Capitolo 33

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28 Maggio 2016

Genn

In che guaio mi sono cacciato?!

Vedrai che ti faranno sentire a tuo agio.

Sisi..solo che non doveva succedere.

Cosa non doveva succedere?!

Niente lascia stare. Torna da dove sei venuta.

Sei odioso!

Ritornai sulla terra quando Cesca mi strinse la mano per tranquillizzarmi e farmi notare come i suoi parenti erano seduti con noi intenti a guardarmi.
Così iniziai a presentarmi:

<<Piacere di conoscervi io sono Gennaro, ma vi prego chiamatemi Genn>>.

A turno si presentarono tutti e mi sorse un dubbio, nessuno era timido ai livelli di Cesca..da chi avrà preso?!
Quando il padre si presentò mi accorsi come esteriormente assomigliasse alla figlia, erano praticamente uguali.
Dopo che tutti mi dissero il loro nome la nonna mi invitò a prendere una fetta di torta che io ingordo come sono accettai volentieri facendo ridere Cesca che sicuramente avrà pensato la stessa cosa.
Gli zii e la nonna mi fecero più domande di tutti e la cosa mi sorprese, perchè me lo sarei aspettato dai suoi genitori, ma loro si sono limitati a sorridere ed ascoltare. Forse perchè gli basta sapere che sua figlia è felice con me e che non gli farei mai del male.

Poi arrivò il momento delle figure di merda per Cesca, perchè iniziarono a raccontare e farmi vedere delle foto di quando era piccola. Mi soffermai a guardarne una in particolare, doveva essere carnevale perchè indossava il vestito da cappuccetto rosso. La cosa che catturò la mia attenzione fu quel suo sorriso così vero e infantile che ha tutt'ora e che nessuno mai dovrebbe avere il coraggio di toglierglielo.
La nonna vedendo che quella foto mi piaceva molto mi disse:

<<Se vuoi la puoi prendere. Tanto io ne ho altre>>.

Prima di rispondere guardai Cesca che ancora mi teneva la mano, come per avere una conferma da lei. Con le guance più rosse del solito e un tono che lasciava trasparire tutto il suo imbarazzo si rivolse alla nonna dicendo:

<<Ma che sei impazzita?!>>.

Poi si rivolse a me:

<<Ce ne sono altre cento meglio, perchè proprio questa?!>>.

Senza preoccuparmi dei suoi parenti che ci stavano ascoltando le risposi:

<<Perchè su questa foto hai lo stesso sorriso spontaneo e infantile che hai adesso e che poche volte fai vedere>>.

A quella frase lei abbassò lo sguardo e la mamma mi incitò a prenderla, così io la presi e la misi immediatamente nel portafogli vicino alle foto delle mie sorelle.

La tensione si era decisamente sciolta e abbiamo preso a parlare tranquillamente quando Lori fece un gesto che ci lasciò di stucco facendo illuminare gli occhi a Cesca, si mise seduto sopra di me per poi continuare a giocare con le macchinine. Penso che per Pingu questo valga molto e anche per sua zia visto che ci guardava sorridente.
Cesca lasciò la mia mano e si alzò per prendere qualcosa o meglio qualcuno, una volta preso si risedette vicino a me e facendomi vedere la creatura che aveva in braccio e Lori esclamò:

<<Faffiiiiiiii!>>.

Io guardai Pingu per avere delle spiegazioni e come se mi avesse letto nel pensiero disse:

<<Lui è l'ultimo arrivato ed è la persona più importante della mia vita dopo Lori, ovviamente>>.

Si fermò un attimo per fare una carezza al bambino che stava ancora sopra di me e poi continuò:

<<Si chiama Daniele ed ha 5 mesi>>.

Finita la presentazione me lo mise in braccio e come il mio sguardo incrociò quello del piccolo vidi quella luce che ha anche Cesca quando è felice. Io gli sorrisi e lui fece la stessa cosa,alzai la testa e vidi Pingu felice come non lo era stata mai da quando la conosco.

Con Lorenzo ancora in braccio intento a mangiare come me un po' di torta, continuammo a parlare finchè Cesca non mi guardò per poi dirmi:

<<Andiamo a fare una passeggiata al mare?!>>.

Sicuramente mi vorrà spiegare qualcosa e anche io le devo chiedere di ieri. Così annuii semplicemente e dopo esserci alzati Lori mi tirò una manica, mi abbassai e lui mi sussurrò:

<<Mi sei simpatico e penso che anche a faffi piaci>>.

A quell'affermazione sorrisi e gli chiesi:

<<Vuoi bene a Cesca?!>>.

Lui rispose di sì muovendo la testa così continuai dicendogli:

<<Bene, allora promettimi una cosa..ti prenderai cura di lei quando io non ci sarò più?!>>.

Lui rimase un po' scosso ma poi annui nuovamente e mi abbracciò.
Quando si staccò mi rialzai e vidi Cesca che mi stava guardando con lo stesso sorriso che aveva nella foto di quando era piccola.

Dopo aver salutato tutti e ringraziato la nonna per il dolce che era veramente buono scendemmo le scale e salimmo in macchina per andare al mare.

Mentre passeggiavamo lungo il corso mi disse:

<<Sai la mia paura più grande era che non piacessi a Lori, ma a quanto pare ti adora>>.

La guardai e le dissi:

<< Come si fa a non adorare uno come me?!>>.

Lei mi guardò con un sopracciglio alzato per poi scoppiare a ridere, quella risata che mi riempe di gioia e che riesce a contagiare sempre anche me.
Finito di ridere riprese a parlare:

<<Lui è come un fratello per me, non potrei mai fargli avvicinare qualcuno che non gli vada a genio. Non vedeva l'ora di conoscerti, dal momento che ha saputo che saresti venuto fino a quando non sei arrivato ha continuato a ripetere:ma quanto ci mette a venire?!. Speravo con tutto il cuore che quell'entusiasmo rimanesse anche dopo averti visto e così è stato. Per non parlare di Daniele che ti ha sorriso subito, cosa che non concede facilmente a chi non conosce. Anche lui è come se fosse un fratello per me e sto cercando di aiutare zia per farlo crescere al meglio. Sono..la mia vita>>.

E mentre pronunciava quest'ultima frase mi guardava negli occhi sorridendo.
Come fa la gente a trattare male o a prendere in giro una persona del genere. Nemmeno se ci metti tutta la forza di volontà ci riusciresti, ma ho paura che io possa riuscirci lo stesso.
Scacciai quel pensiero e la strinsi a me lasciandogli un bacio nei capelli per poi sederci a guardare il tramonto mentre ci accendevamo una sigaretta.
Durante il ritorno parlammo della sua ''scomparsa'' di mercoledì che mi spaventò moltissimo e le raccontai qualcosa di quella sera, ma tralasciai la parte di quel Federico per non farla preoccupare, anche se lei sembrò sapere qualcosa.

Arrivati a casa sua mangiammo la pizza che eravamo passati a prendere poco prima e dopo cena decidemmo di passarlo a casa per vedere un film e che poi sarei rimasto a dormire da lei, tanto ormai non c'era più nulla da nascondere.

Ci sedemmo sul divano per vedere il film quando lei si avvicinò e iniziò a baciarmi con foga, come se volesse farmi capire qualcosa che io per come sono fatto capii al volo. Così la feci alzare e senza smettere di baciarci ci dirigemmo in camera sua per poi sdraiarci sul letto e a pensare che mi ero fatto mille paranoie dopo quella notte per capire se le fosse piaciuto oppure no. Fanculo il film, passammo la serata a volerci nel letto per poi addormentarci uno nelle braccia dell'altro.

But I promise this is on a whole new plane. {Genn Butch}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora