Capitolo 24

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23 Aprile 2016

Genn

Dopo esserci baciati fino a ritrovarci senza fiato, iniziammo a mangiare e calò quel silenzio tranquillo che si crea soltanto quando sto con lei.

Mentre la osservavo mangiare i panini che Alex e Alessia avevano preparato dato che io sono una frana anche a sbucciare una banana, mi accorsi che le sue labbra erano leggermente gonfie e rosse e sorrisi nel vedere ciò, perchè sapevo che era opera mia.

Addentai il panino e continuai a ringraziare mentalmente quei due scemi per avermi aiutato a realizzare questa idea e per avermi anche suggerito il posto, dato che non conosco niente di qui.
Continuai a guardarla attentamente dalla testa ai piedi e notai che il suo modo di vestirsi era sempre lo stesso, leggermente largo per coprire le sue forme. Non capisco come le ragazze si vedano sempre più grosse di quello che sono, va bene che non è uno stecchino, ma è sulla norma, che poi ho sempre pensato che con una ragazza fisicamente bella senza un po' di cultura non ci potrai mai fare un discorso serio, quindi tanto vale trovarne una un po' in carne, ma che almeno quando si affronta un discorso riesce a portarlo avanti.

Venni risvegliato da Cesca che mi chiamò:

<<Genn?! Geeenn?!>>.

Scossi un po la testa per poi dirgli:

<<Si?!>>.

Lei imbarazzata mi chiese:

<<Perchè mi stavi fissando?!>>.

Spostai lo sguardo sulle sue mani che cercavano di allungare il maglione per coprire al meglio i suoi fianchi, così mi alzai e mi misi dietro di lei prendendogli le mani e dicendogli:

<<Ti guardavo perchè non ho mai pensato di trovare interesse per una ragazza così insicura di se stessa, così timida da diventare rossa per qualsiasi cosa e così perfetta nei suoi modi di fare, ma che lei continua a negare e a dire di far schifo>>.

Finii la frase lasciandogli un piccolo bacio nei capelli. Lei si girò a guardarmi e vidi che i suoi occhi erano illuminati da una luce strana, quella luce che era stata spenta in passato e che adesso grazie a me è ritornata e non permetterò a nessuno di spegnerla nuovamente.

Ad un tratto ho sentito una sensazione di vuoto e vidi che Cesca non era più tra le mie braccia, ma si era alzata per raccogliere le cartacce e per accendere una di quelle lampade portatili che si era portata dietro, per un motivo a me sconosciuto.
Presa la coperta si accoccolò a me facendo aderire la sua schiena al mio petto e mettendo la coperta sulle mie spalle così da coprire entrambi. Appoggiò la testa sulla mia spalla e io non riuscii a trattenermi dal lasciargli qualche bacio sul collo, appena glie li diedi lei si dimenò e si mise a ridere per poi dire:

<<Scusami, non è che non mi piacciano, ma soffro così tanto il solletico che appena qualcuno mi sfiora nelle parti più sensibili inizio a ridere>>.

A quell' affermazione iniziai a ridere anche io lasciandogli un bacio a fior di labbra che lei approfondì mettendo le sue braccia dietro al mio collo per avvicinarsi.

Passammo la serata così tra coccole, baci rubati e a guardare le stelle parlando di qualsiasi cosa.

Stavamo in silenzio sdraiati sulla sabbia con la sua testa appoggiata al mio petto, quando il punto in cui la lampada portatile illuminava si fece più buio segno che si fosse scaricata, ma non mi preoccupai dato che per me era inutile, mentre per Cesca non era così. Si alzò di scatto e andò verso quell' aggeggio per riaccenderlo. Dopo aver imprecato varie volte perchè non si accendeva lo lasciò cadere a terra e lei corse da me, che intanto mi ero messo seduto, portandosi il mio braccio intorno alle spalle e la coperta fino coprirsi la testa. A quella scena non riuscì a trattenere una risata procurandomi uno sguardo omicida da parte della ragazza. Così le chiesi:

<<Mi dici che importanza ha quell' aggeggio per te?!>>.

Lei, guardandomi con una faccia da cucciolo mi rispose:

<<Promettimi di non prendermi in giro?!>>.

Curioso di saperlo gli feci cenno di si senza prestare troppa attenzione e lei abbassando lo sguardo disse:

<<Io..ho paura del buio>>.

Detto ciò cercò di farsi piccola piccola come se volesse scomparire, intenerito da quella scena la strinsi a me e le sussurrai:

<<Ei guardami>>.

Mi guardò e il suo viso sembrava andare a fuoco così lo presi tra le mani per trasmettergli un po' di fresco, dato che io lo ero perennemente, ma la cosa peggiorò soltanto così le tolsi da lì e le presi le mani per poi continuare:

<<Ci sono io a proteggerti. Non me ne vado da nessuna parte>>.

A quelle parole lei mi diede un bacio che io aprofondii, così iniziammo a baciarci con foga come se volevamo nutrirci uno dell'altro. Ci staccammo alcune volte per prendere fiato, ma poi ricominciavamo. Posai una mano sul suo fianco e cercai di alzargli il maglione, ma a quel gesto lei si staccò subito lasciandomi lì con la bocca socchiusa e un po' spaesato. Capii che ancora doveva prendere confidenza più che con me con il suo corpo quindi lasciai stare e ci addormentammo poco dopo abbracciati.

Una luce mi svegliò e vidi che stava sorgendo il sole così svegliai Cesca, lei appena mi vide fece un grande sorriso e si mise seduta accanto a me cercando di accoccolarsi.
Mentre guardavamo quello spettacolo la presi per mano e la feci alzare per avvicinarci al mare dove la baciai e scattai una foto a tradimento.

Verso le 8.00 partimmo per tornare a casa, Cesca si riaddormentò e io continuai a pensare alla dolcezza di questa ragazza che non finiva mai.

But I promise this is on a whole new plane. {Genn Butch}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora