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3 settimane dopo.

Sono al telefono con padre Pascal,stiamo discutendo di un importante progetto per aiutare una casa famiglia,sarebbe grandioso avere più soldi a disposizione per riparare parte del tetto della struttura,comprare dei vestiti nuovi ai bambini,e soprattutto poter garantire loro una buona istruzione.
Concludo la telefonata,chiedendogli ancora un po' di tempo,per pensare bene al da farsi.
So bene la soluzione ideale quale sarebbe,organizzare un evento di beneficenza,ma non me la sento di affrontare tutta quella gente. Sono solo tre settimane da... quando la mia vita si è sgretolata. Mi sono buttata a capo fitto nella mia passione più grande,il volontariato e sto pensando molto seriamente di partire per qualche posto lontano. Ma le cose da sistemare sono veramente tante,prima di tutto la casa in cui vivo. Pochi giorni dopo aver scoperto che Esteban mi aveva lasciato,sono stata contattata dal signor Nicola.
Esteban stava progettando di lasciarmi già da qualche tempo,perché ho scoperto che si era già organizzato nel minimo dettaglio. Mi ha lasciato la casa e una rendita mensile molto sostanziosa. Ovviamente il mantenimento l'ho rifiutato,non ho bisogno dei suoi soldi per vivere,per fortuna,ma la casa...
Sono stata costretta ad accettare per un semplice motivo,non posso tornare a vivere a casa di mia madre,non posso vivere sotto lo stesso tetto di Anna,quindi anche se vivo male in questa casa,perché ogni angolo mi ricorda tutto di lui.
Ingoio il familiare groppo che mi si è formato alla base della gola,vorrei odiarlo con tutta me stessa,se lo meriterebbe! Ma la verità è che non ci riesco ,nonostante tutto lo amo,e questo sentimento non morirà mai definitivamente. Mi sono convinta che con il tempo mi abituero a convivere con questo dolore,ma l'amore non andrà mai completamente via da me.
Il campanello mi distrae momentaneamente da questi pensieri,vado ad aprire la porta,Roberto con aria impacciata sta lì fermo. Mi sono comportata molto male con lui quella notte,addirittura l'ho minacciato con un taglia carte,non è colpa sua se Esteban mi ha spezzato il cuore,sospiro e mi faccio da parte invitandolo ad entrare.
"Non sapevo se ti avrebbe fatto piacere vedermi.." Inizia a dire,mi rendo conto che è difficoltà. Mi sforzo di formare l'ombra di un sorriso e gli dico: "In realtà ti devo delle scuse. Mi sono comportata in modo vergognoso con te. Anche se Esteban si è comportato male,tu non centri nulla."

Si massaggia la nuca,è pensieroso, come se volesse dirmi qualcosa.
"Sono sicuro che Esteban non intendeva farti soffrire."

Resto impassibile "Calcolando che mi ha lasciata con quattro righe scritte,dubito fortemente che fosse interessato al mio benessere."

Resta in un silenzio imbarazzato,provo quasi pena per lui quindi decido di aiutarlo.
"Comunque,Roberto,abbiamo già chiarito che tu in questa situazione non hai colpa. Anzi,preferirei non sentire più pronunciare il suo nome."

Resta spiazzato e non riesco a capire il perché ,cosa si aspettava dopo il suo comportamento?
"Va bene,ti ho portato i documenti della casa,e volevo chiederti un'ultima volta se sei sicura di non volere l'assegno mensile."

Lo Interrompo subito "No,va bene così. Se avessi un posto mio dove andare,non avrei accettato nemmeno la casa. Ma capirai che non ho intenzione di tornare a vivere con Anna."

"Certo. Mi sembra ovvio."
Mi alzo in piedi,facendogli capire che la visita può terminare,non ho nulla contro di lui,ma la sola vista di Roberto mi porta alla mente ricordi troppo dolorosi.
Si alza anche lui,si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia.
"Prenditi cura di te,e ricorda che sono tuo amico. Potrai chiamarmi sempre, per qualsiasi cosa."

Gli sorrido con occhi ludici,mormorando confusamente: "Grazie."

Non fa in tempo ad andare via che sento di nuovo bussare il campanello. Alzo gli occhi al cielo pensando che abbia dimenticato qualcora,corro alla porta ed apro esclamando "Cosa hai dimenticato?"

Resto di sasso quando vedo Ricardo e non Roberto. Restiamo a guardarci per qualche secondo, perfettamente immobili. Non so se ho voglia di parlare con lui in questo momento, quindi resto ferma li dove sono e gli chiedo
"Come mai sei qui?"

"Ho bisogno di parlarti. Posso entrare?"

Ci guardiamo per altri cinque secondi,poi lentamente mi faccio da parte.
Ci sediamo in salotto,mi sento un po' in colpa nei confronti di Esteban,poi mi ricordo che non gli devo nulla.
Anzi,forse è una piccola vendetta questa!
"Cosa ti ha portato qui? "

Mi sembra sia ritornato il ragazzo dolce e gentile di sempre.
"Innanzi tutto sono venuto a vedere con i miei occhi come stai." Abbasso lo sguardo imbarazzata.
"È inutile girarci intorno,la notizia che Esteban ti abbia abbandonata inizia a circolare. Ti prego non fare quella faccia!"

"Che faccia dovrei fare?"

"Sto male. Il pensiero che tu abbia sofferto per colpa mia mi fa soffrire e il pensiero che tu lo abbia sposato a causa mia,mi fa sentire peggio."

"Ti ho già detto che non l'ho sposato per questo. E sinceramente non voglio parlare del mio matrimonio con te. Quindi per favore vieni al punto!"

"Se ci sono stati dei problemi,certamente non riguardavano te. Non essere arrabbiata con me,non parleremo di quello di cui non vuoi parlare. Ma permettimi di esserti amico. Anch'io ho sofferto e sto soffrendo tanto. So come ti senti in questo momento."

In cuor mio so che è vero,forse lui è stato tradito nel modo peggiore. Anna lo ha sposato solo per i suoi soldi,Esteban si è sposato per noia.
"Hai ragione,solo che in questo periodo sono un po' suscettibile. Non ce l'ho con te..è solo che ho intorno tutte persone che in un modo o nell'altro mi ricordano...Lui. "
Dalla sua espressione sembra capirmi.
"È normale che tu lo sia. Le prime settimane sono stato intrattabile,posso assicurarti che il tempo guarisce ogni ferita,anche se nel mio caso ne ha aperte altre."

Lo guardo confusa
"A cosa ti riferisci?"

Sorride sornione"Sono sicuro che non sei ancora pronta per parlare di questo."

Non gli rispondo,non voglio che la conversazione prenda una piega diversa.
"Sono venuto per invitarti a cena fuori e per discutere dell'asta di beneficenza che padre Pascal vorrebbe organizzare. Me ne ha parlato mia mamma,ed io so benissimo che tu sei bravissima in queste cose."

"In realtà padre Pascal mi ha chiesto di organizzare un evento sociale poco fa,è solo che non me la sento ancora di trovarmi in pubblico con gli sguardi di tutti addosso."

In quel momento arriva Carmen che guarda palesemente male Ricardo.
"Carmen,per favore ci porti qualcosa da bere ? Una limonata fresca magari..per te va bene,Ricardo?"

Annuisce brevemente.
Una volta soli torna a parlare.
"Se tu affrontassi la cosa da sola,capisco che potrebbe crearti un po' di fastidio. Ma se tu organizzassi l'evento nella mia villa,e se io ti facessi da cavaliere..."

Lo Interrompo subito.
"Ricardo,non so se sono ancora pronta per questo. Mi sento Come se fossi a lutto..."

Gentilmente mi prende una mano tra le sue "Ed è come se lo fossi in realtà. Devi elaborare il dolore e l'amarezza che hai dentro. Permettimi di aiutarti. Non voglio saperti in questa casa da sola a soffrire."

Arriva Carmen, ed io ritiro la mano dalle sue. Posa il vassoio sul tavolo e va via,capisco dal suo comportamento che è infastidita ma non stiamo facendo nulla di male.stringo le labbra in una linea sottile,non devo dar conto più a nessuno delle mie azioni e poi non sono io quella che ha abbandonato qualcuno!
Gli offro il bicchiere pieno di ghiaccio e limonata,accetta ed iniziamo a bere. Lui mi studia ed io cedo sotto il suo esame
"E va bene. Verrò a cena con te,ma una cosa informale e non so se Accetterò di occuparmi dell'evento. "

Sorride contento, penso che non si aspettava un mio si.
"Va benissimo così, per ora."

Restiamo a parlare ancora un po' di argomenti neutrali,quando si alza per andare via,mi prende di nuovo la mano e mi dice:"Per favore,per qualsiasi necessità non esitare a contattarmi."

Ritiro la mano, di nuovo. Non mi piace essere toccata,preferisco tenere a distanza l'intero mondo mi fa sentire meglio.
Ci salutiamo e finalmente va via.
Spero di non essermi pentita di aver accettato il suo invito.

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