Part. 27

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Abbiamo avvisato la mamma di Allison. Quasi non ci credeva quando le abbiamo detto che sua figlia è viva, pensava fosse qualche scherzo di cattivo gusto. Ma appena l'ha vista è scoppiata a piangere, abbracciandola. Anche Allison ha pianto, ma non ha detto niente e il suo sguardo era sempre più vago. La signora Parker ha deciso di portarla in un clinica: Allison, psicologicamente è distrutta. Ha provato a tenerla con sé in casa, voleva aiutarla personalmente con il nostro aiuto ma non ha avuto risultati. Se ne stava come un vegetale sdraiata sul letto, senza parlare, senza mangiare, senza fare nulla. E' stata la decisione migliore metterla in clinica, infatti già ci sono segni di miglioramento. Quando ci vede sorride, ogni tanto pronuncia qualche parolina e non resta tutto il giorno nel letto. E' un gran passo. Chris è scomparso di nuovo ed io vorrei tanto rivederlo. Odio quando Daniel mi dice che sto sbagliando tutto: ha fatto cose bruttissime ed io non lo perdonerò mai, ma io sono la sua famiglia. Vorrei solo capirci qualcosa in più. Tyler mi ha invitata a prendere un caffè come due semplice amici, ho accettato senza esitare. Siamo seduti ad un bar del centro. Do un morso al cornetto che ho ordinato, accompagnato da un sorso di caffè.

''Sono contento che Allison si stia riprendendo.'' Dice Tyler tra un sorso e un altro.

''Sì, anch'io. In questo valanga di negatività, almeno qualcosa di positivo è successo.'' Ribatto, mantenendo il mio sguardo sul cornetto.

''Sei sempre stata una mangiona.'' Tyler ride, fissandomi divertito.

''Da che pulpito arriva la predica.'' Ricambio la risata. Mi scruta con lo sguardo, appoggiando i gomiti sul tavolo.

''Che c'è?'' Gli domando distogliendo lo sguardo.

''Sei strana. E' successo qualcosa?'' Mi dice senza levarmi lo sguardo da dosso.

''No, è solo che vorrei rivedere mio..'' Lascio andare un lungo sospiro. ''Mio fratello.'' 

''Immagino. Se vuoi posso aiutarti, non so come ma farò il possibile.'' Dice prendendomi la mano, accarezzandola.

''Grazie, davvero. Ma non devi farlo per forza.'' Ritiro la mano.

''Non è una forzatura, voglio solo aiutarti.'' Mi sorride, ricominciando a parlare. ''Vieni, ti riaccompagno a casa.'' Mi porge la mano, tentenno per qualche secondo poi l'afferro e lo seguo in macchina. Una volta arrivati, lo saluto e raggiungo la porta casa. Ma mi fermo qualche passo prima, accorgendomi della presenza di Daniel. E' seduto sul piccolo divanetto posto sul porticato di casa. Mi guardo con aria interrogativa. Mi siedo vicino a lui.

''Cos'è questo sguardo inquisitore?'' 

''Da quando due ex escono insieme, come se niente fosse?'' Dice aspettandosi una risposta sensata.

''Siamo solo andati a prendere un caffè, niente di macabro. E poi a te cosa importa?'' Lo sfido con lo sguardo. Daniel resta impassibile.

''Oh no, niente.. figurati. Era una semplice domanda. Ti piace la minestra riscaldata.'' Si alza, ridendo.

''Scemo.'' Gli do un leggero schiaffo sul braccio. ''A te piace la minestra che si passano tutti.'' Dico ironizzando sulla sua battutina.

''Non sempre.'' Mi guarda sorridendo convinto. Mi alzo sulle punte, lasciandogli un leggero bacio sulla guancia. Apre la porta, raggiungiamo il salotto dove vedo Michael che parla con un signore abbastanza robusto. Mi avvicino per salutare e quasi mi viene un colpo quando scopro la persona che si trova di fronte a me: E' MIO PADRE.


- ALLISON'S POV:

E' successo tutto così in fretta. Nonostante stia migliorando, non riesco a non pensare a tutto quello che mi ha fatto passare Chris. Dalla finta morte, a tutte le torture psicologiche e fisiche, fino a vedermi ridotta in questo stato. Mi guardo allo specchio senza riconoscere la ragazza solare di una volta. Vedo solo una ragazza distrutta, con un gran peso addosso. Dallo specchio vedo Dylan che è appena entrato in stanza.

''Ciao Ali.'' Dice con la voce tremolante. Mi giro sorridendogli, superandolo per raggiungere il letto. Mi porta la copertina al bacino.

''Ti ho portato i brownies, i tuoi biscotti preferiti.'' Sventola una busta pieni di biscotti.

''Grazie.'' Gli sussurro, indicandogli di metterli sul comodino. Si siede sul letto delicatamente, cerca di prendermi la mano ma la ritraggo subito. Lui abbassa lo sguardo.

''Allison, sono io. Non devi avere paura di me.'' Cerca di rassicurarmi. Lo guardo con timore. Distolgo lo sguardo, senza dire una parola. Dylan si alza dal letto affranto. 

''Va bene, ti lascio stare. Ci vediamo domani.'' Si avvicina alla porta.

''Dylan, aspetta..'' Lo fermo, lui ritorna indietro. ''Devo dirti una cosa.''  Si siede di nuovo sul letto, incitandomi a parlare.

''E' un po' complicato. Sei la prima persona che lo sa, oltre i medici. Li ho pregati di non dire nulla che lo avrei fatto io al momento opportuno.'' Ho ancora lo sguardo diretto verso la finestra. Dylan mi guarda senza proferire parola. Riprendo a parlare ''Non volevo che succedesse in questo modo ma.. sono incinta.'' Abbasso lo sguardo, mentre delle lacrime rigano il mio viso. Dylan spalanca gli occhi, rimanendo con la bocca semiaperta.

''E'stato Chris?'' Balbetta. 

''Sì.. è stato lui.'' Ribatto.


- ME.

''Che ci fai qui?'' Il mio sguardo pesante su di lui, lo rende nervoso.

''Lo so che non vorresti vedermi, ma ho saputo tutto. Anche di Chris.'' Dice senza interrompersi.

''Beh mi dispiace, ma Chris non è qui. Quindi puoi tornatene da dove sei venuto.'' Gli indico la porta d'ingresso.

''Tesoro, lascialo parlare.'' Mi dice Michael. 

''Lo faccio solo per Michael.'' Gli dico con gli occhi in fiamme.

''Penso che Chris ti abbia raccontato tutto. Non è mai stata mia intenzione lasciarti, ma ho dovuto farlo. Tua madre non mi ha dato altra scelta. Ma ora voglio solo ritrovare l'altro mio figlio e ricongiungere la mia famiglia.'' Lo guardo accennando una risata.

''E tu pensi che così dicendo, io passi sopra a tutto quello che è successo? Tu vuoi salvare solo Chris,  non te ne frega un cazzo di me.'' Gli urlo contro. Daniel mi prende il braccio, cercando di calmarmi.

''Non è vero. Ho sbagliato con te e non pretendo che mi perdoni subito ma cerca di capire il mio punto di vista.'' Dice evitando il mio sguardo.

''Per me puoi marcire all'inferno.'' Corro via per le scale mentre sento Michael dire di lasciarmi un po' di tempo. Mi getto a peso morto sul letto, cercando di reprimere il mio istinto omicida. Daniel mi raggiunge poco dopo.

''Se ci tieni a restare vivo, è meglio che te ne vai.'' Sprofondo con il viso nel cuscino.

''Correrò il rischio.'' Si siede sulla sedia posta vicino alla scrivania. ''Perché non gli dai una possibilità di recuperare?'' Mi dice secco.

''Perché non è tornato prima? Guarda caso solo quando ha sentito del suo amato figlio.'' Non alzo il volto dal cuscino nemmeno per un secondo.

''Ti capisco, ma è ovvio che lui tenga a Chris, è pur sempre il suo primo figlio. Ma tiene anche a te, glielo si leggeva negli occhi.'' Prende una matita ed inizia a giocarci.

''Da quando sei esperto nei rapporti padre - figlia?'' Dico ridendo.

''Quante cose non sai di Daniel Sharman.'' Fa girare la sedia. ''Io non vorrei mai che ti accadesse qualcosa di brutto. Il solo il pensiero mi fa diventare matto, ma se ti servono alle altre risposte è giusto che ritrovi Chris. Ma devi accettare tuo padre.'' Mi dice venendosi a sedere sul letto.

''Come ho fatto ad incasinarmi così tanto la vita?'' Lo guardo.

''Non l'hai fatto. E' semplicemente il percorso della vita, sono piccoli problemi che dobbiamo affrontare. E tu li stai affrontando da donna.'' Mi accarezza i capelli. Gli sorrido dolcemente. 

The heart wants what it wants. - Daniel SharmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora