Capitolo 11 - Bridget

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Harry tira pugni al muro e sono costretta a medicarlo e fasciarlo, James fa lo stesso e non ho potuto fare finta di niente. Quando gli ho toccato la mano per la prima volta ho sussultato sentendo la scarica elettrica dei nostri corpi a contatto ma ho fatto finta di niente. Non devo lasciarmi abbindolare ancora, l'ho fatto una volta e il risultato non è stato gran che, anzi ha fatto proprio schifo.

"Mi stai ascoltando, Bridget?" Madyson, la mia compagna di stanza è seduta nel letto accanto al mio con le gambe incrociate e con il libro di economia di fronte a se.

"No, scusami sono stanca. Stamani la Signora Grayson ci ha sfondato il cervello: 100 pagine in un'ora!"

"Non mi aiuti" esclama sorridendo e prendendosi il viso tra le mani.

Alzo le spalle come per scusarmi: "Dimmi."

"Ricordi per caso i tipi di società? Ho preso gli appunti ma credo che mi manchi qualcosa".

Dieci minuti più tardi le ho riempito una pagina del quaderno con le mie spiegazioni. "Sei peggio del Professor Robert" borbotta, ma poi scoppia in una risata fragorosa. Le tiro il mio cuscino e mentre lei sghignazza bussano alla porta.

"Vai tu, io non aspetto nessuno" annuncia rimettendosi a capo basso sul foglio.

"Vagabonda" sussurro sorridendo e protendendomi verso la porta.

"Bridgeeeeet" urla Margot buttandosi su di me a peso morto. Devo chiamare all'appello tutti i miei muscoli per non cadere in terra. "Meggy" dico con troppa enfasi. Madyson sbuffa dietro di me così mi scuso: "Ce ne andiamo subito". Indosso i jeans che avevo stamani a lezione e una maglia nera scollata sul retro.

"Acida, la ragazza" commenta Margot non appena chiudo la porta alle mie spalle. Alzo gli occhi al cielo e mi dirigo verso l'uscita.

"Ma quanti siete a economia? L'ascensore era pieno, ho dovuto aspettare il secondo e ci stavamo stretti".

"Non siete tanti a psicologia?" chiedo.

"Oddio" esclama urlando "Mi sono dimenticata di dirti questa!" ovviamente non ha risposto alla mia domanda e ha già intavolato un altro discorso ma la lascio fare. "Ma lo sai che mi sono ritrovata Samantah per i corridoi?"

"Samantah di Nicholas?"

Attraversiamo l'atrio, raggiungiamo lo Student's Point e ci mettiamo a sedere in uno dei tavolini illuminati. Una volta ogni tanto non sono io a dover servire gli altri ma loro a servire me.

"E' questo il bar dove lavori?" annuisco proprio mentre Paul ci chiede cosa vogliamo mangiare. Ci fermiamo per più di due ore a raccontarci stronzate e a darci qualche news, poi mi chiede di James.

"Ieri ci ho parlato, o meglio mi ci sono imbattuta". Lei non mi crede così sono costretta a dirle tutta la storia.

"Non ci credo! E sei riuscita a stare calma?" mi domanda con un gridolino e mettendosi la mano davanti alla bocca.

L'ascensore è vuoto quando torno in camera. È tardi e gli studenti dovrebbero essere a mangiare. Mi sono trattenuta così tanto perché Margot ha cominciato a fare discorsi su Nicholas riguardo a quanto sia immaturo e brutto. Non ho creduto a una parola di quello che ha detto: ha continuato a ripetere che non gli frega più niente di lui ma dal modo in cui le brillano gli occhi quando ne parla e da quanta rabbia prova nei confronti di Samantah, sembra letteralmente il contrario.

Passo la carta nel lettore nero e James mi si paralizza di fronte agli occhi. Rischio l'infarto non appena mi sorride e alza le spalle. Che cazzo ci fa qui? Vorrei parlare ma non so cosa dire e il cuore mi rimbomba nelle orecchie. "C-Cosa vuoi?" domando con una voce talmente tanto fredda che non credevo potesse uscire dalla mia bocca. Lui non sembra accorgersene e si siede nel mio letto "Volevo solamente ringraziarti per il borsello."

I forget to forget youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora