Capitolo 4 - James

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Merda. Mi sveglio nel mio letto e non mi ricordo nemmeno come ci sono arrivato. Anche oggi devo chiedere a qualcuno di raccontarmi di ieri. Tutti i giorni mi ripeto che devo smettere, che mi sto rovinando la vita ma è più forte di me. Torno a sdraiarmi dopo aver fatto un giro per la camera ma il mal di testa ha avuto la meglio. Bridget. La sua faccia irrequieta mi torna in mente e sono costretto a chiedermi se sia solo frutto della mia immaginazione o se fosse solo un frammento della sera precedente. Ma ho davvero parlato con lei? No, impossibile. Il mio orgoglio vince sempre e non tornerò indietro chiedendole scusa. È la persona più buona che abbia mai conosciuto e non mi merita. Sono solo un pazzo ubriaco e merito di vivere una vita che rispecchia quello in cui mi sono cacciato. Compongo velocemente il numero di Mark e solo quando mi risponde capisco di aver fatto una cazzata. Vorrei chiedergli se ieri sera ho parlato con Brith e per quale motivo non mi ha detto di starmene seduto dov'ero.

"Cazzo vuoi?" risposta standard di Mark. Mi stropiccio gli occhi e mi passo una mano tra i capelli.

"Non lo so" cazzo, sono patetico.

"Sei sotto effetto di qualcosa?"

Ma perché tutti pensano che sia perennemente fatto? Forse perché sei finito in prigione per tre giorni per spaccio, prima che paparino venisse a pagare?! Mi ricorda puntualmente la mia vocina di merda.

"No cazzo!" sbotto. Mia madre appare sulla soglia della porta, preoccupata che mi fosse successo qualcosa ma con una sventolata di mano le faccio capire che sto parlando al telefono.

"Stai calmo, stronzo."

"Ci vediamo tra mezz'ora al Violet, va bene?" propongo sapendo che la risposta sarà positiva.

Infatti, stacca senza parlare. Butto il telefono nel letto, infilo in doccia, mi vesto e esco dalla stanza.

"Esco" annuncio prima di sbattere la porta. Probabilmente i miei penseranno che sono ancora in crisi adolescenziale e che non riesca a calmare gli ormoni. In verità, la cosa che non mi riesce è togliermi l'immagine di Bridget che stringe le mie mani. Merda, sto diventando paranoico.

Sbatto anche la porta del palazzo, facendo tremare le deboli mura. Sono in anticipo di cinque minuti così ne approfitto per passare dalla strada più lunga per stare più tempo da solo a riflettere. 'Aspetta ti aiuto', la voce di Brith rimbomba nella mi testa e mi viene da chiedermi se ho assunto qualcosa di peso. Brith era la mia migliore amica, finché non fui chiamato in una squadra di calcio famosa per avviare la mia carriera. Lasciai Doncaster: finalmente ero lontano da tutti e da tutto. Lei ha sempre occupato un posto nel mio cuore e sono sicuro che se scavo più a fondo riesco a trovarlo di nuovo. La lasciai lì, inerme sul vialetto di casa sua mentre mi allontanavo in motorino, il giorno prima della mia partenza. Era il 16 agosto e ricordo di aver versato una lacrima che camuffai benissimo dietro la visiera del casco nonostante il caldo della giornata. 

Strabuzzo gli occhi appena mi accorgo di essermi appena ricordato il giorno in cui l'ho salutata. Io e le date siamo due cose diverse. Addirittura, quando stavo con Beck non riuscivo a memorizzare il giorno in cui ci siamo conosciuti. Sono talmente tanto preso dalla direzione che hanno imboccato i miei pensieri che non mi rendo conto di essere arrivato davanti al bar. Mark è già dentro e sicuramente avrà già ordinato il suo bombolone: quando si tratta della colazione non riesce mai ad aspettare chi è in ritardo.

Quando entro, l'odore di pasticcini e di crema mi invade le narici e mi dirigo verso il tavolo dove Mark sta divorando il suo bombolone. Lo guardo sollevando un po' gli angoli delle labbra. "E' il secondo!" biascica con la crema che gli fuoriesce da ogni dove.

Vado a prendere il mio solito cornetto alla nutella e mi siedo accanto a lui. "Cos'è successo ieri sera?" domando. Mark scoppia a ridere e scuote la testa: "Sapevo che me l'avresti chiesto."

Io non dico niente e aspetto che inizi a parlare come fa di solito invece conclude veloce con un: "Non lo so, non ti ho più visto per una mezzoretta."

Spalanco gli occhi e mi accomodo meglio nella sedia: "In che senso?"

"Mi hai quasi minacciato di lasciarti andare e io, da buon amico, ti ho accontentato."

Cosa? Che cazzo ho combinato e per quale cazzo di motivo Mark non mi ha seguito? L'ultima volta che nessuno mi ha 'vegliato' sono salito su un albero perché volevo imitare un gatto. Mi ha visto un passante che ha allarmato l'intero giardino e Mark mi è venuto a recuperare. Però, in quel caso non mi ricordo se avevo solo bevuto.

Il piccolo campanello della porta trilla e tutti ci giriamo in attesa di vedere il nuovo cliente.

All'inizio vedo solo dei ricci lunghissimi e un giubbotto verde, poi nello stesso tempo che Margot si sporge per vedere quello che c'è nel bancone, Bridget avanza verso il frigo e afferra due lattine di thè al limone. Quando il suo sguardo si impossessa dei miei occhi, ingoio rumorosamente il boccone e il mio corpo è scosso da un fremito. Vorrei parlarle e chiederle scusa ma il mio orgoglio del cazzo me lo impedisce. Mi guarda, sorride e mi fa un breve gesto con la mano. Io, in tutta risposta le faccio cenno con la testa e dopo poco mi maledico per continuare a trattarla come un' estranea.

"Sai, qualche volte penso che mi odi." Commenta Mark ammiccando a lei che sta scegliendo il panino con il cotto e la fontina. Non mi scorderò mai le schiacciate che mi ha fatto mangiare per merenda a casa sua. Alla fine, mi era venuta anche la nausea ma lei non poteva farne a meno. Sembrava avesse una dipendenza per quelle schiacciatine morbide! Sorrido a quel pensiero e rispondo a Mark: "Chi ti dice che non è così?!"

Si accomodano nel tavolo dietro al nostro e cominciano a chiacchierare di un certo Nicholas e di quanto sia idiota il rapporto con la sua fidanzata. Un senso di rimorso mi invade e sono costretto a pensare a qualcosa di diverso per non rivivere i bei momenti che ho passato con Bridget. 



NOTE AUTRICE

Ciaoo! Questo è il primo spazio che dedico a me stessa. Per questo vorrei presentarmi: mi chiamo Irene, ho 19 anni e sono toscana! :) 

Quello che sto scrivendo è partito da una storia vera ma la maggior parte dei fatti sono frutto della mia immaginazione. 

James e Bridget riusciranno a chiarirsi? Sarà una faccenda lunga e piena di incomprensioni o filerà tutto liscio come l'olio?  Ditemi la vostraa :)   

Spero che i capitoli vi stiano appassionando e che continuiate a seguirli in tanti. Vi chiedo, per favore di farmi sapere quello che ne pensate nei commenti e se vi piace di lasciare qualche stellina. Se avete qualche storia da farmi leggere non esitate a chiedere: sarò lieta di farlo e darvi un mio parere. 

Scusatemi se questo capitolo è corto e non succede niente: piano piano si farà tutto più interessante. Almeno spero :D 

Vorrei ringraziare la mia migliore amica nonché colei che ha letto tutto il libro per prima supportandomi e sopportandomi in ogni singola decisione. Thak you, Fra! 

Alla prossima, 

IreS96 


I forget to forget youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora