senza parlare, aveva gli occhi lucidi.

<<Se non vuoi, allora fermami.>> dissi avvicinandomi lentamente alle sue labbra. <<Fermami.>> continuai a dire sussurrando, per poi annullare ogni distanza. Una lacrima bagnò il suo viso non appena la baciai.

Fu un bacio lento, dolce, desiderato. Le sue mani mi accarezzavano dolcemente le guancie, provocandomi dei brividi lungo tutta la schiena. Le tolsi lentamente la maglietta, per poi farla stendere sul letto. Questa volta ero io a cavalcioni su di lei. Iniziai a baciarle il collo, facendole diventare il respiro sempre più irregolare. Mi tolsi anch'io la maglietta, per poi baciarle le labbra, dando piccoli morsi. Iniziai a scendere sempre più giù, lasciando piccoli baci umidi su tutto il suo busto. La sentivo dimenarsi sotto di me, voleva di più. Stavo per sbottonarle i jeans quando sentimmo la porta di casa aprirsi.

<<Tesoro, siamo a casa!>> urlò sua madre non appena entrò a casa. Io e Giulia ci guardammo, per poi scoppiare a ridere. Quella situazione era stranamente divertente, oltre che imbarazzante.

Le diedi un ultimo bacio prima di rivestirci. Poco dopo raggiungemmo sua madre in cucina, continuando a scambiarci sguardi complici.

You'll never be mine (Lesbian Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora