Capitolo 33 - Bridget

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"Ma sei matta? Perchè non gliel'hai detto?" Margot mi guarda stupita. 

"Il Carabiniere non ci ha dato tanto tempo. Poi ho prima voluto sapere cosa aveva da dirmi lui.. sai, non volevo che succedesse come nei film. 'Devo dirti una cosa' dicono insieme, poi parla prima lei che gli dice di non voler continuare la storia perché crede che sia sbagliato mentre lui rimette in tasca la scatolina rossa contenente l'anello per la proposta di matrimonio. Ho reso l'idea?" 

Margot scoppia a ridere ma torna seria in un attimo: "E cosa ti ha detto?"

"Non mi sento granché, ti dispiace se ne parliamo un altro giorno?" sono più che sicura che non sarà di certo lei a giudicare il futuro padre di mio figlio dal suo futuro ma non mi sento ancora pronta a rivelarlo.  
La mia migliore amica capisce al volo e dopo la faccia delusa tira fuori un grande sorriso il cui calore mi accompagna nella scelta del mio silenzio. 

Mentre mi dirigo verso la mia nuova camera per la seconda notte, il rimorso di non averle raccontato una cosa così importate mi corrode e più volte prima di sorpassare la soglia della porta ho l'istinto di voltarmi e dirle tutto.
Alla fine, riesco a chiudermi dentro la mia stanza e tirare un sospiro di sollievo.
Mi butto sul letto cautamente e istintivamente la mia mano tocca la pancia. 

Lì dentro un piccolo seme sta crescendo e io sono il suo guscio. Devo proteggerlo, devo difenderlo dal mondo che c'è fuori dal mio ventre, dalla società, da tutto ciò che potrebbe fargli del male. 

Lui è il frutto dell'amore che c'è sempre stato tra me e James. 

E lui non lo sa. 

Mi mangio le unghie, mi tiro i capelli e piango fino a che ho lacrime. Mi riprendo soltanto dopo che Margot bussa alla mia porta e con voce sottile mi sussurra: "Smettila, potresti far male al bambino". 
Sinceramente non credo che ne sappia qualcosa di ostetricia o ginecologia ma se voleva farmi preoccupare e quindi smettere c'è riuscita. 
Mi ricompongo e con la determinazione di una donna incinta mi vesto e esco di casa.

Credo di non essere ancora riuscita a realizzare e dirlo in faccia ad Harry mi aiuterà.
Penso che sia suo diritto saperlo, penso sia suo diritto reagire come il suo cervello vorrà. 
Mi aspetto di tutto meno che la sua comprensione. 

Quando arrivo al dormitorio un senso di vuoto prende spazio nel mio cuore. 
Ho nostalgia per quella volta in cui venni a riportare il borsello a James; l'inizio di tutto. Quel tutto che ancora deve cominciare o forse finire. 

Con mano tremante busso alla porta di Harry e attendo risposta. Dall'interno provengono u gran brusio e un tonfo sordo e con la paura di aver interrotto qualcosa, lentamente mi allontano. 

"No Brith, aspetta!" la voce di Harry rimbomba nel corridoio vuoto e sorridendo torno verso di lui. 

"Ciao!" una ragazza castana con uno shatush terribilmente biondo platino appare sulla soglia della porta del bagno e mi sorride. 

"Oh ehm, piacere Bridget!" le pongo la mano che ricambiando, stringe. 

"Si, adesso io tolgo il disturbo" dice, come se qualcuno le avesse detto di andarsene. Forse Harry le ha fatto un cenno e io non me ne sono accorta. Comunque la ragazza di cui non so il nome si piega per raccogliere la borsa e manda un bacio ad Harry che ricambia con un occhiolino e un "ci sentiamo". 

"Lo so cosa vuoi dirmi.." comincia Harry sedendosi sul letto e facendomi cenno di seguirlo. Lo assecondo all'istante contenta di potermi mettere a sedere. Prevedo una lunga chiacchierata.

"Come fai a saperlo?" 

Il sangue mi si gela nelle vene al pensiero che Margot abbia già riferito la notizia. Non lo farebbe mai, giusto? Lei è la mia migliore amica, potrebbe voltarmi le spalle così velocemente? Sono passati solo tre giorni dalla scoperta e lei è l'unica a saperlo quindi devo mettermi l'anima in pace e cominciare a pensare che sono stata tradita proprio da lei, Margot. Chi l'avrebbe mai detto?

"Si dai, se ne accorgerebbe chiunque." 

Per la millesima volta compio lo stesso gesto che accompagna la maggior parte delle giornate da tre giorni a questa parte. Mi massaggio la pancia che è inesistente e mi domando se sono ingrassata così tanto nelle ultime due settimane in cui non ci siamo visti oppure se il mio corpo ha già iniziato a prendere le sembianze di un palloncino gonfiato.

"E' vero che sono solo tre giorni ma ormai l'hanno visto tutti!" 

"Okey, va bene. Che devo dirti? Mi dispiace che tu sia venuto a saperlo da altri, è che non me ne rendo conto nemmeno io. Volevo che lo sapessi da me, visto che le voci girano veloci e invece anche questa volta sono stata preceduta. Si insomma, l'ho scoperto solo tre giorni fa e non ho avuto nemmeno il coraggio di dirlo a James. Dopo Margot saresti stato tu il prossimo."

"Ma di cosa stai parlando?" Harry mi guarda visibilmente confuso e forse anche un po' preoccupato. 

"Mi stai prendendo in giro? Di cosa stai parlando tu!" dico un po' alterata. 

"Credevo che tu avessi visto quanto quella ragazza ti assomiglia. L'ho conosciuta l'altro giorno in un pub dove sono andato con qualche compagno di corso. C'era qualcosa che mi attraeva a lei, anche da lontano, poi ho capito. Non è bella quanto te, anzi.. ma ti assomiglia davvero tanto" si passa una mano nei capelli e poi sorride imbarazzato "Ecco, ora che te l'ho detto mi sento uno stupido!" 

Arrossisco fortemente e sorrido. Harry non mi ha dimenticato, mi cerca in altre persone. Io invece sono qui a dirgli che aspetto un figlio dal suo pessimo nemico. Complimenti Bridget, sei sempre molto appropriata! 

Rivaluto l'idea di parlargliene e inventargli una cazzata. Eviterei di farlo soffrire, eviterei una sua presunta arrabbiatura e potrà accorgersene da solo quando il mio pancione comincerà a gonfiare. 

"Non è una cosa stupida. E'.. dolce!"

Harry liquida le mie parole con un gesto sbarazzino della mano e alza gli occhi al cielo: "Invece cosa avrei dovuto sapere io di così tanto importante che nemmeno James sa?!." 

Mi chiedo come faccia a sapere che lui non ne è a conoscenza ma un minuto fa sono andata nel panico e quando mi succede inizio a parlare senza interruzioni e stacco il cervello. Devo averglielo detto in quel momento. 

Sorrido e mi massaggio le tempie: "Io.. sto.. sono.. sto aspettando un figlio, Harry!" 

Non saprei definire la sua espressione. Confusa, sicuramente. Forse anche un po' impaurita. 

"Oh..ehm.." e ora come glielo dico? "No, non preoccuparti, è James il padre." 

Un lampo di tristezza gli attraversa gli occhi, sostituito subito da un impeto di rabbia che riversa sul materasso in un pugno ben piazzato. Sarebbe stato felice se fossi rimasta incinta dopo il nostro rapporto, quindi. 

Harry avrebbe voluto diventare il padre di mio figlio. E io che credevo di togliergli un peso. 

Ed è qui che capisco di essere io stessa il peso di cui stavo parlando. Ho acceso in lui una speranza e l'ho spenta poco dopo. Adesso posso togliere il disturbo. 

Con gli occhi bassi, mi alzo lentamente dal letto e dopo aver aperto la porta, la sorpasso ed esco nel corridoio. 

La cosa peggiore è che non vengo richiamata. 


CIAO! 

Inutile dire che mi dispiace per l'attesa ma tra le feste, il lavoro e qualche problema non sono riuscita ad aggiornare prima. 

Spero di potervi fare aspettare meno la prossima volta e vi prometto che se riesco, aggiorno in questi giorni. 

Grazie per chiunque segua questa storia nonostante tutto, grazie a chi commenta (sappiate che sono sempre ben accetti), grazie a chi mette le stelline e grazie anche ai lettori silenziosi. 

Buonanotte belli :) 

Ire

I forget to forget youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora