Capitolo 25

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Alla fine sono tornata a New York tre giorni dopo aver visitato interamente Seattle.
Caleb mi ha affermato di venire fra qualche giorno o una settimana e ho paura per come potrà reagire Alessia alla sua vista quando tornerà.
Cameron non si è fatto sentire,mentre Matthew sta sempre con me raccontandomi come sono passate le giornate in mia assenza.
Mia madre alla mia vista ha pianto e avrei voluto farlo anche io se non fosse per il mio orgoglio,mio padre invece è incazzato nero con me. Anche lui non è stato da meno nel chiedermi come stavo e il perché del mio umore,quindi dovrebbe stare zitto.
Sono tornata al College portando un certificato medico per farmi rientrare. Sono mancata quasi due settimane.
Johnny mi ha chiesto che fine avevo fatto e non gli ho raccontato molto,solo che ero andata a Seattle.
Daniel adesso ha anche i corsi nel pomeriggio quindi lo vedo poco,sì mi sono trasferita da lui come avevamo previsto. I miei non l'hanno presa bene e soprattutto mio padre,ma non m'importa.
Tra due mesi faremo un anno e io ancora non ho finito il quadro e per mia fortuna c'è una stanza completamente vuota dove lui non va mai. Quando non c'è passo la maggior parte del tempo lì dentro e continuo il mio regalo. Dovrò anche colorarlo,quindi mi devo impegnare. A scuola hanno iniziato ad'assegnare compiti come se non ci fosse un domani,quindi non posso lamentarmi del fatto che non faccio niente per la noia,sono costantemente occupata.

A risvegliarmi dai miei pensieri è lo scatto della serratura. Guardo l'ora e noto che sono le 7:20,strano Daniel dovrebbe essere qui alle 8:00.
Mi alzo dal letto e mi avvio al piano di sotto.

"Sono a casa!" urla lui.

Mi avvicino alle sue spalle e poi gli urlo "Lo so benissimo!"

Salta dalla paura e girandosi si mette una mano al cuore.

"Ma vuoi farmi prendere un infarto?!" dice visibilmente spaventato.

Ridacchio e scuoto la testa.
"Come farei senza di te." aggiungo poi.

"Furbacchiona! Ora ti punisco." minaccia mettendo le mani pronte a farmi il solletico.

Deglutisco rumorosamente e indietreggio di qualche passo. Sbatto contro il muro e noto di essere intrappolata.

Il suo viso è lontano pochissimi centimentri.
Mi fa sempre lo stesso effetto.

Posa delicatamente le mani sul mio ventre e inizia a solleticare mentre io tra le risate lo supplico di smettere.

"Non smetterò fin quando non mi dirai 'Scusi mio padrone'!" dice con fare drammatico e continuando a solleticarmi.

"Scu-scusi mi-o p-p-adrone!" dico tra le risate.

Lascia la presa e con sorriso vittorioso va verso la cucina.
Cerco di riprendere fiato e poi mi alzo da terra.

"Come mai sei venuto così presto?" gli chiedo seguendolo.

"Cos'è non mi vuoi tra i piedi?" dice alzando un sopracciglio.

"Ma no stupido! Solo che alle volte torni alle 8:00." dico ridacchiando per la sua affermazione stupida.

"Ci hanno mandati via prima per una riunione." dice per poi bere dalla bottiglia.

Annuisco e prendo il cellulare dalla tasca.
Rispondo velocemente ai messaggi di Alessia e poi Daniel me lo leva dalle mani.

"Ei! Ridammelo subito!" dico cercando di prenderlo ma lui lo mette più in alto per leggere con chi stavo parlando. Saltello ma niente,la mia statura non mi permette di riprenderglielo.

Mi arrendo e gli sfilo dalle tasche il suo per poi sbloccarlo.

"Piccola,posa quel telefono!" dice venendomi incontro.

Baciami Sotto La Luce Di Mille Stelle. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora