Capitolo 19.

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Decisa a farmi coraggio e ripetendomi continuamente che tutto quello fosse solo un test, puntai il coltello verso la gola di Thomas e lo fissai con attenzione, mentre Stephen si diresse verso il grosso rettangolo di vetro illuminato di verde.
Il ragazzo raggiunse un punto in cui il bagliore disegnava il profilo del suo corpo. Era sfocato, come se stesse per dissolversi nella luce verde all'improvviso. Attraversò la grotta finché si tolse completamente dalla luce, poi si fermò davanti al muro di pietra e cominciò a digitare su quella che doveva essere una specie di tastiera, ma che non riuscivo a vedere perché accecata da quel bagliore fosforescente. Quando Stephen finì, indietreggiò verso di noi e lanciò un'occhiata indagatoria verso Thomas, che nel frattempo non aveva spiccicato mezza parola.

Ci fu uno scoppio, seguito da un sibilo acuto e osservai attenta la porticina, il cui lato destro stava iniziando a muoversi lentamente. Mentre si apriva, getti sottili di foschia attraversavano la fessura sempre più ampia, formando dei piccoli vortici che poi evaporavano quasi all'istante senza lasciare tracce.
Era come se un freezer da tempo inutilizzato stesse rilasciando aria fredda nel calore della notte. L'oscurità si annidava all'interno, anche se il rettangolo di vetro continuava a emettere il suo strano fulgore verde. 

Alla fine la porta si fermò contro la parete di roccia appuntita, producendo uno scricchiolio simile al ghiaccio calpestato. Dove prima c'era la porta, adesso giaceva un buco nero. La luce non era sufficiente a rivelare quello che c'era dentro. Anche la foschia si era completamente arrestata.
Improvvisamente mi sentii male per Thomas e per quello che avrebbe dovuto affrontare lì dentro. Sperai solo che non soffrisse di attacchi di panico o di claustrofobia.
Sapevo che avrei dovuto stare attenta a Thomas e accertarmi che non avesse in mente di fuggire da un momento all'altro, ma alla fine la curiosità prese il sopravvento.

Decisi di dare una sbirciatina a quella porta e per non sentirmi in ansia mi ripetei che Thomas non fosse poi così stupido da azzardare una fuga in quel momento.
"Ce l'hai una torcia?" chiesi curiosa a Stephen, indicando lo zainetto che teneva in spalla.
Lui fece spallucce e si mise a rovistare al suo interno alla ricerca dell'oggetto. Dopo un paio di secondi cavò fuori una torcia e me la lanciò. Sperai con tutto il cuore di riuscire ad afferrarla nonostante il buio ancora persistente nella caverna, perché in caso non ci fossi riuscita, avrei fatto la figura della cretina, mandando all'aria la mia parte da dura.

"Controlla Thomas mentre io do un'occhiata. Sono sicura che non sarà tanto stupido da tentare una mossa. Vero, Tom?" domandai, aggiungendo alle mie parole una punta di derisione nei suoi confronti. Lo so, ero spietata, ma dovevo essere certa che credesse alla mia messa in scena fino alla fine, e sapevo anche che fino a quel punto non avevo fatto un bel lavoro.

Il ragazzo mi rivolse uno sguardo di puro odio, ma non rispose, e osservò il coltello scivolare dalle mie mani a quelle di Stephen.
"Già, concordo. Per di più credo che quello che hanno preparato per te è molto più piacevole che morire accoltellato." rispose Stephen sogghignando.
Notando che il ragazzo non sembrava voler parlare, mi avvicinai cauta all'apertura rettangolare, come se quella scatola infernale potesse risucchiarmi e rinchiudermi lì per l'eternità. Quando accesi la torcia e illuminai la piccola stanzetta, mi sentii più sollevata. Puntai la luce al suo interno e la agitai su e giù, a destra e sinistra. 

Mentre lo facevo, la luce attraversò una nuvola sottile di foschia, ma l'umidità si era ormai ridotta abbastanza da lasciar intravedere cosa c'era dentro. Era una piccola stanza, profonda solo qualche metro. Le pareti sembravano fatte di una specie di metallo argentato, le superfici erano interrotte da piccole protuberanze dello spessore di un paio di centimetri, ognuna delle quali aveva un buco nero sulla punta. I piccoli pomelli o beccucci distavano una dozzina di centimetri l'uno dall'altro, formando una griglia sulle pareti. 

The Maze Runner - SurviveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora