Part. 32

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- DANIEL'S POV.

Sto in macchina per raggiungere Chris. Mi ha chiamato con un numero sconosciuto e mi ha detto di incontrarci da soli. All'inizio ero un po' scettico, ma io non mi tiro mai indietro. La strada verso il nuovo nascondiglio di Chris è ricoperta di alberi riversi sulla strada. E' molto tranquillo come posto, non passa nessuna macchina, tranne la mia. Il navigatore mi avvisa di aver raggiunto la destinazione. Parcheggio la macchina nello spiazzale davanti alla casa. Busso alla porta e dopo un paio di secondi Chris mi apre. E' una casa molto modesta, niente di eccessivo. Chris si siede sul divano, prendendo la birra posata sul tavolino davanti a lui, portandola alla bocca.

''Allora cosa vuoi?'' Gli chiedo lanciando le chiavi sul tavolo.

''Non ne vuoi un po'?'' Dice indicando con il mento la pizza sul tavolino. 

''No, voglio solo sapere cosa vuoi.'' Inizio a spazientirmi.

''Tranquillo, amico.'' Si alza dal divano, pulendosi le mani con un fazzoletto. ''Bene.. io e te dobbiamo collaborare.'' Butta il fazzoletto, guardandomi in attesa di una mia risposta. Abbozzo una risata, ma cosa si è fumato?

''Mi sa che quella birra ti è andata in testa.''

''Non sto scherzando. Tu ed Aubrey siete entrambi in pericolo e solo io posso aiutarvi.'' Assume un tono molto serio.

''Di cosa si tratta?'' Chiedo sedendomi.

''Tu sarai i miei occhi e le mie orecchie. Io da qui non posso muovermi, quindi tu dovrai riportarmi tutto quello che succede. E insieme incastriamo il nuovo psicopatico. Ma cosa più importante: Aubrey non deve sapere nulla di tutto ciò.'' Lo guardo perplesso per qualche secondo.

''Ed io cosa ci ricavo in tutto questo?'' Ribatto.

''La vita.'' Dice secco, senza aggiungere altro.

''So badare a me stesso e ad Aubrey. Quindi rifiuto l'offerta.'' 

''Come vuoi.'' Alza le mani in segno d'arresa. Mi alzo dalla sedia, prendo le chiavi ed esco. Non mi fido di Chris, dei suoi piani e di tutto ciò che dice. Entro in macchina, accelero fino ad allontanarmi il più possibile.


- ALLISON'S POV.

Da quando Chris mi ha quasi pregata di non dire che la bambina che aspetto è sua, non faccio altro che pensarci. So che probabilmente è la scelta migliore, ma non voglio che mia figlia nasca già inghiottita da un vortice di bugie. E poi devo parlarne prima con Dylan. Sto seduta sul balconcino nella mia stanza, con il viso rivolto verso la finestra. Guardo le macchine passare attraverso e un senso di malinconia mi assale. Ma qualcuno entra dalla porta, riportandomi alla realtà. 

''Ehi piccola.'' Dylan si avvicina, dandomi un bacio leggero sulle labbra. ''Come stai?'' Dice buttandosi sul letto, mangiando delle patatine dalla busta che ha tra le mani.

''Sì.. tutto bene.'' Sorrido a malapena. Allunga il braccio per offrirmi delle patatine. Rifiuto, ringraziandolo.

''Dai, dimmi che ti succede. Non rifiuteresti mai del cibo.'' Incrocia le gambe sul letto.

''Dylan, ti devo parlare di una cosa.'' Dico sottovoce. Lui fa cenno di continuare.

''Vedi l'altro giorno ho visto Chris e mi ha chiesto di non dire a nessun altro che questa bambina è sua, anche per non farglielo pesare da grande. Quindi dovrei dire che la figlia è.. tua.'' Dico abbassando la voce sull'ultima frase. Dylan quasi si strozza.

''No, Allison. Con tutto il bene che ti voglio, ma non accetterò mai una cosa del genere. Voglio prendermi cura di te e della bambina, farò di tutto per voi. Ma la bambina non è mia ed io non voglio altre menzogne nella mia vita.'' Si alza dal letto nervoso.

''Lo so, ma ho paura che Chris faccia qualcosa alla bambina se non rispetto la sua richiesta.'' Divento triste solo a pensarci.

''Non devi avere paura, ci sono io qui con te ora. Ma non puoi chiedermi una cosa del genere.'' Mi abbraccia, appoggio il mio viso sul suo petto. Dylan non sa di cosa è capace Chris, se non viene rispettato il suo volere. Davvero non se lo immagina.


- ME.

Domani ricomincia la scuola. Ultimo anno da liceale e poi si inizierà a fare sul serio. Crystal mi ha accompagnata a comprare le ultime cose prima dell'inizio della scuola. Mi sembra inverosimile che tra un anno è già finito tutto: gli anni della scuola passano più veloci di un treno. Stiamo nel centro commerciale più grande del paese. Qui puoi trovarci davvero di tutto e quando ci veniamo, mi verrebbe voglia di farmi chiudere qui dentro. Lo shopping è una delle poche cose che mi rende felice e per qualche momento libera la mia mente da tutti i problemi che mi circondano. Ci fermiamo ad una gelateria: prendo un gelato al gusto oreo, sono la mia droga quei biscotti. 

''Tra te e Daniel c'è qualcosa?'' Sbotta d'un tratto Crystal. Strabuzzo gli occhi per lo stupore.

''No, siamo fratellastri. Cosa dovrebbe esserci?'' Accenno un sorriso nervoso.

''Non lo so.. ma come vi guardate, come vi abbracciate. Sembrate due fidanzatini.'' Dice Crystal sognante. Alzo gli occhi al cielo sbuffando.

''Crystal, andiamo.. è solo affetto fraterno. Non stiamo in una serie tv, questa è la realtà.'' Dico dandole una leggera spallata, ridendo.

''Mah, sarà. Ma non me la contate giusta voi due.'' Dice ridacchiando.

Crystal è la pettegola del gruppo. Sa tutto di tutti, non le scappa nemmeno lo scoop più insignificante. Non si sa come, ma riesce a scoprire tutto anche senza dirglielo. Con lei nessun segreto è al sicuro, il giorno dopo lo saprà tutto il paese. Non è cattiva, è solo la sua natura ed io le voglio bene lo stesso. Ma della storia tra me e Daniel nessun ne sa niente, nemmeno Allison, quindi è meglio evitare il discorso. Facciamo un ultimo giro per il centro commerciale, poi ci incamminiamo verso la strada di casa. All'incrocio saluto Crystal che deve andare dalla parte opposta. Prendo il cellulare e chiamo Daniel. Dopo un paio di squilli risponde con una voce assonata.

''Per caso ti ho svegliato, bello addormentato?'' Gli dico ridendo. 

''Sì, esatto. Mai disturbare il sonno di Mr. Sharman.'' 

''Maddai.. che presunzione.'' Dico ridendo.

''E' verità, mia cara. Dove sei?'' 

''Nel vialetto.'' Non finisco nemmeno la frase, alzo gli occhi e mi ritrovo il vialetto pieno di foto mie e di Daniel nei nostri momenti intimi, attaccate ovunque: vicino agli alberi, le case, le macchine. Spalanco la bocca, rimango immobile non riesco a muovere un passo. Daniel richiama la mia attenzione dall'altro capo del telefono, ma io non lo ascolto. Attacco e mi precipito a levare tutte le foto dal vialetto. Sicuramente sarà stata opera del complice di Chris. Ed ora grazie a lui sono nella merda più totale. La gente che passa mi guarda male, riconoscendo il mio volto dalle foto. Il nervosismo si impossessa di me. Cerco di velocizzare i tempi. Ci sono troppe foto, mi sembra così impossibile come impresa. Mi accascio a terra, portandomi tutte le foto con me ed ecco che una crisi di pianto prende il sopravvento. Dopo un un po' sento due mani premere sulle mie spalle: è Daniel. Prende una delle foto e la guarda rimanendo sconvolto.

''Com'è potuto succedere? Da dove sono saltate fuori?'' Alza il tono della voce.

''Lui è sempre con noi, Dan. Non so come, ma ci controlla ovunque. E sto iniziando ad avere paura.'' Dico con la voce tremolante.

''Non devi. Alzati ed aiutami a levare queste foto. Non deve vincere lui.'' Mi fa alzare e con velocità inizia a levare il restante delle foto. Il cellulare vibra: è un messaggio.

''Piaciuta la sorpresa? E' solo inizio. Mi piace giocare con voi.'' 

The heart wants what it wants. - Daniel SharmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora