Papà.

17 3 0
                                    

Guardo fuori dal finestrino dell'autobus nuotando tra le note di "Not About Angels".
Ho riflettuto molto in questi giorni, sono stati penso i giorni più lunghi della mia vita. Lorenzo non mi ha lasciata sola nemmeno un attimo, e tutt'ora è qui con me, al mio fianco pronto a difendermi. Qualsiasi ragazzo mi si avvicinasse, lui lo cacciava, inventando scuse plausibili a questo suo comportamento.

"Lo faccio per te" mi aveva detto sorridendo, un sorriso di quelli veri. Non so nemmeno io da quanto tempo ormai non faccio un sorriso, da quanto tempo non abbraccio mia madre, da quanto tempo non sto con Alessia Cameron e Matthew, da quanto tempo non bacio le labbra di Daniel, da quanto tempo non parlo, da quanto tempo non rido con Kim.
La mia vita si è spenta diventando monotona. Annuisco e nego con la testa, poi leggo, sto con la musica nelle orecchie e qualche volta Lorenzo mi fa compagnia in stanza mentre guardo fuori dalla finestra. Mi accarezza le gambe ormai magre e mi continua a ripetere sempre le stesse parole: 'Devi mangiare di più Kate', ma non so a quanto serva dato che prima o poi succederà. Prima o poi tutti ce ne andremo da questo mondo pazzo, dalle sue follie e dalle cazzate della vita. Non so a quanto serva andare avanti, saranno passati mesi da quando non lo faccio più.

Qualcuno mi toglie l'auricolare e mi sussurra all'orecchio "Dobbiamo scendere", e da quella voce rauca e profonda capisco che è Lorenzo. Prendo la sua mano e scendo con lui dal Bus, dirigendomi ovunque lui mi voglia portare.
Ha detto semplicemente: 'ti farà stare meglio'.
Non mi fido un granchè, non so ancora esattamente cose nascondono Kim e lui; nonostante tutto mi è rimasto accanto, come gli aveva chiesto.

Ci troviamo in poco tempo in un vialetto sconosciuto. Uno di quelli trasandati, ma che comunque portano dietro una storia, fatta di bei ricordi per alcuni e brutti per altri.
'Cosa ci faccio qua? Cosa dovrebbe esserci qua, che mi farà stare meglio?' mi chiedo in mente. Ovviamente le tengo per me, come sempre, e nessuno risponderà alle mie domande.

"Siediti qui." Dice indicando un grosso pezzo di marmo, con molte scritte.
Annuisco insicura e abbassando la testa mi siedo. Spengo la musica e mi concentro sui rumori della strada vicino a questa.

"Ciao.." una voce bassa e rauca si fa presente nelle mie orecchie. Molte volte mi è capitato di sentirla, e per scacciarla anche adesso, uso il mio solito metodo: metto le mani alle orecchie e inizio ad'urlare di andarsene, sovrastando ogni rumore.

Delle mani ruvide tolgono di scatto le mie dalle orecchie e mi arriva un forte schiaffo sulla guancia frastornandomi. La voce è reale non è frutto della mia immaginazione. Lui è qua, e qualsiasi cosa voglia a me non importa. La sua presenza mi mette a disagio, mi fa paura solo aver sentito il suo tocco.
Poso la mia piccola mano sulla mia guancia e resto girata non guardando nessuno.

"Papà.." sussurro.
È passato tanto tempo, eppure le persone come lui ti rimangono impresse nella mente. Parlo con lui solo tramite una stupidissima foto, ma questo non basta, e il fatto che lui sia qui in carne e ossa mi fa strano.

"Piccola principessa..sei l'unica figlia che ho, per quale assurdo motivo te ne vai via di casa senza più farti vedere?" Chiede sussurrando.

"L-la mamma papà." Rispondo. È sempre stata colpa della mamma. Se da piccola piangevo per una sbucciatura al ginocchio, lei mi faceva guarire la ferita da sola. È sempre stata una persona orgogliosa ed'egocentrica. Se io da piccola mi avventuravo in qualcosa di pericoloso, o che almeno potesse procurarmi qualche graffio, lei mi avvertiva. Se non le davo ascolto, dovevo curarmi da sola.

"Come quando eri piccola, e dicevi che la mamma faceva la cattiva con te. 'Papà la mamma mi ha fatto curare il ginocchio da sola, è difficile aiutami tu!' dicevi. E stavi lì ferma ad aspettarmi, fino a quando non rientravo da lavoro." Racconta perdendosi nei ricordi.

Baciami Sotto La Luce Di Mille Stelle. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora