Prologo

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Gente che spinge, gente che urla, gente che si vanta dei figli con gli altri genitori. Non assistevo a questo spettacolo da ormai tre anni e adesso, che sono tornata da poco nel mio paese, non mi sembra vero di essere qui.

"Bridget, mi stai ascoltando?" mi chiede Margot. Siamo sedute sull'erba e stiamo assistendo allo spettacolo che organizzano sempre qui a Doncaster. Centinaia di bambini cantano, ballano e recitano mentre i genitori, in evidente stato di ansia, li guardano sorridenti.

"Scusami mi ero persa" ammetto. Ritornare in questo posto comporta per me vivere un sacco di ricordi, emozioni e delusioni.

"E' arrivato.." lascia la frase in sospeso puntando la testa verso lo stand delle birre. So benissimo di chi sta parlando e mi sforzo di non voltarmi della sua direzione. Mi limito a sospirare e mi rimetto a guardare i bimbi che ballano la canzone delle Las Ketchup. Quest'anno lo spettacolo tratta i decenni passati - dagli anni '60 ad oggi - e ci ricorda i momenti più importanti dal mondo dei vip, alla storia passando per lo sport. Distolgo lo sguardo dalle bambine che ballano Asserje e fisso l'edificio sulla nostra sinistra, ormai lasciato andare.

Mi ricordo come se fosse ieri il giorno in cui feci la mia prima recita. Non andavo mai all'asilo e iniziai a farlo le ultime settimane solo perché mi era stata affidata la carica della Regina. Avremo recitato la favola di 'Cenerentola' adattandola come meglio potevamo e modificandola dove non ci piaceva. Ecco, così la carica della Regina spettò a me. Inizialmente non volevo partecipare ma quando mi dissero chi era il Re, continuai ad andare all'asilo per il resto dei giorni. Se mi avessero detto che una bambina può innamorarsi all'età di cinque anni non gli avrei creduto. Ma adesso, lo farei.

Tutti i giorni, dopo la colazione a metà mattina, ci portavano in palestra per provare il nostro pezzo. James ed io dovevamo fingerci sposati, con un figlio principe a carico che non accettava l'idea di non aver trovato ancora l'amore della sua vita. Che stupido, pensavo.

E così, arrivò anche il grande giorno. Dopo aver fatto disperare mia madre perché avevo paura di fare brutte figure e di aver rifiutato di mettermi il vestito rosa cinque minuti prima di uscire di casa, arrivai all'oratorio di Saint Paul.

"Sei agitata?" mi chiese James guardandomi con quegli occhi marroni.

"Molto.." risposi fissandolo "E tu?"

Indossava un paio di pantaloni neri e un corpetto blu con le spalle color oro. Se stringo gli occhi e inspiro profondamente riesco ancora a ricordarmi bene ogni particolare e sentire le emozioni che provai.

"Non tanto" mi sorrise e mi strinse forte la mano. Solo allora mi accorsi che me la stava tenendo. Il mio cuore prese a battere forte e capii in quel momento che c'era qualcosa che non andava. Gli sorrisi timidamente e lui mi lasciò andare proprio mentre la maestra venne a chiamarci. "Forza bambini. Andiamo in scena!!" annunciò tutta euforica e eccitata.

Io e James ci lanciammo un'occhiata d'intesa e ci dirigemmo verso i nostri posti. La grande tenda che ci separava dal pubblico era ancora chiusa e potevamo sentire il chiacchiericcio dei nostri genitori. Quando la maestra ci fece cenno che la recita stava per iniziare, feci un profondo sospiro e, non appena il sipario si aprì lanciai uno sguardo alla folla per vedere se riuscivo a vedere i miei genitori. Erano infondo, vicino alla porta e io mi sbilanciai più volte dal mio trono - una sedia in legno tutta lavorata - per salutarli con la mano. Sorridevano e mio padre mi stava riprendendo con una di quelle vecchie cineprese.

La storia iniziò, prima con l'arrivo di Cenerentola poi con l'episodio delle sorellastre e continuò ancora con il principe che cantava una canzone imbarazzante che fece ridere tutto il pubblico. Mano a mano che il momento clou si avvicinava, mi sentivo sempre più agitata.

Leo, il nostro compagno di classe che faceva il colonnello, annunciò il ballo e dopo aver battuto il bastone due volte a terra, tutte le candidate 'spose' per il principe, scesero in ballo.

Io e James ci prendemmo per mano e lui con quella sinistra mi strinse il fianco conducendomi a centro pista dove 'nostro figlio' e cenerentola stavano già danzando mano nella mano.

Facemmo due passi scoordinati, mi fece fare una piroetta e mi tirò a se finendo la canzone con un sonoro bacio sulla guancia. Il pubblico scoppiò in un fragoroso applauso e alcuni si alzarono anche in piedi. Il sipario si chiuse, segno evidente che erano appena finiti i miei tre anni di asilo poco vissuti e fui consapevole che da quel momento, la mia vita sarebbe cambiata. E anche qualcosa dentro il mio cuore subì un cambiamento.

I forget to forget youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora