La prima sensazione è l'euforia.
Le mie braccia colpiscono il terreno. Il rumore non è tanto diverso da un martello che schiacciaun granchio.
È fottutissima euforia allo stato puro.
Accanto a me, sento il cigolio delle ruote del mio skate che continuano a girare.
Sembra una tartaruga capovolta.
Poi, il dolore.
La seconda sensazione è il dolore.
La videocamera di Naomi fa hip e lei emette un gridolino di trionfo che le esce dalla gola.
«Stavolta ce l'hai fatta, sicura al cento per cento. Dimmi che ce l'hai fatta.»
Trattengo il fiato per un po', finché non riesco a dire:
«Sì, ce l'ho fatta».
«Ti sei accasciato come un sacco di patate.» Mentre viene verso di me, le suole delle sue scarpe
stridono a contatto col cemento.
«E... bam!»
Che ragazza schietta.
Naomi è al mio fianco e la sua piccola mano è come un cubetto di ghiaccio sulla mia schiena ammaccata.
«Non alzarti» mi dice.
Soffoco una risata fra gli spasmi.
«Non ci penso nemmeno, bella.»
«Ehi, stai sanguinando.»
«Sì, immaginavo.» Il sangue è uno degli effetti collaterali di una bella caduta. Mi prendo la testa fra le mani e la scuoto un po', tanto per essere sicuri.
«Questa è stata bella davvero.»
Lei mi gira sulla schiena. La mano destra mi rimane bloccata. Se ne sta lì piegata in modo strano contro il braccio, con le dita che guardano in direzione del gomito.
Naomi annuisce.
«Polso rotto.»
«Mmm, dici?» deglutisco.
«E dov'è il sangue?»
«Sulla fronte.»
Mi metto seduto contro il corpo filiforme di Naomi e mi asciugo il sangue con la mano sinistra.
Naomi mi stringe un po' le spalle e questo è il massimo dell'affetto che ci si può aspettare da lei. Probabilmente sul letto di morte mi darà una stretta di mano.
Si toglie il berretto da baseball, poi si passa una mano fra i capelli e se lo rimette, questa volta
con la visiera all'indietro. «Allora, qual è il verdetto?»
Oh. Merda.
«Aspetta un attimo.»
Cerco di riprendermi con la testa appoggiata sul ginocchio sbucciato. Un'esplosione di colori
m'invade il cervello. Il dolore è intenso come una scossa elettrica.
«Fa molto male?» mi chiede.
Io esplodo in mille palloncini colorati.
«Ridimmi perché sto facendo tutto questo.»
«Stai zitto.»
Riesco quasi a sorridere.
«Lo so, lo so, stavo solo scherzando.»
«Allora cos'è che ti fa male? Da dove viene il dolore?»
«Dal cervello.»
Naomi sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
«E chi è che invia questi segnali al tuo cervello,