Inciampo nell'erba umida per dieci minuti, finché non raggiungo la fermata dell'autobus. Sono senza
fiato e devo appoggiarmi alla cabina ad aspettare in compagnia di una strega e di un animaletto vestito da puttana o viceversa.
Quando salgo sull'autobus, l'autista mi fa un cenno col capo.
«Bel costume.»
Da quando in qua avere un gesso è un costume? Devo ammettere però che l'aria da pazzo sudaticcio aiuta.
Mi siedo e cerco di non guardare tutta quella gente assurda che sale sull'autobus la notte di Halloween. Prima, tutti i passeggeri mi erano sempre sembrati narcolettici. Ma adesso appaiono tutti così schizzati che mi sembrano fatti di anfetamina e ci metto un po' per convincermi che non siano spie del manicomio con telecamere e registratori nascosti dietro le maschere e i costumi grotteschi.
Deglutisco e spazzo via lo sporco dai jeans.
Concentrati.
Charlotte vive proprio accanto alla scuola.
Accanto alla fermata dell'autobus.
Non è difficile.
Questa è senz'altro l'opzione migliore che ho. Non posso mica presentarmi a casa mia. Ovvio. Quando sei ricercato dalla polizia, l'ultimo posto dove devi andare è casa tua. Immagino che ragionino così anche gli psicologi psicopatici.
Non potrai più tornare a casa. Sei un malato di mente fuorilegge.
Le fitte alla mano rotta mi uccidono ogni volta che prendiamo una buca.
Non sarà poi così male. Jesse e Will mi mancheranno ma staranno meglio senza di me. Io e Charlotte potremmo fuggire insieme. Prima però devo convincerla che non sono matto. Potremmo avere dei bambini e chiamarli Jesse e Naomi.
Scendo dall'autobus e attraverso il parcheggio della scuola. Alcuni primini con stupide maschere
di Scream stanno tirando uova contro il laboratorio di scienze. Si fermano appena mi vedono.
«Smettetela di tirare le uova, imbecilli» dico.
Loro ridacchiano.
«E tu chi cazzo saresti?»
«Sono un poliziotto del cazzo. C'è gente allergica alle uova. Lo sapete, stronzi? Date una pulita.»
Uno si mette a farlo davvero. Che sfigato.
Più mi addentro nell'area residenziale, più la gente mi sembra fuori di testa. Mi passano davanti
Frankenstein, ballerine, zombi. E persone decisamente troppo vecchie per travestirsi. Molti ragazzi
usano Halloween come scusa per andare in giro nudi. L'aria fresca mi fa lo stesso effetto che mi faceva la mano di mia madre sulla fronte quando avevo la febbre. Inciampo e mi sbuccio le mani a terra. La mano rotta è un'esplosione di fuochi d'artificio.
Alzati.
Nessuno va verso la casa di Charlotte a parte due ragazzi, un pirata e una fatina. Li seguo a pochi
metri di distanza. Lei ha una zucca di terracotta piena di caramelle che le pende dalla minuscola mano rosa e tiene il guanto bianco nell'altra.
Non sanno che li sto seguendo e la cosa mi rende felice e triste allo stesso tempo.
A un certo punto si fermano e si baciano sotto un lampione e per poco non mi cedono le gambe.
Quella bella fatina col vestitino viola, l'eyeliner e la calzamaglia è quel maschiaccio di Naomi.
Il pirata.
Il pirata con la lingua di Naomi in bocca.
È Jesse.