Miscordo di dimenticarti, sei negli occhi e via da lì non scendi.
Corro velocemente con l'intento di liberare tutti i pensieri che mi affaticano la mente. Da quando Beck ha fatto irruzione allo Student's Point il mio cervello è andato in tilt. Nonostante mi sforzassi di concentrarmi solo sulle mie mani che si muovevano a ritmo delle richieste dei ragazzi dall'altra parte del bancone, ogni tanto rimanevo imbambolata a fissare James che a sua volta guizzava lo sguardo dalla sua ex ragazza a me. Un macigno nello stomaco mi ha fatto compagnia per tutta la durata di questa specie di scherzo del destino e mi rifiuto di pensare che fosse gelosia. Io non sono gelosa di lui: siamo stati amici e adesso nemmeno quello. Non vedo perché dovrei. Aspetta, ti aiuto: forse perché sei stata innamorata di lui per ben dieci anni?
Scaccio la noiosa vocina e mi fermo all'ombra di un albero per leggere il messaggio che mi è appena arrivato: 'Ti va di passare da me?'
Cambio la direzione della mia corsa e infilo a pelo sull'ascensore reprimendo la mia paura ossessiva di rimanere incastrata tra le porte automatiche.
"Scusami" mormoro ad un ragazzo basso e grosso che ha deciso di appostarsi davanti alla pulsantiera.
Seleziono il quinto piano e non posso fare a meno di notare che il numero quattro è già illuminato di rosso. James sarà nella sua camera? Beck sarà con lui? Maledetta curiosità.
L'ascensore si ferma e sul display appare un 4 stilizzato colorato di un rosso fuoco. Le porte si aprono e rimangono spalancate giusto il tempo per far scendere il ragazzo più alto e per farmi notare Beck e James, laggiù infondo al corridoio, mentre si scambiano saliva. E non solo..
Tossisco forte, cercando di far scomparire l'ondata di gelosia che mi ha colpito cuore e gola.
"Soffri di claustrofobia?" un ragazzo biondo mi guarda impaurito e comincia ad agitarsi.
Mi spunta un sorriso: "Non preoccuparti, mi è solamente andata di traverso la saliva" mento.
Lui si rilassa visibilmente e con un gesto della mano lo saluto quando entrambi scendiamo al quinto piano e prendiamo corridoi diversi.
Non ho più tanta voglia di raggiungere Harry nella sua stanza: magari ha la luna storta e peggiora il mio umore già sotto terra.
Non riesco ancora a credere come il mio corpo possa reagire ad una scena simile. Mi piacerebbe poter passare minuti ad osservare James e Beck e non avere nessuna reazione. Invece è tutto il contrario: il cuore batte ancora veloce nonostante sia passato qualche minuto, sopra il petto mi sembra di avere uno di quei pesi che i palestrati usano per ingrandirsi i muscoli e il mio stomaco è tutto un fare capriole. Gelosia, è il nome che portano questi fenomeni mi ricorda la vocina. Non le do ascolto ma so bene che ha ragione. Sono sempre stata gelosa di lui.
Fin da quando eravamo alle elementari e James, invece che chiedere a me la matita che gli sarebbe servita, andava da qualche altra nostra compagna di classe. Rimanevo delusa anche alle medie quando eravamo vicini di banco e ogni qual volta che Leo non aveva il suo compagno, James mi abbandonava per raggiungere il suo migliore amico.
Nonostante tutto però, la gelosia è la vera riprova in un rapporto. Puoi odiarla, puoi detestarla al tal punto di non volerla nemmeno sentire nominare, ma quando il tuo cuore batte così forte per aver visto il tuo grande amore con un'altra ragazza o la tua migliore amica spettegolare con la sua compagna di classe, vuol dire che a quella persona ci tieni davvero tanto.
Busso alla porta e attendo che Harry venga ad aprirmi. È da quando mi ha fatto quella domanda così scomoda che ho deciso di non incrociarlo più. Ho fatto di tutto pur di non incontrare il suo sguardo nel cortile dei dormitori, ho cercato di evitare i suoi amici e quindi anche di non uscire ai suoi stessi orari. Non voglio che la domanda si ripeta: ho timore della risposta e non voglio sentirla uscire dalla mia bocca.
STAI LEGGENDO
I forget to forget you
ChickLitBridget e James. Due amici inseparabili, due cuori legati dal tempo, due anime che sembravano non stancarsi mai di essere sempre vicine, due persone separate da un monotono lunedì di agosto. Ormai le loro strade sembrano non doversi incontrare più m...