☆Capitolo 57☆

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Sono riuscita a trascinare Ricardo sul letto, a chiamare Mercedes che mi ha portato l'occorrente per disinfettarlo.
"Forse dovremmo andare al pronto soccorso,sei messo male."

Scuote piano la testa. "No,non voglio andarci. Posso chiedere a Mercedes di  aiutarmi se ti fa impressione."

"Non dire sciocchezze. Diciamo che quei due cretini mi hanno solo preceduta."

"Cristo! Volevi aggredirmi anche tu!"

Ha il viso tumefatto,un occhio gonfio,il naso impiastricciato di sangue,un labbro spaccato. Deve soffrire veramente tanto,non capisco perché rifiuta l'aiuto di un medico.

"Ricardo ho paura che il naso sia rotto,dovremmo andare in ospedale."

"Ti ho già detto di no! Come mai sei tornata?"

Dal suo tono acido capisco che è ancora arrabbiato con me,peggio per lui,perché io lo sono molto di più. Anna è stata una vera stronza negl'ultimi mesi,una spina nel fianco ma nessun bambino merita il destino che Ricardo ha scelto per suo figlio. I bambini sono esseri innocenti,vanno protetti e amati e mai e poi mai devono pagare le conseguenze di un cattivo comportamento da parte di uno dei due genitori.
Per il momento decido di aiutarlo a stare meglio,dopo avremo tutto il tempo per parlare.
Mercedes torna in camera con il ghiaccio che le avevo chiesto.

"Mercedes per favore dammi un asciugamano. E prepara un antidolorifico per il signore."

"Si,signora."

Metto il ghiaccio in un asciugamano e lo poggio delicamenta sulla occhio più gonfio,sono stata attenta a non fargli male ma sussulta ugualmente.
Preferisco non pensare ad Esteban,né tanto meno a Roberto. Come hanno potuto? Picchiare un uomo in questo modo?
Che cosa é diventato Esteban in questi mesi? Ho come l'impressione di non conoscerlo più.
Resto in silenzio,avevo tanti discorsi pronti mentalmente ma la scena alla quale ho assistito mi
ha svuotato completamente la testa.
Continuo ad aiutarlo,aspetto pazientemente che prenda le sue pillole e solo quando é un po' più lucido mi decido a parlare.

"Sono tornata a casa tua perché non potevo credere alle parole di mia sorella..."

"Ah! Se sei venuta per quello puoi anche tornare indietro. Sono stato già preso in giro,pestato,umiliato e deriso abbastanza. Sono stanco,Mariana. Molto,molto stanco. Non ho intenzione di prendere ancora parte ai giochetti di Anna."

Lo guardo duramente. Mi alzo e getto l'asciugamano sporco sul letto.
"Nessuno può darti torto. Però prima di arrivare a dire simili assurdità ci sono delle cose da prendere in considerazione. Punto numero uno: accompagnala da un ginecologo e assisti ad una visita. Richiedi un esame del DNA. E se nel caso mia sorella avesse mentito ancora,solo in quel caso sei autorizzato a sparare simili cazzate!"

Sospira pesantemente. Capisco che sia stanco e provato ma non può passarla liscia su quest'argomento. Un uomo non si comporta in questo modo. Mi ritrovo a pensare che Esteban mai e poi mai mi avrebbe detto di abortire,nonostante tutto.

"Che cosa devo fare ancora? Cosa? Disegnarmi una croce in fronte? Strisciare ai suoi piedi? Che cosa cazzo devo fare ancora???"

Vedo il dolore nei suoi occhi mentre sputa fuori le ultime parole. Da un lato capisco cosa sta provando,ma proprio non riesco ad accettare che Ricardo possa aver suggerito una cosa simile. Lui così buono,disponibile,gentile.
"Quando è successo ?"

Mi guarda spaesato non capendo dove voglio arrivare,così continuo:

"La sofferenza ti sta mangiando al punto da rinnegare tuo figlio. Non posso obbligarti  a riconoscerlo o ad amarlo. Ma posso assicurarti che Anna non abortirà. Sarà una stronza egoista e su questo non si discute,ma mio nipote non ha alcuna colpa. Il suo destino non sarà segnato dall'odio. Mi occuperò io stessa della sua felicità,costì quel che costi!"

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