Part. 25

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DANIEL'S POV:

Ho ordinato le pizze visto che nessuno dei qui presenti sa come si usa un fornello. Dylan è comodamente seduto sul divano, con le gambe sollevate sul basso tavolino di fronte a lui mentre guarda una puntata di quel puttanaio di Geordie Shore. Io non so perché ma non riesco a stare tranquillo, sento come se fosse successo qualcosa, ho una strana sensazione. Richiamo Aubrey per la millesima volta, ma tutto quello che ricevo come risposta è il silenzio più assoluto. Prendo la sua pizza, salgo le scale per raggiungere la sua camera. Faccio per aprirla ma mi accorgo che è chiusa a chiave. 

''Aubrey, ti ho portato la pizza.'' Mi appoggio alla porta con un braccio. Ancora silenzio. ''Aubrey, apri questa cazzo di porta.'' L'agitazione inizia a prendere possesso di me. Poggio la pizza a terra e con una spallata la porta si apre. I miei dubbi sono stati confermati: Aubrey è andata da sola da Chris. Sbatto violentemente la porta. Scendo velocemente le scale, do uno scossone a Dylan che continua a mangiare come un morto di fame.

''Aubrey ci ha fregati.'' Dico prendendo la giacca, indossandola.

''Cioè?'' Ribatte Dylan masticando.

''Chiudi quella bocca, per piacere.'' Dico guardandolo con disgusto. ''E' andata da sola da Chris.'' Apro la porta di casa, invitandolo a muoversi. Dylan si catapulta giù dal divano e mi segue verso la macchina. Giuro che se Chris le toccherà un solo capello, può già considerarsi un uomo morto.


AUBREY'S POV.

Chris mi ha portata in un'altra stanza. Sembra una sala da pranzo: c'è un grande tavolo al centro, tutto addobbato con due candele a fare da cornice. Un camino, spento, di fronte al tavolo. Un bel po' di quadri appesi sui muri e un grosso divano per finire. 

''Perché mi hai portato qui?'' Dico incrociando le braccia al petto. Chris mi guarda,poi si gira verso un cassettone posto poco distante dal camino. Prende una grossa scatola e me la porge.

''Ti aspetto tra 10 minuti.'' Dice con il suo sorrisetto di sempre.

''Non mi sembra sia il caso di fare la cenetta romantica. Potrei vomitarti addosso.'' Dico sfidandolo con lo sguardo.

''Vuoi sapere il resto della storia? Allora ascoltami, dolcezza.'' Mi porge di nuovo la scatola. La prendo controvoglia, sbuffando. Un tizio, uno dei suoi servi, mi porta in una stanza per cambiarmi. Poso la scatola sul letto, la apro: c'è un bellissimo vestito lungo nero. Lo indosso velocemente. Raggiungo di nuovo Chris che mi aspetta sul divano. Appena sente dei passi alle sue spalle, si gira venendomi in contro. Mi porge la sua mano, la prendo senza voglia. Mi sfiora il palmo della mano con le sue labbra.

''Sei bellissima.'' Dice guardandomi negli occhi.

''Pochi complimenti, più fatti.'' Lo scanso e vado a sedermi.

''Che caretterino.'' Dice sogghignando. Alzo gli occhi al cielo. Due ragazzi portano un carrello zeppo di cibo ed iniziano a posare davanti ai nostri occhi la prima portata. Durante tutta la cena Chris non apre bocca, mi fissa solo e il suo sguardo mi inquieta. Mi sto sforzando nel mangiare, solo per ascoltare la sua storia. Ad un certo punto Chris si alza, prende il dolce e si avvicina a me. Con un dito prende un po' di panna dalla torta e lo avvicina alla mia bocca. Lo allontano, spostando il viso. Chris prende violentemente il mio viso tra le mani e lo gira verso di lui, facendo in modo che lo guardi negli occhi.

''Non sai quanto ti odio.'' Dice guardandomi furioso. Si allontana da me facendo cadere un bicchiere, salto di poco dalla sedia. Ammetto che mi trasmette paura in questo stato, sapendo tutte le pazzie che ha fatto. Si appoggia con le mani al muretto del camino, con il volto rivolto verso il basso. 

The heart wants what it wants. - Daniel SharmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora