Cap. 28

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《Allora ci vediamo domani.》 Disse con voce ancora roca. Dopo quello che successe al cimitero, Lauren decise di accompagnare Camila a casa. La cubana le sorrise. 《Non preferiresti stare da me finché non si asciugano i tuoi vestiti?》 Lauren scosse appena la testa, assicuradole che appena a casa, avrebbe fatto una bella doccia calda. 《Sicura?》 Lauren si avvicinò tanto da poterle sfiorare le labbra. 《Sicura.》 Rispose infine intrappolando le labbra della piccola nelle sue. Avrebbe perso ore ed ore, soltanto baciando quelle labbra così morbide e riservate solo a lei. 《Ok.》 Disse Camila mostrando un sorriso che Lauren tanto adorava. 《Ok.》 Ripeté Lauren sorridendo. Poco dopo sentirono la porta aprirsi. 《Mila.》 Una bambina vivace con lo stesso colore dei capelli di Camila le saltò in braccio. 《Ciao angelo mio.》 Le disse strofinando il naso contro il suo. Si abbracciò alla sorella nascondendo il viso. 《Ehi, Sofi, guarda chi c'è.》 Disse la mora alla bambina. Sofi si girò, creando un sorriso innocente, gli occhi che brillavano. 《Lolo.》 Saltò giù dalle braccia della sorella per abbracciare Lauren. 《Ciao piccolina.》 Stavolta saltò in braccio a Lauren stringendola forte a sé. 《Ehi, ehi, quanto entusiasmo.》《Lauren sei tutta bagnata.》 Disse Sofi scendendo dal suo abbraccio. Lauren sorrise. 《Scusami Sofi.》 Disse ancora ridendo. Camila guardò la scena addolcita dall'affetto di entrambe. Venne disturbata da una mano sulla sua spalla. 《Ciao tesoro.》 Alejandro si affacciò alla porta. 《Papà. Ciao.》 L'uomo guardò la ragazza con in braccio Sofi. 《Ciao...》 disse fermandosi non sapendo il suo nome. 《Oh. Lauren, signor Cabello.》 Rispose porgendo la mano. 《Piacere.》 Disse Alejandro stringendole calorosamente la mano. 《Quindi tu sei la famosa Lauren Jauregui?》 Lauren guardò confusa l'uomo poi si girò verso Camila confusa, notando quanto le sue guance fossero diventate rosse. Una piccola risata le scappò dalle labbra. 《Famosa... così mi lusinga.》 Disse. Sofi si intromise felice. 《Lolo, andiamo a giocare.》 《Sofi.》 La riprese Camila. 《Ma Mila. È da tanto che non vedo Lolo. Io voglio giocare con lei.》 Lauren portò il viso alla sua altezza. 《Te l'avevo promesso no?》 Chiese alzando il mignolo. 《Purtroppo non oggi. Magari il prossimo fine settimana. Ok?》 Rispose. Sofi saltellò felice, stringendole il mignolo con il suo. 《Promesso.》 Rispose infine. Si rialzò salutando ancora Camila e suo padre. 《È stato un piacere signor Cabello.》 Disse di nuovo porgendo la mano. 《Oh, Alejandro per favore. E magari... dammi anche del 'tu'.》 Disse prendendole ancora la mano. 《Va bene... Alejandro.》 L'uomo prese Sofi e lasciò sole le ragazze. 《A lunedì allora.》 Disse dandole un bacio a stampo. 《Sì. A lunedì.》 Rispose Camila. Lauren lasciò vialetto, incamminandosi verso casa. Sicuramente stava meglio di prima grazie a Camila, anche se il dolore per Richard era ancora vivo e forte. Si ricordò della lettera. Avrebbe deciso di leggerla una volta arrivata a casa. Si perse per i suoi pensieri, fino a quando i piedi non la portarono davanti il cancello di casa sua. Notò che mancava l'automobile dei suoi e tirò un sospiro di sollievo. Aveva deciso di parlare a suo nonno. Di farla finita. E di certo non avrebbe voluto, che Michael e Clara venissero a sapere del rapporto tra Lauren e il nonno. Entrò in casa, ancora con i vestiti bagnati e andò nello studio del nonno, bussando. Sentì la sua voce forte e prorompente rompere il silenzio della dimora. 《Lauren.》 Disse alzando lo sguardo. Lauren guardò verso la sua scrivania, pensando se veramente si fosse alzato da lì dopo essere arrivato dal suo viaggio di lavoro qualche mese fa. 《Sei completamente fradicia.》 La rimproverò. 《No avevo l'ombrello.》 Disse. Prese un altro respiro profondo prima di iniziare a parlare. 《Perché non c'eri?》 Chiese infine. 《Non c'ero dove?》 Disse alzando un sopracciglio. 《Al funerale di Richard.》 Disse con voce arrabbiata. 《Non sono rimasto per tutta la cerimonia.》 Rispose alzandosi dalla sua sedia e camminando avanti e indietro. 《Non dopo tutto quello che ho visto.》 La ragazza fece lo stesso gesto del nonno, alzando il soppracciglio destro. Vide il nonno fermarsi dalla sua camminata snervante. 《Tu non vedrai più quella ragazza. Come si chiama? Cabello?》 Sentì lo stomaco ribellarsi a lei. Cosa aveva appena detto? Davvero? 《Cosa?》 Chiese Lauren. 《Hai capito. Quella ragazza non dovrà più avvicinarsi a te.》 Rispose severo. 《Rimarrà ancora presidentessa del consiglio fino alla fine del diploma. Uno, perché è il regolamento e secondo, perché senza di lei, la mia scuola non riesce ad andare avanti così bene.》 《Perché mai non dovrebbe più avvicinarsi a me?》 Chiese la ragazza alzando la voce. 《Ti piacciono le ragazze Lauren?》 Sentì la nausea salirle. Avrebbe giurato di poter vomitare di lì a poco. 《Ti ha baciata. Tu non sei così Lauren. Gli omossessuali sono sbagliati e tu non lo sei. Lei lo è.》 《Cosa mai dovrebbe esserci di sbagliato in lei?》 Disse sibilando. Batté un pugno sulla porta. 《TU SEI SBAGLIATO. COSA TI INTERESSA SE MI PIACCIONO O MENO LE DONNE? DA QUANDO PROVI UN CERTO INTERESSE VERSO TUA NIPOTE?! EH?!》 Urlò fino a farsi bruciare la gola. Riprese fiato calmandosi. 《Ma certo. Perché se mai qualcuno dovesse venirlo a sapere, chissà quale sfregio sarebbe per te, il tuo nome, il tuo orgoglio.》 Rispose minacciosa. Sentì la mano di suo nonno colpirle la guancia. Lauren si portò una mano, massaggiandosi la parte colpita. 《Sono stato anche buono con te. Ringrazia che non l'abbia già espulsa. E ringrazia anche che i tuoi siano qua. Quando se ne andranno sai cosa ti aspetterà. Quella ragazza non dovrà più vederti. È chiaro?》 Chi era lui per dirle quello che poteva fare della sua vita? Non era suo padre. Certo, era un suo parente stretto, padre di suo padre, ma non avrebbe potuto di certo dirle quello che poteva o non poteva. 《Stai zitto. Non dirmi quello che devo o quello che non devo fare.》 Disse composta e fredda. 《Io esco con chi voglio. Amo chi voglio e scopo con chi voglio. È la mia vita. Fattene una ragione vecchio.》 Sorrise minacciosa. Quello fu l'errore più grande per Lauren. Vide il nonno rosso dalla rabbia, sapeva quanto si stesse trattenendo, ma non le importò niente. Ormai il danno era stato fatto e si aspettò la sua solita punizione per potersene andare da lì. Non ci fece neanche caso. Tra Richard e il suo guaio ormai, non sperò più che suo nonno fece in fretta a punirla. Aspettò senza dire niente, cercando solo di difendersi almeno un po'. Quando l'uomo fu soddisfatto, sbatté fuori la ragazza. E Lauren, completamente malandata, zoppiccò fino in camera sua.

They Don't Know About Us || Camren  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora