"Oh mio Dio, credevamo che te ne fossi dimenticata" esclama Mimmo incredulo da dietro al bancone. Ho approfittato della prima mattinata libera e mi sono piombata qui. Sorrido, entusiasta di trovarmi di nuovo nel mio posto di lavoro. Lo Student's Point è il bar convenzionato con l'università: ogni mese, ad ogni studente, viene consegnata una busta bianca che contiene i buoni da utilizzare qui. E' un locale molto ampio, all'avanguardia e la sera si trasforma in un pub. La prima parte è divisa in due stanze: il bancone occupa metà della prima; alla sua sinistra ci sono i frigo che poi lasciano spazio a un piano rialzato e a degli sgabelli verdi. La seconda stanza invece è piena di piccoli tavoli e sedie variopinte. Al muro sono attaccati vari quadri che rappresentano le capitali europee. È qui che gli studenti mangiano con trepidazione il loro pranzo prima che le lezioni pomeridiane comincino. Dietro la cucina, separata dalle altre stanze da una porta scorrevole, c'è l'altra parte del locale. È in stile western, ha le pareti bianche e il soffitto rifinito con le travi. Una vasta gamma di bottiglie contenenti tutti i tipi di alcol fanno da sfondo a un bancone di legno e a degli sgabelli da far west.
Paul arriva, soddisfatto. Sorride, scompare dietro la porta del laboratorio dove d'estate fanno il gelato e esce con il mano il grembiule blu: "Ecco a te. Io devo scappare, esce mia figlia dall'asilo e non c'è nessuno che può andare a prenderla."
Rimango immobile con il pezzo di stoffa che mi ciondola dalle braccia e mi prendo del tempo per osservarlo meglio. Non è uguale a quello dell'anno passato: adesso sul petto accanto allo stemma dello Student's Point c'è il simbolo dell'università di Oxford. Sotto di questi vi è ricamato il mio nome. Sorrido di nuovo, raggiungo Mimmo dietro al bancone e inizio a servire i clienti.
Siamo già all'ora di punta e ancora non ho avuto un momento libero. Gli studenti stanno iniziando ad arrivare, tornati adesso dalle vacanze estive. Il college inizierà domani per tutti e le matricole stanno cercando di ambientarsi in quella che sarà la loro dimora per i prossimi cinque anni. A proposito di matricole, stasera ci sarà la loro serata e io non voglio nemmeno pensare a domani, quando dovremo pulire tutto il disastro da loro causato.
"A chi sta?" chiedo ancora intenta ad incassare il buono pasto del ragazzo.
"A me."
Quella voce, quell'accento. Tutto si ferma, resto immobile per un paio di secondi e poi alzo lo sguardo.
Capelli castani, leggermente lunghi e con qualche ricciolo, occhi verdi e un po' di barbetta. I nostri occhi si scontrano e sembrano non volersi staccare da quell'abbraccio immaginario. Tutto gira e il cuore non si vuole fermare. Vorrei chiedergli perché ieri mi ha chiamato, vorrei che mi dicesse che non ha sbagliato davvero, vorrei che mi dicesse che era mia, la voce che voleva sentire. Ma non chiedo niente, continuo a guardarlo negli occhi.
È lui a distogliere per primo lo sguardo e a sussurrare un flebile "ciao."
Gli sorrido, senza tanti problemi. Ecco cosa ci faceva l'altra mattina ad Oxford! Poi il mio cervello realizza la notizia: lo vedrò tutti i giorni. Il cuore continua a martellare sul petto e il respiro diventa irregolare.
James mi fissa di nuovo poi si lascia scappare un mezzo sorriso. Si è accorto della mia agitazione? Se ne accorgerebbe anche un moscerino mi fa notare la mia vocina.
"Deve essere buono!" esclama indicando un hamburger con il pomodoro che fuoriesce da ogni dove.
Annuisco, improvvisamente senza parole. Dopo averlo servito, gli indico i tavoli.
Continuo a servire i ragazzi poco più piccoli di me e saluto quelli che già conosco. Mi sento osservata e il suo sguardo brucia sul mio corpo mentre le guance vanno a fuoco. Mentre scaldo un panino do un'occhiata nella sua direzione e scopro che anche il suo sguardo è diretto a me. Lo distoglie veloce e si alza. No, merda: non volevo che andasse via. Mi ritrovo, inerme, a fissare la sua figura che esce dal locale
STAI LEGGENDO
I forget to forget you
ChickLitBridget e James. Due amici inseparabili, due cuori legati dal tempo, due anime che sembravano non stancarsi mai di essere sempre vicine, due persone separate da un monotono lunedì di agosto. Ormai le loro strade sembrano non doversi incontrare più m...