4. Il sorriso della morte - I parte

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       Non appena l'ultima campanella suonò, Giada prese i suoi enormi tomi sugli elfi e i folletti e si precipitò fuori ad abbracciare il sole con tutto il suo sguardo luccicante di gioia.

«Finalmente!»

«Pensavo ti piacesse più la fusione nucleare che il profumo dell'estate, Niels.» Una voce, fin troppo vicina, arrivò improvvisa da dietro i suoi lisci capelli neri. Giada sentì tremare il cuore per l'emozione, ma riprese determinazione e si girò, trovandoselo a un palmo dal naso.

«Kollins! Tu non hai idea di quanto ti sbagli, cocco.»

Lei e Dustin Kollins si punzecchiavano da quando si erano scontrati per la prima volta al sesto anno, letteralmente. Era in macchina con sua madre, lui invece con suo fratello.

Giada aveva capito cosa si nascondesse dietro quel continuo battibeccare con Dustin solo all'ottavo anno. L'ennesimo litigio furibondo era finito per spegnersi tra le braccia di lui. Per la prima volta Giada aveva perso le parole, esattamente quando lui, dopo averla fissata intensamente con disprezzo, l'aveva afferrata per la vita e tirata a sé. Una scarica elettrica l'aveva percorsa tutta facendo scattare la scintilla decisiva.

«Secchiona.» Le soffiò lui godendosi la finta rabbia che le si dipingeva su quel visino minuto e grazioso.

«Vedi di starmi alla larga quest'estate, Kollins! Non ho nessuna voglia di essere importunata da un essere antipatico come te» le gridò lei mentre si allontanava. In risposta, solo una fragorosa risata.

Un sorriso albergava sulle guance della ragazza, ma non appena si rese conto che una manciata di studenti aveva assistito alla sua scenata, cambiò subito espressione e borbottò qualcosa come: «Arrogante!»

Giada si girò verso la facciata della scuola, inspirò profondamente e si affrettò per tornare dentro a prendere il resto delle sue cose. Sua madre sarebbe arrivata a momenti.

Stava per entrare quando qualcuno la chiamò. La sua amica Sheryl, seguita dal suo fidanzato, nonché migliore amico di Dustin, stava correndo verso di lei. Il viso era sporco di terra, ma raggiante e abbronzato più che mai. Giada si fermò e attese che quella carica di energia la raggiungesse e si spegnesse per qualche secondo, lanciò solo un'occhiata al ragazzo che si tenne a debita distanza da loro due.

«Dove sei stata finora?» Chiese all'amica con tono di rimprovero.

«Ero nella serra, il professor Denkar ha pensato di farci un favore e finire in bellezza quest'anno. E meno male, c'è un'aria così fresca lì!» Raccontò Sheryl, emozionata. Floricoltura era sempre stata la sua materia preferita. «Tu dove stai andando?»

«A casa. Mia madre sta venendo a prendermi. Perchè, tu pensi di rimanere qui?» Ribatté Giada.

«Ma no, certo che no. Però ci torno più tardi. Devo aiutare Erik e Dustin con la band e anche Sam e le altre della classe mi avevano chiesto l'aiuto per le decorazioni del ballo di fine anno. Non te ne sarai dimenticata, vero?» Le chiese la ragazza notando i dubbi negli occhi dell'amica.

«Io... non mi è stato chiesto nessun favore. È la prima volta che ne sento parlare quest'anno.»

«Ma in che mondo vivi? Giada, sei troppo presa dallo studio e ti sei persa anche i pettegolezzi più evidenti. Vedi di tornare alla realtà, sei troppo tra le nuvole» concluse Sheryl un po' seccata. «Beh, io vado. Torno da Erik.» La ragazza raggiunse il fidanzato e i due si allontanarono verso il giardino adiacente alla scuola, mentre Giada rimase pietrificata sul posto. Non riusciva a capire cosa fosse appena successo. Sheryl non l'aveva mai aggredita così, anche se era già più di un mese che l'amica sembrava si fosse distaccata dalla compagna.

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