3. Scontri

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     La campanella suonò e fu come una secchiata d'acqua gelida su tutti gli studenti affollati per la facoltà o fuori da essa. Per tutti, tranne Damien. Lui non vedeva l'ora di conoscere meglio un po' dei personaggi strani di quel posto e di diventare anche lui "di casa". Seduto su un tavolo di legno in giardino, con il viso rivolto all'edificio, osservava ogni singola persona.

Nickins era in piedi sull'ultimo gradino accanto alla porta principale. Guardava pacato quel fiume di ragazzi che difficilmente trovava il corso giusto per entrare. Ogni tanto salutava qualche matricola, sorrideva a qualcun altro o scambiava due chiacchiere con le vecchie conoscenze. Immancabili le sue battutine, che tutti sapevano essere molto frequenti nel suo frizzante repertorio.

Mark percorreva un vialetto secondario alla sinistra dell'edificio con la pacatezza e la leggera rapidità di chi ormai si era abituato a fare anche il facchino.

Un gruppetto di ragazze si attardava a parlottare alla base della scalinata, tutte troppo contente di essersi ritrovate dopo quell'estate così breve. Dei ragazzi le raggiunsero e fu un susseguirsi di saluti, baci e abbracci. Purtroppo per loro, l'allegria sarebbe presto scemata via con l'inizio di nove infiniti mesi sui banchi.

L'attento osservatore decise che era ora che si muovesse e cercasse la sua aula. La precedente settimana aveva chiesto in segreteria, alla simpatica e flemmatica vecchietta, quali fossero il suo orario e la classe principale di riferimento. Suo malgrado, scoprì che la politica in quel posto era particolarmente strana. L'orario cambiava ogni tre mesi e, eccezion fatta per le materie di base, veniva deciso dagli studenti stessi che sceglievano tra una vasta gamma di materie messe a loro disposizione. Inoltre non vi erano delle classi definitive. C'era un'aula per ogni materia e si cambiava a ogni lezione. Data la complessa piantina di quell'edificio, gli sarebbe risultato difficile abituarsi al programma. Ma non si era mai tirato indietro davanti alle nuove esperienze. E poi, almeno avrebbe occupato il suo inutile tempo.

Iniziò a percorrere il sentiero che portava all'entrata posta dietro l'edificio, quella che conduceva ai dormitori. A lui era stata assegnata una delle stanze provvisorie, quelle solitamente per i nuovi iscritti in attesa di essere distribuiti nelle diverse camere. Avrebbe scoperto dove avrebbe dovuto sistemarsi per il resto della permanenza solo nel tardo pomeriggio, ma questo non gli dava fastidio. Era solo ansioso e preoccupato per i compagni di stanza che gli sarebbero toccati.

Se mi capitano matricole idiote potrei anche fare causa alla presidenza. Sarà già dura sopportare questi insulsi "figli di papà", se poi saranno mocciosi infantili potrei cambiare università prima del previsto. Perso nei suoi pensieri, non si accorse di aver già attraversato metà del corridoio principale e di trovarsi nel mezzo del giardino interno.

Ok, e ora che ci faccio qui? Non sapeva perché le gambe lo avessero guidato fino a lì, non aveva motivo di trovarsi in quel posto così esageratamente curato e che aveva iniziato a odiare senza motivo.

Cercò di ricordare dove si trovasse la sua aula e quale dei quattro corridoi laterali al giardino prendere per arrivarci, ma non riuscì a concentrarsi. Si sentiva spiato, lo sguardo di qualcuno gravava su di lui come una colpa soffocante. Non fece in tempo a fare un giro completo su se stesso che individuò la sua figura seduta su una bassa panchina con le gambe al petto, intenta a finire di leggere qualche capitolo. Sembrava che quella ragazza non avesse altro da fare. Improvvisamente si ricordò della campanella.

«Non hai lezione oggi?» Chiese con tono quasi di rimprovero.

Si sentì un sospiro pesante. Era chiaro che si sentiva disturbata e che Damien era la prima e l'ultima persona che avrebbe voluto incontrare quel giorno.

La seconda campanella dell'anno, quella di inizio delle lezioni, suonò minacciosamente.

«Non dovresti essere in aula?» Ribatté lei con una voce tremendamente stanca.

Irish coffee and northern poppiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora