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     Mark aveva seguito la scena e alla fine, senza farsi notare dalla nipote, era sgattaiolato fuori dalla stanza per aspettare che uscisse anche l'infermiere.

«Sam, ragazzo!»

«Mark?»

«Non so se sia una cosa consigliata, quella che stai facendo, o addirittura se te l'abbiano imposta. Però fare il gentile con lei in quel modo, darle queste attenzioni per convincerla a darsi una mossa, beh... Può funzionare fino a un certo punto.» Sam non comprese e aggrottò le sopracciglia. «Puoi aiutarla a guarire convincendola a seguire i tuoi consigli, ma per quanto riguarda le relazioni tra persone, è molto fragile e potrebbe non reggere se scoprisse che non hai vere intenzioni nei suoi confronti.» Mark era tremendamente serio e quando Sam gli sorrise in un modo che lo fece sentire stupido, iniziò a innervosirsi.

«Mark, non sto usando alcun tipo di sotterfugio, se è quello che intendi. Non so cosa provi Jay, so che è complicata la questione delle emozioni con lei, e che è una persona fragile e diffidente. Io però, quando le parlo e per come mi comporto con lei, non potrei essere più sincero e genuino. Tua nipote è una brava persona, non c'è motivo di starle lontana come molti hanno fatto nella sua vita.» Per quanto fosse stato vago, Mark parve aver compreso qualcosa, o almeno lo aveva fatto inconsciamente il suo cervello, perché ora i suoi muscoli erano più rilassati e non nutriva più profondi dubbi.

All'improvviso si sentì chiamare. «Cosa? Cosa c'è?»

Jay lo stava aspettando sospettosa a bordo del letto. «Che state combinando?»

«Oh, nulla, nulla. Io, devo andare un attimo al bar, vuoi qualcosa?» Poi si rese conto della richiesta fatta e scoppiò a ridere. «Scherzavo, arrivo subito.»

Venne trattenuto sulla porta. «Sì.» Era stata un'affermazione debole, ma l'aveva sentita. Fece retromarcia con cautela. «Un succo» azzardò la nipote biascicando appena «d'arancia, se c'è.» Terminò titubante e cominciò a giocare con i piedi con le ciabattine sul pavimento.

«Arrivo subito!» Esclamò lo zio rianimato, e sparì.

Il giorno dopo, la corvina era già in un'insolita aula all'incontro con tutti gli altri "malati di mente" come li catalogava lei. Si sentiva un po' a disagio, qualcuno la fissava incuriosito e qualcun altro intimorito o sprezzante, ma la presenza di Sam intento a compilare delle cartacce su un banco accanto a lei la tratteneva sulla sedia. In quella stanza dall'aspetto di una classe del liceo, c'erano tavolini e sedie occupati da pazienti, ma tutto era sparso in un disordine apparente. Lei ne aveva scelta una accanto al banco di Sam vicino a una grande finestra. Stava parlando una bionda tutta riccioli al momento e si lamentava di quanto odiasse quel posto, intendendo proprio l'ospedale e magari anche quella stessa stanza. Jay la capiva, ma il modo in cui esasperava ogni parola le faceva venire l'orticaria alle mani. Per fortuna terminò presto, perché la dottoressa che presiedeva quella seduta passò la parola a un ragazzino magro, o sarebbe meglio dire pelle e ossa.

«Devor, vuoi parlarci di come sta andando la tua dieta?» Gli domandò retoricamente la dottoressa Heikkinen, una quarantacinquenne che portava egregiamente i suoi anni, allegra e comprensiva, l'aria della madre perfetta sul volto e la giusta parola sempre sulle labbra.

«No, dottoressa, ma sono tenuto, quindi...» Nella breve pausa, lo sguardo del ragazzino incontrò casualmente quello di Jay, che gli sorrise come se nessuno di lei capisse meglio la situazione. «A pranzo ho mangiato il doppio dell'insalata di ieri. Però aveva anche le carote, niente olio. Settantacinque calorie in tutto.» Sembrava soddisfatto, ma non la dottoressa.

«Lo sai, Devor, che hai a disposizione quattrocento calorie a giornata,no? Perché non hai aggiunto delle noci? Magari qualche chicco d'uva.»

Devor non perse tempo per protestare stizzito. «Era il doppio di ieri! Ben duecento grammi di insalata. Vuole che me ne mangi mezzo chilo? Che inizi a schifare anche quella?» Sembrava stesse per esplodere, ma si tenne a freno da solo incrociandosi le esili braccia al petto e chiudendosi a riccio.

Irish coffee and northern poppiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora