.. E capendo che ti ho perso, ti scatto un'altra foto.
"Un'altra, per favore!" ingoio tutto il liquido giallastro e sbatto il bicchiere nel bancone.
"Hai i soldi per pagarmele?" il barista è accigliato e smette un secondo di preparami la terza birra.
"Sarei qui secondo te?" rispondo strafottente.
Bridget. È lei che mi tormenta, è il suo pensiero che mi fa visita nei momenti peggiori. Non riesco a trovare il coraggio per scusarmi, per azzerare i conti e ripartire da capo. Ci vorrebbe veramente poco: basterebbe che accantonassi la maggior parte del mio orgoglio in un angolo buio del mio cervello e avessi le palle di andare da lei e dirle: "Scusa per tutto quello che ti ho fatto, per quanto ti ho fatto soffrire, per quanto hai pianto a causa mia."
Sono sicuro al mille per mille che la sua risposta sarà un abbraccio perché lei è Bridget e Bridget è in grado di perdonare chiunque.
Sbatto i soldi nel bancone e esco all'aria fresca che la fine di settembre riserva a questo posto. Il bar era angusto, stretto e puzzava di rinchiuso.
Mi appoggio al muro e respiro profondamente. Devo chiarire con Brith, ho voglia di ridere di nuovo con lei, di confidarmi, di sparare le più grandi stronzate della storia.
Come un segno del destino, poco più avanti a me, una coppia di amici scherza felice. Lui apre la bottiglia d'acqua che ha in mano e versa un po' del liquido nel piccolo tappo. È pronto per lanciarla addosso a lei ma la ragazza afferra il suo giubbotto e si fa scudo. Finiscono con il ridere insieme e si danno gomitate fino a che non entrano nel bar.
Devo trovare Bridget.
Mi incammino verso lo Student's Point con l'intenzione di farla uscire da dietro al bancone e portarla con me nel retro del bar ma quando arrivo lì, noto con rabbia che non è il suo turno di lavoro. Inizio a correre velocemente per raggiungere la sua camera; busso un paio di volte prima che la sua compagna di stanza appaia sulla soglia in accappatoio.
"E tu chi sei?" mi domanda.
"Io.. ehm.. un amico di Bridget!"
Puoi definirti amico?
"Ah si, ora ricordo. Ti ho anche fatto entrare la scorsa settimana. Però lei adesso non c'è."
"E non sai nemmeno dove può essere?"
Madyson in tutta risposta alza le spalle e mi sorride. La saluto con un cenno della mano, poi mi viene la fottuta illuminazione.
Harry Turner.
Scendo le scale come una furia, saltando gli scalini tre alla volta. Chiedo alla signora il suo numero di stanza e mi precipito al quinto piano dell'edificio dalla parte opposta della strada.
Sento la rabbia in ogni parte del corpo, il respiro è corto e i sospiri sempre più frequenti. Un'ondata di panico si impossessa di me quando la sento ridere. Lui ci riesce, io invece sono un disastro.
Busso forte alla porta, quasi a volerla sfondare: "Bridget aprimi, cazzo. So che sei qui!"
Continuo a tirare cazzotti a questo pezzo di legno massiccio che lentamente si apre rivelandomi un Harry in boxer che sorride soddisfatto.
La collera esplode in me e non ci vedo più: spalanco la porta e gli salto al collo cogliendolo di sorpresa. Atterriamo insieme nel letto facendo un rumore secco e insopportabile. Forse si è rotta qualche stecca ma entrambi ce ne freghiamo, troppo presi a tirarci cazzotti.
Mi assesta un colpo nello stomaco, facendomi venire l'impulso di vomitare ma non mi do per vinto, glielo restituisco con tanto di interessi: devo fargli vedere chi è il più forte, che mi riprenderò quello che è sempre stato mio. Perché lei è mia e se non lo è adesso, prima o poi lo diventerà. Da qui, assumo la consapevolezza di riconquistarla. Non so come e non so quando ma devo riuscirci.
Non di certo facendo a botte, mio caro.
Smetto di colpo, prendendo un bel cazzotto nello zigomo che comincia a sanguinare.
Tutti e due ci siamo dimenticati di Bridget: è in un angolino che osserva la scena; indossa un reggiseno nero e un paio di pantaloncini corti, ha una mano a metà tra fronte ed occhi e l'altra è posizionata sopra la sua bocca spalancata.
"Oddio mio!" esclama Brith venendo verso di me. Guardo Harry soddisfatto, nonostante gocce di sangue mi stiano cadendo nella maglietta bianca. Bene, si è preoccupata prima per me. Gne, gne, gne.. non facevi così nemmeno alle elementari.
Corre al bagno e torna mezzo secondo dopo con mille strappi di carta igienica in mano. Mi asciuga il sangue che cola poi posa lo sguardo da me a Harry.
"Siete degli stupidi idioti."
Silenzio. Sarebbe inutile rispondere: ha perfettamente ragione.
"Che dovrei fare?" sta gesticolando e si gratta continuamente una tempia, segno evidente che la sua pazienza è al limite "un bacino a te e a te? Non credo proprio. Vi siete azzuffati come due cani randagi e non ne capisco nemmeno il motivo."
Silenzio. Forse dovrei esternarle i miei sentimenti, le mie emozioni e i miei piani di ricostruire il nostro rapporto ma non voglio farlo di fronte a questa testa di cazzo; così reprimo tutte le parole e le nascondo in un angolino del mio cuore per usarle in un secondo momento.
Anche Harry tace e punta il suo sguardo verso di me. Probabilmente starà pensato la stessa cosa.
"Sapete che vi dico? Siete due bambini e nonostante i sentimenti che provo per voi, mi fate veramente pena."
Dopo essersi infilata la maglietta esce sbattendo la porta.
Rimaniamo qualche minuto in silenzio, ognuno preso dal rumore dei propri pensieri. Me la sono giocata anche questa volta ma una cosa che mi rincuora c'è: anche Harry è nella mia stessa situazione e posso stare sicuro che Bridget non andrà di certo a piangere sulla sua spalla.
Rivivo lentamente i minuti passati da poco: Harry in boxer, Bridget in reggiseno.
"Te la sei scopata?" urlo, balzando in piedi.
'Sto stronzo non si crolla nemmeno di un millimetro, mi guarda soltanto con occhi divertiti.
Impazzisco, se non mi risponde impazzisco. "Dimmelo brutto coglione, te la sei scopata?!?"
"Abbiamo fatto l'amore" risponde pacato "Intendevi questo?"
Con tutta la forza che ho in corpo, gli sferro un calcio in uno stinco ed esco da quella camera, diventata improvvisamente troppo piccola per respirare decentemente.
Okey James: espira, inspira. Hanno fatto l'amore.. può essere una cazzata giusto? Perché Turner farebbe di tutto pur di farmi arrabbiare. Il peso che ho sopra il cuore si alleggerisce un po' fino a che non mi torna in mente l'immagine di Bridget in reggiseno. Cosa ci facevano mezzo nudi?
L'hanno fatto sul serio: questa è la dura realtà.
Se ti fossi svegliato prima forse non sarebbe successo!
Un macigno mi opprime il petto e mi impedisce di pensare lucidamente. Sferro un cazzotto al muro giallognolo del corridoio e scappo. Voglio correre lontano.
SPAZIO AUTRICE
Scusatemi, questo capitolo non è un granché ed è anche corto.
Grazie ancora a tutti voi.. mi date la possibilità di vivere uno dei miei sogni: far leggere a qualcuno quello che scrivo :)
Aspetto le 20 stelline per il prossimo capitolo anche se non vi prometto che pubblicherò subito visto che oggi, domani e domenica sono impegnata nella festa del mio paese.
Ire :)
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I forget to forget you
Chick-LitBridget e James. Due amici inseparabili, due cuori legati dal tempo, due anime che sembravano non stancarsi mai di essere sempre vicine, due persone separate da un monotono lunedì di agosto. Ormai le loro strade sembrano non doversi incontrare più m...