Capitolo 29 - Bridget

101 18 41
                                    

"E questa sarebbe la tua camera." Margot mi scuote leggermente "Ehi, si può sapere cosa ti prende?!"

La mia testa è una confusione totale. Cinque giorni fa mi sono vista portare via James di fronte ai miei occhi. Aveva i polsi stretti i quegli aggeggi che chiamano manette, affiancato da due agenti della Polizia teneva la testa bassa sicuramente a disagio per quella bizzarra situazione.

Ed ora, nel mio futuro appartamento che sarò felice di dividere con Margot, mi sento come un pesce fuor d'acqua.

"Mi sembra impossibile.." lascio sfogo ai miei pensieri "Che non è uno stinco di santo lo sappiamo tutti.. ma possibile che dopo averci sbattuto la testa già una volta, ci riprovi?"

Margot si abbandona nel nostro nuovo divano e piega la testa all'indietro: "Non lo conosco al tal punto di.. ma ha detto che devi avere fiducia in lui e se fossi in te gli darei ascolto e poi mi demoralizzerei."

Mi ha confessato il suo amore per me e io sono qui a chiedermi cosa può averlo spinto nelle mani della Polizia senza agire, senza provare a fare qualcosa per lui.

Ma prima di fare qualcosa per lui devo fare qualcosa per Margot: mi ha ascoltato in questi cinque giorni deprimenti, ha aiutato a rialzarmi e si è anche preoccupata di trovare un appartamento che faccia per noi e per i soldi che abbiamo.

Stiamo per coronare il nostro sogno da bambine: vivere insieme. E io non sto prendendo la cosa nel modo giusto, anzi.. non le ho proprio dato peso.

"Dai, fammi vedere di nuovo la casa che prima non ero nella situazione mentale giusta!" esclamo balzando in piedi. Prima o poi dovrò andare da uno psicologo per questi repentini sbalzi d'umore.

Margot mi lancia un'occhiata divertita e poi mi raggiunge in cucina.

L'appartamento si trova al terzo piano di un palazzo non troppo distante dall'Università di Oxford, è inverniciato di un giallognolo chiaro e ha qualche pietra piazzata in qua e in la.

L'arredamento all'interno è fortunatamente moderno. In mezzo alla cucina è posizinato un tavolo grigio scuro da quattro persone, incorniciato da un lungo piano cottura con acquaio e frigorifero di ultima generazione.

Il salotto invece è modesto: un divano di pelle bianca fa da sfondo a un tavolino bassissimo in vetro e ad una tv incassata dentro una libreria.

"Qui potremo metterci qualche tuo quadro.. mi ricordo quelli che costruivi con tutti quegli odiosi pezzettini.." dice indicando i muri bianchi e spogli del corridoio.

"Si chiamano puzzle, Maggy, puzzle" ribadisco ridendo "E comunque hai ragione, andremo a prenderli: mia madre sarà più che contenta di toglierli da sotto il letto!"

"E questa sarebbe la tua camera" dice alzando gli occhi al cielo per la battuta appena replicata.

La stanza è luminosa: le mura sono bianche e una piccola greca azzurra accompagna il perimetro della stanza. Un letto matrimoniale è piazzato nel centro e circondato da un armadio color panna nella parete sinistra, da una scrivania bianca con i cassetti azzurri sul lato della porta e da delle mensole irregolari sulla parete destra.

"Mi piace!" annuncio e Margot sorride soddisfatta "La tua com'è?"

"Praticamente identica soltanto al posto del celeste c'è rosa!"

Scoppiamo a ridere entrambe riferendosi alla sua passione per questo colore.

"Sembra fatta per noi.." commento continuando a osservarmi intorno.

La mia migliore amica annuisce: "Finalmente realizziamo il nostro sogno!"

Sono contenta di averla, sono contenta che faccia tutto questo per noi e per la nostra amicizia.

I forget to forget youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora