Le lezioni avevano ripreso in fretta dopo Natale e con altrettanta velocità avevano cancellato la gioia degli studenti tornati dalle vacanze. Il silenzio regnava nei dormitori e per i corridoi bui.
Anche nell'aula di cinematografia il silenzio era totale. Gli studenti lavoravano in coppia ai loro progetti, mentre la professoressa Coileen correggeva alcune relazioni.
«Potresti anche collaborare in qualche modo.» suggerì il ragazzo dai riccioli di fuoco. Il suo sguardo basso, ma profondo, stava cercando di bruciare a distanza il libro che la corvina era impegnata a leggere,ignorando beatamente il loro lavoro.
«Non ho intenzione di lavorare con nessuno in gruppo. Io faccio le cose da sola.» ribatté lei sottovoce, senza alzare gli occhi.
«La professoressa non ha più voluto che "facessi le cose da sola"; ti ha messo in coppia con me, quindi devi collaborare. Non ci penso nemmeno lontanamente a fare anche la tua parte. Sia chiaro.» puntualizzò seccato il ragazzo.
«"Sia chiaro" che non sei obbligato. Nessuno te l'ha chiesto. Figuriamoci se mi lascio nelle tue mani, io sono tre anni che lo faccio, ma tu?» la sua voce non era più un sussurro e fu sentita anche dalla docente.
«Nielsen, fai la brava.» la sgridò, senza nemmeno chiedere chi dei due avesse iniziato e di chi fosse la colpa di quel bisticcio.
Jay la guardò furiosa e riservò lo stesso sguardo al compagno mentre girò velocemente e il più rumorosamente possibile una pagina del libro, segno che non intendeva assolutamente ascoltare. Damien non si scompose, disapprovò la testardaggine di lei con una leggera oscillazione del capo e si rimboccò le maniche, come se volesse mettere da parte tutta quella situazione per potersi meglio concentrare sulla scaletta del progetto.
Per il restante dell'ora parve non vederla. Dal canto suo, la ragazza aveva continuato a squadrarlo di sottecchi, prima più fugacemente e senza essere vista, in seguito più insistentemente. Stava sorridendo lievemente: si divertiva a farlo arrabbiare; sapeva che, in fin dei conti, non la prendeva mai troppo seriamente e anche se lo facesse, durerebbe poco. Non era una persona rancorosa, no, lui no. Quella odiosa e sempre arrabbiata era lei; quella vendicativa che non perdonava era lei. Mai che sorridesse, mai che dicesse una parola carina con qualcuno, mai che si comportasse in modo rispettoso ed educato. Damien, invece, era sempre ben disposto e disponibile, affidabile; preferiva risolvere le discussioni diplomaticamente, senza arrivare a scontri verbali troppo forti. Era così... - ...bravo. - concluse tristemente. Mentre pensava ciò, i suoi occhi erano scivolati dal viso chiaro appena spruzzato di lentiggini ad un punto impreciso del suo petto fino alle braccia, appoggiate fermamente sul tavolo. Quando si riscosse, notò una cosa che le era sfuggita fino ad allora, non essendosi mai interessata troppo a lui o avendolo sempre guardato come se fosse stato un fantasma inconsistente. Sul polso destro vi erano delle cicatrici lunghe almeno dieci centimetri; non erano perfettamente dritte, avevano qualche sbavatura, però sembravano essere state delle ferite abbastanza profonde. Sulla pelle chiara dell'irlandese si notavano a fatica, però Jay riuscì a contarle: nove, di cui due sdoppiate e una che proseguiva più su delle altre, fino a superare metà dell'avambraccio. Quella era la più grossa e la più scura di colore. Jay controllò se ve ne fossero altre sul braccio sinistro; si sorprese quando, invece di trovare delle cicatrici lineari, ne trovò alcune a forma di macchia,grandi e piccole, che partivano sporadiche da sotto il gomito e proseguivano sempre più vicine ed unite fin sotto le maniche della maglietta blu. La ragazza, leggermente turbata, notò che il colore di queste era più roseo, ma un rosa ben più scuro e innaturale del colore di una carnagione normale. Come d'abitudine, mentre pensava alla causa di quelle deturpazioni della pelle, aggrottò sopracciglia e fronte in un'espressione pensosa solita delle situazioni che non riusciva proprio a comprendere.
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Irish coffee and northern poppies
General FictionUna fredda cittadina finlandese. Un papavero emigrato e un boccale di birra irlandese. Una storia turbolenta di vite normali, talvolta complicate, di fiducia messa alla prova, di legami difficili da saldare e di sentimenti creduti spenti per sempre...