Capitolo 2 - James

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Volevo dirti che ti aspetto qua, volevo dirtelo ma no, non ti ho avvisato e me ne resto da solo con il mio orgoglio che uccide quello che voglio. Sapendo che è una cazzata, volevo soltanto essere parte di un gruppo: sentirmi come voi, accettato in tutto; ma poi iniziai a farmi di brutto, tornando a casa distrutto, gridando dentro il cuscino per nascondere l'urlo..


Alcol, birra, fumo,amici e poi, perché no, sesso. Questo è il mio mondo da quando ho piantato Beck di fronte alla pizzeria più famosa di Doncaster.

Stasera vogliono andare allo spettacolino che organizzano qui in città ma non ne ho molta voglia. Avrei preferito andare in quelle discoteche affollate, farmi strusciare addosso da qualche bella ragazza, bere finché non ci capisco niente e poi rimediare un passaggio a casa da qualcuno che conosco o che ho appena conosciuto.

Quando Mark passa da casa mia per prelevarmi sono appena uscito dalla doccia e vado ad aprirgli in boxer. "Ehi, stronzo!"

Mi tira una pacca nella spalla –che diventa subito rossa per colpa della mia cazzo di carnagione chiara – e mi oltrepassa, entrando in sala. Si butta nel divano a peso morto, mette le gambe sopra il tavolino di legno e accende la tv per guardare chissà quale cazzata.

"Fai come se fossi a casa tua, eh." Gli lancio un'occhiataccia scherzosa e torno al piano di sopra.

Finisco di vestirmi e mi spruzzo il profumo che mi ha regalato mia sorella e che Mark ha soprannominato l' 'acchiappa femmene'.

Quando arriviamo, lo spettacolo è già iniziato e ci sono una decina di bambini che ballano Assereje. Mi viene da sorridere e allo stesso tempo sotterrarmi se penso che quando ero piccolo anche io partecipavo a questi stupidi balletti. E mi sentivo anche importante!

Ricordo bene solo l'ultimo che ho fatto: avevo undici anni e dovevo ballare Barbie Girl degli Aqua ed ero contento di farlo insieme alla mia migliore amica invece che a quella ragazza a cui puzzavano tanto i capelli e a cui ero stato assegnato inizialmente. Non mi ricordo come furono cambiate le coppie ma successe ed io ero felice. Le prove le facevamo dentro delle stanze organizzate con stereo e televisione, e delle ragazze più grandi ci insegnavano i passi. Mi tornano in mente le risate per qualche caduta o per qualche stronzata detta. Erano bei tempi, quelli. Ridevo e parlavo sempre, soprattutto quando Bridget era al mio fianco. In questi sei anni non sono riuscito a trovare nessuna come lei, eppure lì per lì mi sembrava come tutte le altre e a volte anche noiosa. Studiava sempre, voleva ottenere buoni voti ed era sempre presa dai libri.

Le mie costole pregano pietà quando mi arriva una gomitata di Mark diretta all'addome. Lo fisso con aria interrogativa mentre ci avviamo verso lo stand delle birre e lui guarda verso la folla.

"La tua amichetta" sghignazza indicando Bridget. È di spalle e, invece di guardare la spettacolo, fissa l'oratorio di Saint Paul alla nostra sinistra dove abbiamo fatto la nostra prima recita. Io ero il Re e lei la Regina.. una coppia perfetta, dicevano tutti e lì per lì ci credevo anche io.

Ignoro la sua provocazione e continuo a camminare. Mark non sta molto simpatico a Brith, glielo si legge negli occhi appena lui passa.

"Bionda o rossa?" chiede Mark. Io resto in silenzio per un attimo, riflettendo a chi si riferisse. Donne o birra? Solo dopo qualche secondo mi rendo conto di essere, insieme a Bridget, Margot e un'altra coppia più in là, il più giovane della serata oltre ai bambini nel palco. "Bionda".

Afferro il bicchiere e ne tracanno la metà senza pensarci. Il liquido mi scorre nella gola senza nessun ostacolo e sono costretto a fermarmi sennò dovrei comprarne subito un'altra e non ho voglia di spendere i soldi così. Dovrei tenerli per altra roba.

Ci sediamo ad uno dei tavoli insieme agli altri ragazzi del nostro gruppo.

Un'ora più tardi ho bevuto abbastanza per non capire nemmeno cosa dicono. Mi hanno portato qualche drink con qualche super alcolico e, anche se li reggo abbastanza bene, non faccio altro che ridere alle battute di Leo. Mi guardano tutti con aria stupita perché sanno benissimo che questo non è il mio comportamento e che, per ridere alle loro battute, mi ci vuole più di qualche shot. Eppure stasera è così e anche io stesso mi stupisco di quello che esce dalla mia bocca.

Bridget si materializza davanti a me. Cazzo, mi ero dimenticato anche che fosse qui. Alzo gli occhi nella sua direzione e con piacere noto che mi sta guardando. Sussurra qualcosa a Margot che in fretta, paga la birra e ritornano al loro posto.

"Dove cazzo vai?" Mark mi prende per un braccio e mi ributta a sedere. Devo parlarle. Se non sono in grado di farlo da sobrio, devo provarci almeno da ubriaco.

"Lasciami" sibilo guardandolo in cagnesco. Lui molla la presa e io, barcollando mi dirigo verso di loro, sperando che il cervello abbia la meglio sull'uccello. 

I forget to forget youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora