Il ciliegio

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Suona la campanella e tutta la classe si accalca alla porta come una mandria di mammut, mentre io, Lorenzo e Olivia con molta calma aspettiamo che la mandria si sia disfatta per poi andarcene.
Torno al mio armadietto per posare i libri di matematica e sostituirli con quelli di arte; mi é sempre piaciuta l'idea di avere un armadietto e non posso di certo lamentarmi del mio: nella parte interna dell'anta ho attaccato uno specchio (non so nemmeno io come) e attorno ho attaccato dei post-it colorati.
Noto qualcosa all'interno, appoggiato sopra i libri: un foglio di carta malamente strappato da qualche quaderno.

Sei ridicola

Non so bene perché qualcuno abbia deciso si scrivermi che sono ridicola ma comunque non gli do molto caso e lo butto nel cestino piú vicino.

Esploro la scuola alla ricerca della fatidica aula di arte e finalmente la trovo. A differenza delle altre aule, non c'erano dei banchi singoli sulle ampie scale, semplicemente lunghi tavoli ordinati in modo da creare dei quadrati con un tavolo più piccolo al centro con tutto l'occorrente necessario per dipingere.
Non so bene perché dobbiamo ancora dipingere all'università...ma vabbe.

Alcuni ragazzi sono già seduti in gruppo tra cui Olivia, che sta ridendo con altre ragazze ma non mi unisco al loro gruppo, quella nuova sono io...loro già si conoscono da mesi.
Così decido di sedermi nell'ultimo "banco", vuoto, non c'é nessuno, ma meglio così.
Esco il telefono e anche stavolta senza farmi vedere inzio a giocarci fino a quando qualcuno mi da una pacca sulle spalle:
-Boo!

Quasi cadevo dalla sedia per lo spavento.

-Lorenzo te lo giuro ti picchio- gli dico rialzandomi
-Dai non piangere ahah- copia le stesse parole che gli avevo detto l'ora prima.

Touché

Inizia l'ora di arte e tutti indossiamo i nostri grembiuli e impugniamo i nostri pennelli.
Il compito é di creare un disegno astratto, la prima cosa che ci passa in mente ma mi é venuta un'idea; ho aspettato un poco affinché Lorenzo fosse concentrato nel suo disegno e quando meno se lo aspettava...PLAF!

-Sai Lori, devo dire che il rosa ti dona-gli dissi ridendo ma sempre cercando di contenermi dato che siamo in classe.
-Allora vuoi la guerra eh?- disse Lorenzo toccando schifato la pittura fresca che colorava buona parte della sua guancia.

-Ma si dai non é male- penso tra me e ne guardando la mia gigante goccia di acqua, già, adoro i temporali.

Suona la campanella, pausa finalmente, così un po spaesata decido di andare nell'unico posto che conosco e che mi meraviglia tanto: l'albero di ciliegio.
Fuori é soleggiato e stare all'ombra ti riscalda la pelle senza farti diventare un kebab, la pace dei sensi in poche parole.
Mi faccio spazio fra le foglie e quei coloratissimi fiori rosa e mi siedo a terra appoggiando la schiena sul tronco. Quando sto da sola per me é il paradiso, ci sono solo io e i miei pensieri quando ad un tratto il mio telefono vibra:Nuovo messaggio ricevuto.

Lorenzo
Dove ti sei cacciata

Me
Eh vabbe non ti alterare,
sono sotto l'albero nel
giardino :)

Non riesco a capire, sono in questa scuola solo da due giorni e già lui é così "affezionato" a me.
Non mi da assolutamente fastidio, anzi, ma non capisco...non sono mai stata brava a relazionarmi con le persone.
-Boh, vabbe- dico piano tra me e me quando all'improvviso sento la sua voce:
-Ora parli sola?
-Ma stai zitto te- gli dico con gli occhi chiusi, sorridendo, intenta a godermi quel tepore.
-Fammi spazio che mi siedo-dice lui ma nemmeno il tempo di finire la frase che é già comodamente seduto accanto a me.

Lorenzo's pov
Non so perché sono così con lei ma sembra diversa,diversa da tutti.
I suoi capelli castani e i suoi occhi marroni, chiusi mentre si sta rilassando sotto questo tepore.
Le sue labbra, così rosse, così morbide, così perfe...
-Ao ma che cazzo stai a dì scemo!- mi rimprovero nella mia testa.

Diario Di Una Ragazza Sola E Odiata || Lorenzo Ostuni ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora