Capitolo 28

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L'indomani mi svegliai di buon umore. Mi alzai dal letto, mi preparai velocemente e andai a fare colazione. Una volta uscita da casa, presi l'autobus, per poi arrivare a scuola. Come al solito, Pedro e Martina mi stavano aspettando davanti l'entrata. Li salutai, per poi abbracciarli.

<<Ila, quando parlerai con Giulia riguardo Piero?>> mi domandò la mia amica.

<<Questo pomeriggio andrò a casa sua. Quindi ne approfitto per parlarle.>> dissi accennando un sorriso.

<<Si, certo.>> disse Pedro dandomi una piccola pacca sulla spalla, guardandomi in modo malizioso. <<Sicuramente parlerete.... dopo aver fatto attività fisica a letto, però.>> continuò a dire, facendomi l'occhiolino.

<<Sei proprio un coglione!>> dissi scoppiando a ridere, facendo ridere anche i miei amici. Poco dopo la campanella suonò ed entrammo.

-

La mattinata passò in fretta. Dopo scuola tornai a casa, mangiai e mi diedi una sistemata veloce. Presi le chiavi e il casco, per poi salire sul mio scooter, mettere in moto e partire. Dopo una ventina di minuti arrivai davanti casa di Giulia. Parcheggiai e suonai il campanello. Poco dopo venne ad aprirmi.

<<Ehi, belliss...>> dissi, ma mi interruppe prendendomi per la maglietta, per poi tirarmi dentro casa, chiudere la porta alle mie spalle e spingermici contro. Portò le sue mani sulle mie guance, iniziando a baciarmi con foga. <<Noto con piacere che ti sono mancata.>> continuai a dire sulle sua labbra, accennando un sorriso e prendendola per i fianchi.

<<Non immagini nemmeno quanto.>> disse staccandosi di poco da me per guardarmi meglio. Avrei giurato di vedere un fuoco ardere dentro quei suoi occhi marroni. Il suo sguardo era lussurioso, pieno di desiderio. <<Dobbiamo finire ciò che abbiamo iniziato ieri.>> continuò a dire, accennando un sorriso malizioso.

<<Stai giocando col fuoco, Giulia. Potresti scottarti.>> dissi facendola avvicinare ancora di più a me. Le nostre labbra ora erano vicinissime. <<Questa volta la mammina non ti salverà.>>

<<Non voglio essere salvata, infatti.>> disse mordendosi il labbro inferiore, continuando a guardarmi. Non ce la facevo più, desideravo toccare e baciare quel corpo da troppo tempo ormai.

La sollevai, prendendola per le cosce, per poi portarla in camera sua. La poggiai delicatamente a letto, facendola distendere sotto di me, per poi baciarla. Ero talmente presa dal momento che scordai completamente di doverle parlare.

<<Aspetta, aspetta.>> dissi staccandomi improvvisamente da lei. Mi guardò in malo modo, come per dire "ma davvero hai osato aprir bocca proprio adesso?". <<Dobbiamo parlare.>>

<<Sicura di voler parlare?>> disse infilando le mani dentro la mia maglietta, per poi accarezzarmi delicatamente la schiena. Sussultai a quel gesto, l'eccitazione cresceva ogni secondo di più.

<<Fanculo! Parleremo dopo.>> dissi fiondandomi di nuovo sulle sue labbra, facendola ridere.

<<Voglio fare l'amore con te, Ilaria.>> sussurrò tra un bacio e l'altro.

<<Davvero?>> dissi staccandomi di poco da lei per guardarla negli occhi, per poi sorriderle. Lei annuì, sorridendo a sua volta. <<Lo voglio anch'io, Giulia.>> continuai a dire. Ero così felice in quel momento. Lei mi desiderava, esattamente come io desideravo lei.

<<Allora basta parlare.>> sussurrò avvicinandosi a me, per poi far sfiorare i nostri nasi. <<Fammi tua.>>

Non me lo feci ripetere una seconda volta. Iniziai a baciarle dolcemente le labbra, assaporandole, per poi scendere al collo e succhiarlo avidamente. Le lasciai un segno abbastanza evidente, per far capire a chiunque lo vedesse che lei era di mia proprietà adesso. Sussultò a quel gesto, facendo fuoriuscire dalla sua bocca un piccolo gemito. Il suo respira era pesante, irregolare. Le tolsi la maglietta e il reggiseno, ammirando il suo seno perfetto. Lei fece lo stesso con me, per poi osservarmi con occhi pieni di lussuria.

<<Sei davvero bellissima, Giulia.>> le dissi passando lentamente una mano lungo tutto il suo busto, per poi iniziarle a dare baci umidi sul seno. Non parlava, continuava a dimenarsi, ad ansimare.

Le sbottonai i jeans, per poi toglierli. Li tolsi anch'io, buttandoli in un angolo della stanza, per poi ritornare a concentrarmi su di lei. Il suo corpo era bollente a contatto col mio, potevo benissimo sentirlo. Infilai lentamente la mano dentro le sue mutandine, facendole inarcare la schiena. Sorrisi, soddisfatta.

<<Mmh... sei così eccitata.>> le sussurrai in modo sensuale vicino l'orecchio, per poi morderle il lobo. Sussultò a quel gesto.

<<Ilaria, ti... ti prego. Vo.. voglio di più.>> disse supplicandomi. Sapevo benissimo ciò che voleva da me.

Le tolsi le mutandine, per poi togliere anche le mie. La baciai dolcemente, per poi far sprofondare due dita dentro di lei. Gemette sulle mie labbra non appena lo feci, graffiandomi violentemente la schiena, per poi aggrapparsi alle mie spalle. Le sue gambe ora erano saldamente allacciate attorno alla mia vita. Ad ogni spinta si stringeva sempre di più a me, gemendo sempre più forte. Poco dopo venne, raggiungendo l'apice del piacere.

Mi distesi di fianco a lei, facendo poggiare la sua testa sopra al mio petto.

<<Ti amo, Giulia.>> sussurrai accarezzandole i capelli.

You'll never be mine (Lesbian Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora