"Bene così." constatai. "Allora mettiamoci in marcia."
Senza sprecare altro tempo prezioso, porsi la mia mano a Thomas, per aiutarlo ad alzarsi, dato che se ne stava ancora beatamente seduto dentro la 'scatola misteriosa'. L'avevo soprannominata così, dato che non sapevo cosa fosse successo al suo interno. Sperai niente di brutto, ma per sicurezza decisi di non chiedere – se gli era capitato qualcosa di orribile lì dentro, di certo non volevo venirne a conoscenza per poi farmi venire altri sensi di colpa, dato che di quelli ne avevo già abbastanza.Thomas rimase a fissare la mia mano per pochi secondi, poi distolse lo sguardo di lato e si grattò il collo arrossendo lievemente. Serrai le labbra e abbassai il braccio, adagiandolo sul mio fianco e annuendo, come per rassegnarmi all'inevitabile e dura realtà. Thomas non si fidava di me, ma almeno la sua rabbia nei miei confronti si era un po' dissipata.
Il ragazzo parve notare la mia espressione ferita e si schiarì la voce imbarazzato, poi cercò di giustificarsi, anche se non ne aveva motivo: era normale che si sentisse di non doversi fidare di me. "Senti... Io..." si grattò nuovamente la nuca, cercando di temporeggiare e riuscire a trovare le parole adatte. "Credo che mi ci vorrà un po' di tempo per assimilare tutto e forse alla fine ti perdonerò, ma per ora... Non ci riesco semplicemente." spiegò con calma.
"Capisco." lo rassicurai. "È normale che tu ti senta così. Prenditi tutto il tempo che ti serve e fai la scelta che ritieni più giusta. Io non insisterò e non caverò mai più fuori l'argomento, ma sappi che se hai bisogno di altre spiegazioni, sono felice di aiutarti."
Thomas annuì, calmandosi un pochino e facendo diminuire il rossore sulle sue guance, poi si sollevò a fatica – probabilmente con tutte le botte che aveva preso doveva dolergli la maggior parte del corpo – e si mise al nostro pari."Mi fa piacere vedervi riuniti, ma se non erro le due settimane di tempo che avevamo a disposizione per raggiungere il Porto Sicuro sono finite. Ci mancano poche ore prima che il tempo scada del tutto." spiegò Stephen lanciando un'occhiata all'orologio sul polso destro di Thomas. "E... sempre se non erro, ci mancano solo cinque ore e mezzo prima che i due Gruppi si uniscano nel Porto Sicuro. Se non ci sbrighiamo potremo rimanere per sempre qui. E io non ci tengo a diventare il pranzo di qualche Spaccato, perciò muovete il culo, pive."
Scossi la testa per i suoi modi bruschi – quel ragazzo era proprio unico nel suo genere – e forse in un altro momento mi sarebbe spuntato un sorrisetto divertito per le parole da lui pronunciate, ma in quel momento la mia bocca non ne voleva proprio sapere di inarcarsi all'insù, anzi a dirla tutta non ci stavo neanche provando.
Ultimamente io e lo stress eravamo diventati amici per la pelle, ma in quel momento sentivo come se fossero l'ansia e la preoccupazione a ragionare, non io; come se mi avessero inglobato e sopraffatto, facendomi diventare una piccola e insignificante parte di loro.Anche Thomas non era da meno: su di lui si era steso come un velo nero il malessere, sia fisico che psicologico. Era come se si fosse avvolto in una stoffa estremamente resistente e allo stesso tempo pesante, chiudendosi in sé stesso senza dare attenzione a nulla se non al suo tormento interiore. Non lo avevo mai visto così cupo in volto e taciturno, sembrava che la morte si fosse impossessata di lui.
"C'è qualcosa di diverso là fuori?" chiese Thomas indicando l'uscita della grotta.
Stephen scosse la testa. "Niente. Solo una terra desolata e piatta, sconfinata. Non ci sono alberi né colline, figuriamoci un Porto Sicuro." spiegò calciando un sassolino a terra. "Ma ovviamente niente è come sembra. Probabilmente la W.I.C.K.E.D. avrà in serbo qualche altra sorpresina per noi, ma sono sicuro che se non ci muoviamo adesso, non troveremo un bel niente, neanche i Radurai.""Allora cosa dovremmo fare? Dove andiamo?" chiese il ragazzo aprendo le braccia e sbuffando. "Camminiamo nel vuoto fino a che non scade il tempo? È questo il tuo fantastico piano?"
"No." disse secco Stephen. "Noi non camminiamo, noi corriamo."
Mi sentii mancare il fiato. Lui voleva correre? Sotto quel sole che nonostante fosse spuntato da poco, già bruciava come un fuoco ardente?
"Stai scherzando, spero..." bisbigliai spalancando gli occhi e fissandolo in attesa di una risposta.
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The Maze Runner - Survive
Fanfiction{Sequel di The Maze Runner - Remember} Il Labirinto e i viscidi Dolenti erano solo l'inizio di una serie di Test. La Fase del Labirinto è ormai terminata. Solo pochi sono sopravvissuti. Tuttavia tutti si ritrovano nelle mani della W.I.C.K.E.D. I Rad...