16.1 Ricordi e rimorsi

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     Seduti al ripiano di marmo rosa della cucina di casa Cormack, il proprietario, Mark, e il giovane amico irlandese stavano discutendo del più e del meno.

«Si sospetta qualcosa a scuola, ma sono solo voci false. La maggior parte pensa che lei abbia abbandonato la scuola perché si sentiva troppo sola. Altri pensano siate scappati insieme, stile "fuga d'amore", sai? Però non si spiegano il fatto che ogni tanto tu torni a frequentare i corsi. Abbastanza irrilevante la cosa, tuttavia. Non siete mica nei pensieri di tutti, caro.» lo prese in giro il bidello.

«Poco m'importa. Non sono affari loro.» si disse Damien a bassa voce, come se parlasse più a se stesso.

«La tua Giulietta è quella che chiede più spesso di te.» buttò lì l'uomo, fissando dritto fuori dalle grandi finestre della stanza con un'espressione indifferente, come se avesse parlato del tempo atmosferico.

«Aham...» annuì apparentemente indifferente il ragazzo.

«Le ho dato il tuo numero...» continuò Mark, che spostò lo sguardo dalla finestra alle corte unghie per togliersi dalla mente l'immagine scialba di una Daphne viziata. «Capito?» gli chiese puntandogli poi addosso uno sguardo maturo e penetrante.

«Sì... non ce n'era bisogno.» proferì il ragazzo un po' titubante.

«Senti, se ci tiene a sentirti, chi sono io per impedirglielo? Sei libero di non risponderle, ovviamente, però so che ti ho solo fatto un favore.»

«Cosa ne sai tu? E comunque ho altre cose per la testa al momento.» lasciò volutamente la frase in sospeso, alludendo ad un indefinito problema che gli pesava sul cuore.

«Ti avevo detto che se si fosse rivelato un problema per te, avresti potuto benissimo rinunciare.» ricordò l'uomo irritato.

«No, non fraintendermi. Non è un problema che mi pesa. Voglio dire, è problematica la cosa perché non è facile discutere con lei e farla ragionare, ho bisogno di tutto il tempo e la concentrazione possibile per aiutarla, ci tengo. Non ho tempo per romanticismi, Mark.» spiegò il giovane.

«Ragazzo, nessuno ti ha assunto come assistente a tempo pieno, non sei un infermiere, non è il tuo lavoro questo. Sei qui solo di compagnia, lo sai bene. Non dovresti nemmeno farle tutte quelle cose che ti impegni a fare.» Mark accompagnò la frase con gesticolazioni imprecise lanciate per aria.

«Comunque è una mia scelta; sempre una mia scelta è tutto ciò che faccio per lei e per me. E per te, perché la casa non mi sembra un porcile, dimmi se sbaglio.» fece notare lui.

«Ehi, giovanotto, non sei la mia donna delle pulizie. Potrebbe anche regnare il caos qui, non m'interessa.» alzò il tono il quasi quarantenne, punto sul vivo.

Damien si sciolse in una risata colorata: «Lo so, lo so, sta' calmo, vecchio!» scherzò lui.

«Vecchio a chi, poppante?» ribatté l'altro prendendogli la testa ricciolina sotto braccio per strofinargliela con forza. I due si persero in risate e battutine sarcastiche per qualche minuto.

L'irlandese si liberò dalla stretta e si avvicinò al frigo; prese due birre, rimase in piedi e le aprì; ne porse una all'amico e si scolò quasi metà della sua prima di tornare a fissarlo.

«Tutto bene, ragazzo?» chiese l'uomo con tono calmo, sorseggiando la sua bevanda.

«Ma sì!» e scoppiò in una breve risata divertita mista a sarcasmo. Mark lo fissò di sottecchi, poco convinto. «Non c'è niente che non vada bene...» pensò Damien a voce alta.

In realtà il ragazzo aveva un peso enorme che gli gravava sulle spalle e sull'anima; occupava la maggior parte dei suoi pensieri e la parte più significante di cuore. - Cosa c'è che non va!? Non riesco assolutamente a smuoverla, non riesco ad avvicinarmi a lei, a scioglierla e farle capire che di me si può fidare. Vorrei che si aprisse, che mi facesse vedere un pezzetto del suo cuore distrutto, che mi permettesse di rimetterlo a posto, di rammendarlo in qualche modo. O di riempire i suoi occhioni neri con nuove e belle esperienze. Vorrei poter capire cosa la farebbe stare bene, perché io non so più che pesci pigliare! Sono disperato e se continuerò così distruggerò anche me stesso e non ne ho più voglia, ho smesso con quelle idiozie...

Irish coffee and northern poppiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora