Cap. 42

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Camila venne risvegliata dalla sua fastidiosa suoneria. Continuava a suonare incessantemente. Sbuffò, cercando di raggiungere il comodino posto vicino al letto, fallendo miseramente. Non solo era troppo lontana, ma avere Lauren dormire sopra di lei, le impediva di muoversi liberamente. Si girò verso la maggiore, osservandola attentamente. Gli occhi chiusi, e le labbra dischiuse davano l'mmagine di un bambino spensierato dormire tra le braccia della mamma. Sorrise, pensando ad una mamma e il suo bambino. Le accarezzò dolcemente una guancia, scostandola una ciocca di capelli. La grande si stiracchiò appena, per riprendere a dormire regolarmente fino a poco fa. La cubana continuò a guardarla addolcita dai suoi gesti così carini, convincendosi di poter essere veramente la mamma di un bambino. Il cellulare, invece, completamente dimenticato dalla sua proprietaria, continuava a squillare. 《Se non rispondi o almeno, non butti giù la chiamata lo faccio volare come primo prototipo di cellulare volante della storia...》 disse con voce roca ed impastata la grande. Camila rise, ma non seppe se per la sua battuta squallida o perché Lauren affondò la testa nel suo petto. 《Scusami per averti svegliata.》 Disse infine. Lauren scosse il capo e si buttò sul materasso, lasciando libera la ragazza, in modo da farle prendere il cellulare. La piccola, riuscì a prenderlo agilmente e rispondere. 《Pronto?》 Chiese, dall'altra parte della cornetta, una voce squillante e dolce rispose. Lauren riconobbe subito la voce della piccola Ally e perché parlò così a bassa voce, riuscì a sentire tutta la conversazione fra le due ragazze. 《Mila. Quanto cavolo ci metti a rispondere? Non sei ancora all'Harmony Café?》 Chiese. Camila si girò verso la grande, guardando la schiena e notando tra i capelli un piccolo tatuaggio situato sul collo. 《Scusa Ally. Tranquilla, lo spettacolo è fra due ore, verremo sicuramente con mio papà.》 Rispose tranquilla, posando i polpastrelli sulla schiena della nera e iniziando a disegnare piccoli cerchi sulla sua pelle morbida. 《Mmh.. pensavo lavorassi.》 Continuò infelice Ally. Infatti era così, il pomeriggio lavorava sempre e quella sera soprattutto, avrebbe aiutato Jerry con i clienti del bar, ma era davvero preoccupata per Lauren, il dolore di Richard e quella stupida ferita procurata da suo nonno. 《Scusami Ally... ci sono stati così tanti imprevisti, non ve l'avevo nemmeno detto, Lauren è stata dimessa e ho voluto rimanere con lei.》 Cercò di difendersi e sapeva che la sua amica era troppo altruista per potersi arrabbiare con lei. 《Va bene Mila. Io e Dinah siamo già qui, e abbiamo anche incontrato Normani, si è aggregata. Mancate solo voi due. Intanto occupiamo un tavolo, mi raccomando, tu e Lauren non divertitevi troppo. A più tardi.》 E così facendo liquidò la ragazza riattaccandole in faccia. 《Wow... è sempre così euforica quella ragazza?》 Chiese Lauren girandosi di fianco, riavviconandosi alla piccola, appoggiando il viso sul suo stomaco. 《Già... ha detto che c'era Normani, non mi sembra di averglielo detto.. e nemmeno le ragazze.》 Disse confusa, vide Lauren con gli occhi chiusi. 《Sì... gliel'ho detto io. Aveva detto che non poteva di certo perdersi "il padre della mia raggazza" cantare.》 Rispose ancora con gli occhi chiusi. 《Della tua cosa?》 Chiese Camila facendo vinta di non aver sentito. 《In questi giorni, Normani è venuta molto spesso a trovarmi e le ho raccontato alcune cose su di te.》 Rispose tranquillamente. Parlò vagamente, perché sicuramente Camila sarebbe ritornata su quell'argomento, in più, anche lei da tempo voleva chiederle cosa fossero veramente. Così da poter chiarire e non andare a letto e basta. Anche se ormai, dopo quel bacio in piscina e quelle dichiarazioni non era semplicemente andare a letto. 《Sì, ma come mi ha chiamata Mani?》 Cotinuò la cubana. Lauren decise infine di alzarsi e guardare la piccola in volto. 《La... mia ragazza...》 rispose Lauren abbassando subito lo sguardo. 《L-la t-tua...》 disse imbarazzata la piccola. 《Non lo ripeto più.》 Disse Lauren alzando le mani e scuotendo la testa. Camila cercò di chiarire i suoi pensieri, volendo formare anche una frase, ma più ci provò meno le venne da parlare, così la grande ricominciò a parlare. 《Cosa siamo noi Camz?》 Chiese infine. Camila la guardò confusa quanto lei. La risposta ce l'aveva, sapeva cosa avrebbe voluto lei, ma gli altri? Cos'avrebbero pensato gli altri? Soprattutto... sì, Shawn. Sapeva quanto fosse possessivo e geloso e se soltanto avesse scoperto che loro due fossero state insieme, avrebbe scatenato l'inferno. Poi, non seppe per quale motivo, Camila, pensò se quello svenimento a scuola e quella botta causati a Lauren non fossero stati a causa sua. 《È stato lui?》 Chiese la mora accarezzandole una guancia. 《Lui chi?》 Chiese Lauren inclinando la testa di lato. 《Shawn... a scuola... quando hai sbattuto.》 Lauren sospirò, ormai non poteva più tenersi dentro niente. 《Già. Non volevo dirtelo perché non volevo ferirti. So quanto tu ci tenga a Shawn e ne soffriresti se litigassi con lui. Ed è stato anche lui a chiedermi cosa siamo.》 Disse prendendo la mano della piccola. Sinceramente, non era cosa pensavano gli altri, ma soltanto Shawn. Le sue amiche e le loro famiglie volevano soltanto che entrambe fossero felici e lo erano. Ma ora che la verità venne a galla, iniziò ad odiare Shawn. Sicuramente perché lui era geloso. 《Cosa siamo?》 Chiese Camila, ripetendo la domanda. Lauren annuì. 《Penso che ormai chi ci ami, sappia della nostra relazione, le nostre famiglie e le nostre amiche. Tutti vogliono soltanto la nostra felicità, ebbene la avranno.》 Cinse il collo di Lauren, baciandola con passione e tutto l'amore che provasse per lei. 《Ti amo, e voglio essere tua, come tu dovrai essere solo mia.》 Cotinuò la cubana. 《Per questo voglio essere la tua ragazza.》 Affermò convinta, avventandosi di nuovo sulle labbra della grande. Si staccarono solo quando finirono il bisogno di ossigeno si fece impellente. 《Ti amo.》 Rispose infine Lauren. Camila sorrise, appoggiando la fronte sulla sua. 《Che tatuaggio è?》 Chiese infine, continuando, come se niente fosse successo. 《Una libellula. Quando mia nonna stette male, la sognai insieme ad una libellua.》 《È bellissima.》 Lauren le diede un bacio leggere sulle labbra sorridendo. 《Grazie Camz. Quindi, cosa voleva Ally? Oltre al fatto che tu non dovessi divertirti troppo con me?》 Chiese provocandola, stringendo i glutei della piccola. 《N-niente. Ha chiesto solo quando arriviamo al Café, pensava che lavorassi, ma volevo stare un po' con te.》 Disse Camila abbracciandola, sprofondando tra i suoi capelli. 《Che ne dici se con calma ci cambiamo e andiamo al bar insieme a tuo padre? Vengono anche tua mamma e Sofi?》 La cubana annuì sorridendo. 《Felice?》 Chiese Lauren sentendò la sua felicità, come se fosse la sua. 《È giorno più bello.》 Rispose staccandosi appena per poterla guardare negli occhi. 《Ti fa male la ferita?》 Chiese posando le mani sulle sue guance. 《No, è passato dormendo. Non ho mai avuto un cuscino così comodo.》 Rispose ancora con tono provocatorio, abbassando lo sguardo, ammirando i seni della piccola. Erano ancora nude e Camila non se n'era proprio accorta. Si strinse a Lauren rossa dall'imbarazzo. La maggiore sorrise baciandola dolcemente. 《Sei carina quando fai così.》 Disse ridendo di gusto. 《Dai, alziamoci o non lo faremo mai più.》 Continuò, aiutando la piccola ad alzarsi per poi prepararsi per la serata.

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