Capitolo 33

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Inspirò profondamente, chiudendo gli occhi, per poi espirare e riaprirli.

<<Sai cosa notai di te la prima volta che ti vidi?>> mi domandò accennando un sorriso. Scossi la testa, invitandola a continuare. <<Gli occhi, Ilaria. Mi imbarazzai subito non appena quei tuoi splendidi occhi verdi si posarono su di me, e non riuscivo a capirne il motivo. Quella sera, al compleanno di Andrew, notai il tuo fissarmi con insistenza. Volevo assolutamente parlarti, ma mi vergognavo. Poi, però, presi coraggio, e non appena ti vidi uscire fuori, ti seguì, vedendoti imprecare a causa dell'accendino, proprio come poco fa.>> continuò a dire ridendo, ripensando a quella scena.

<<Quel maledetto accendino è sempre sperduto.>> dissi facendola ridere ancora di più. Poi ritornò seria e riprese a parlare.

<<Dopo quella sera non ti vidi più. Nemmeno ti conoscevo, eppure eri costantemente nei miei pensieri. Tre mesi dopo trovai su Facebook la tua richiesta d'amicizia, ed il mio cuore esplose di gioia. Quando mi hai scritto credevo mi sarebbe venuto un infarto.>> disse facendomi ridere. <<Dopo quel giorno iniziammo a parlare, a conoscerci, diventando, pian piano, amiche, e quando al compleanno di Rosaria ti mostrasti fredda e distaccata, ci rimasi molto male, perché non riuscivo a capire quale fosse il problema. Poi, però, mi dicesti che facevi fatica a fidarti delle persone. Fu lì che capì: eri spaventata, avevi solo bisogno di certezze da parte mia.>> continuò a dire, accenando un sorriso che ricambiai subito.

<<Continua, ti prego.>> dissi con tono quasi supplichevole. I miei occhi stavano pian piano iniziando ad inumidirsi ad ogni sua parola.

<<Quando mi abbracciasti per la prima volta, mi venne la pelle d'oca, Ilaria. Avevo brividi lungo tutta la schiena, e non erano causati dal freddo dato che eravamo in piena estate. Fu lì che mi accorsi di provare qualcosa per te, qualcosa che andava oltre la semplice amicizia. Prima di conoscerti, non avevo mai provato certe cose per una ragazza, e questo mi spaventava. Fu proprio per questo motivo che, durante l'estate, ti allontanai ed iniziai a conoscere Piero, perché dovevo in qualche modo reprimere ciò che stavo iniziando a provare per te. Ma niente di tutto questo funzionò, e a causa del mio stupido comportamento ti allontanasti. Stavo male, e l'unica cosa che volevo era riavere indietro la mia Ilaria.>> disse accarezzandomi dolcemente una guancia con una mano. Una lacrima rigò il mio viso, ma venne subito asciugata da lei. <<Poi, però, riuscì a riconquistare la tua fiducia e il nostro rapporto tornò, pian piano, quello di prima. Quando al tuo compleanno ti confessai di essermi fidanzata, notai un velo di tristezza nei tuoi occhi. Diventasti di nuovo fredda e distaccata, ma non riuscivo a capirne il motivo. Poi, al parco, la tua scenata di gelosia mi fece capire tutto. Inoltre, il tuo odio verso Piero mi diede un'ulteriore conferma: anche tu stavi iniziando a provare qualcosa per me.>> continuò a dire accennando un sorriso.

<<Non è vero, non l'ho mai odiato quel ragazzo.>> dissi con sincerità. <<Ero solo invidiosa. Lui poteva averti, mentre io no.>>

<<Non l'ho mai amato, Ilaria. Non ci sono nemmeno andata a letto. Il mio cuore apparteneva già ad un'altra persona, e quella persona eri tu.>> disse abbassando lo sguardo imbarazzata. Le accarezzai il viso, facendo arrossire ancora di più le sue guance. Mi guardò, per poi sorridere e riprendere a parlare. <<Quando mi dicesti di dover partire per le vacanze di Natale, ti dissi di non combinare cazzate, ricordi? Ma sapevo che sarebbe successo qualcosa una volta giunta a Milano, me lo sentivo. Quando tornasti mi dicesti di essere andata a letto con quel ragazzo, Nicolas. Ci rimasi male, ero arrabbiata, ferita, e per questo motivo ti diedi uno schiaffo, ma tu non riuscivi a capire il perché di quel gesto. L'unico modo per fartelo capire era solo uno: baciarti. Ma subito dopo averlo fatto mi accorsi di aver combinato una cazzata e scappai. Non volevo rovinare la nostra amicizia, per questo motivo non ho voluto più parlare di quello che era successo.>>

<<Mi dispiace.>> dissi prendendo le sue mani tra le mie. <<Non era mia intenzione farti soffrire. Nicolas non contava nulla per me. Ero ubriaca quella sera ed ho fatto una grandissima cazzata.>> continuai a dire. Lei annuì, sorridendomi. Sapeva che ciò che stavo dicendo era la verità.

<<Sai quando mi accorsi di essere innamorata di te?>> disse accarezzandomi le mani, per poi sorridermi. <<Il giorno del mio compleanno. Fu lì che capì di amarti alla follia. Non appena lessi la tua lettera, il mio cuore iniziò a battere sempre più forte. Quel giorno, quando Piero ci interruppe e tu te ne andasti, volevo te al mio fianco, non lui. Io non potevo lasciarti andar via. E quando sul mio letto mi dicesti tutte quelle meravigliose parole, non riuscì più a controllarmi: ti baciai, di nuovo. Ma quella volta tu non mi lasciasti andare e mi baciasti. Ero così felice, Ilaria, perché finalmente ne avevo la certezza: tu provavi le stesse cose che provavo io per te. E vogliamo parlare di quando abbiamo fatto l'amore? Certe emozioni non le avevo mai provate con nessuno. Fare l'amore con la persona che ami è la cosa più bella di questo mondo.>>

Lei mi ama, mi ama davvero, ed io sono stata una stupida a non perdonarla quel giorno in ospedale. Iniziai a tremare e a piangere. Le emozioni mi avevano totalmente sovrastata, ed il mio cuore stava per esplodere.

<<Ehi, va tutte bene, non piangere.>> disse abbracciandomi, per poi asciugare le mie lacrime e riprendere a parlare. <<Quel giorno, dopo aver fatto l'amore con te, commisi un grandissimo errore: ti lasciai andare. Malgrado ti amassi, sono stata così stupida da lasciarti andare per colpa della mia fottuta paura. Quel maledetto giorno hai rischiato di morire, e non appena l'ho saputo, il mondo mi crollò addosso. Non sarei riuscita ad andare avanti senza i tuoi baci, le tue carezze, i tuoi abbracci. Non sarei riuscita ad andare avanti senza quegli occhi verdi che, ogni volta, mi guardano come se fossi la cosa più preziosa di questo mondo. Dopo l'incidente, sperai ogni giorno che tu ti risvegliassi. Ero così felice quando Pedro mi disse che finalmente avevi riaperto gli occhi. Non appena ti raggiunsi in ospedale, però, mi dicesti di non volermi più vedere, non riuscivi a perdonarmi. Fu in quel momento che il mio cuore si spezzò in due: non sarei riuscita a vivere senza di te.>>

<<Perdonami, Giulia. Perdonami.>> dissi alzandomi di scatto dalla panchina, non riuscendo più a controllare le lacrime. <<Ho sbagliato. Ero arrabbiata, delusa. Non avrei mai dovuto dirti quelle cose, non avrei mai dovuto lasciarti andare. Io...>> continuai a dire, ma si alzò, per poi afferrare il mio viso e zittirmi con un bacio.

Fu un bacio lungo, pieno d'amore e passione. Mi erano mancate quelle labbra: come ad un pesce poteva mancare l'acqua, come ad un fumatore poteva mancare la sua sigaretta. Ci staccammo di poco per riprendere fiato, restando sempre l'una tra le braccia dell'altra.

<<Non voglio più pensare al passato.>> disse appoggiando la sua fronte contro la mia. <<Adesso voglio solo vivere il presente. Sei tu il mio presente, Ilaria, ed io voglio amarti, senza paura.>>

<<Non ti lascerò mai più andare, te lo prometto.>> dissi lasciandole un casto bacio. <<Sei l'amore della mia vita, ed io ti amerò fino alla fine dei miei giorni.>>

You'll never be mine (Lesbian Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora