Ti amo.

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-MA DIO MIO MA SCHERZIAMO?! COME SAPEVI CHE VOLEVO VENIRCI?!- non do importanza al fatto che stia urlando, ma infondo cosa importa...sono a DISNEYLAND PARIS.
Sto praticamente saltellando in giro come la bambina più felice del mondo e Lorenzo mi fissa con gli occhi colmi di tenerezza e di domande del tipo: ma che stá a fá questa?
Prendo Lorenzo per la mano e inizio a trascinarlo verso l'inizio dell'immenso parco.
L'enorme parco si divide in molteplici zone, ma quella che attira di più la mia attenzione è, ovviamente, la zona con il castello della bella addormentata; è enorme e si vede già dall'entrata principale del parco.
Allora sempre con la mano in quella di Lorenzo inizio ad incamminarmi verso il colossale castello rosa.
Mi ha sempre incantato questo posto, sembra di immergersi in un libro incantato.
Arrivati nel cuore del parco, ci imbattiamo in miriadi di negozi con oggetti molto carini che attraggono la mia attenzione, in particolar modo un palloncino di topolino.
Lorenzo senza perdere un attimo si fionda all'interno e lo compra. Ho provato a tirarlo via così da non farlo nemmeno entrare, ma il ragazzo nonostante sia praticamente uno stuzzicadente, ha parecchia forza.

Superata la soglia del castello, di fronte i miei occhi si apre un mondo di meraviglia e gioia: giostre, risate, colori...

La prima cosa che attrae la mia attenzione è la giostra con le tazze del cappellaio matto. So già come mi sentirò dopo, ma infondo...DEVO PROVARE TUTTO!

Io e Lorenzo ci mettiamo in fila che, fortunatamente, non è tanto lunga.
Dopo circa 10 minuti di coda siamo seduti sulla nostra sfavillante tazzina da thé rossa.
Tutte le tazzine iniziano a girare su se stesse e poi anche a cerchio:
N'po come i pianeti vah

Come previsto dopo tutti quei giri mi sentivo come se fossi stata dentro un tornado: pancia sottosopra, gambe che a momenti cedevano e il senso dell'orientamento che probabilmente stava ancora dentro la tazzina.
Mi giro verso Lorenzo che, stranamente, sembra apposto.
-Ma non stai male te?- chiedo cercando di non rimettere anche le lasagne della cena di natale del 2014.
-No, chiudi gli occhi e scuoti la testa, oppure guarda un punto fisso reggendoti a qualcosa. Vedrai che passa- risponde sorridendo.

Dopo aver mosso la testa sto un po' meglio, il che vuol dire che è tempo per la seconda attrazione: il labirinto di Alice.

Riprendo la mano di Lorenzo e inizio a correre alla ricerca di questo labirinto.
Appena lo trovo resto piuttosto scioccata: la fila era il doppio, se non il triplo dell'attrazione precedente.

Non mi importa della fila, io devo provare T U T T O (o quasi).

Disneyland Paris è piuttosto grande e non credo proprio avremo tempo di provare tutto, ma visto che ormai ci siamo...facciamo questo labirinto!

Aspettiamo il nostro turno che arriva piuttosto velocemente.
Credevamo il labirinto si facesse a coppia o singolarmente, invece no; è talmente grande che entriamo tutti contemporaneamente.

È fatto completamente di aiuole con tanti cartelli che, come da scenario, sono completamente impazziti: a destra c'è scritto "sopra" in alto c'è scritto "da questa parte"...
Il mio senso dell'orientamento è sceso dalla tazzina e sta cercando di aiutarmi, ma non è mai stato bravo...(quello di Lorenzo non è da meno dato che stava tornando all'entrata, convinto di aver trovato l'uscita).

-CE L'ABBIAMO FATTA! STAVO PER TAGLIARE QUELLE AIUOLE PUR DI USCIRE- esclama Lorenzo alzando le braccia e lo sguardo al cielo quando finalmente troviamo l'uscita.

Stiamo camminando in giro per il parco e abbiamo visto una giostra che interessa entrambi: le montagne russe Space Mountain.
Di nuovo immagino che dopo quest'ennesima giostra, non staró così bene...
Dopo la fila ci spetta la scelta dei posti, stavolta è Lorenzo che mi prende la mano e mi trascina nel primo vagone.

Oh no...ti prego no...

Da quando ero piccola e andavo nelle montagne russe con mio papà, sono sempre stata nel primo vagone.
Il fatto di essere l'unica a poter vedere perfettamente la discesa mi terrorizzava, mi dava un senso di vuoto pazzesco; certo, dopo il primo giro prendevo coraggio e ne facevo molti altri, ma sta di fatto che il primo giro, in ogni tipo di montagna russa, sopratutto se sono al primo vagone, mi terrorizza.

Appena tutti siamo seduti nei rispettivi vagoni, il "controllore" preme il tasto che fa calare le sbarre di sicurezza e successivamente quello che fa partire la giostra.
Il vagone parte ma questa montagna russa non è come le altre: la prima cosa di tutte non è quell'immensa, lenta salita, per poi scendere di botto; quando il vagone parte, fa un paio di curve e poi si ferma in un tubo, e quando meno te lo aspetti...PAM, parte a razzo.

Eh vabbe infondo si chiama space mountain...

Urlo come mai nella vita, anche perché non riesco a vedere dove ci stiamo muovendo dato che siamo all'interno di questo colossale tubo nero con luci stroboscopiche all'interno.
Però è anche divertente: le mie urla vengono coperte da quelle di Lorenzo, che sono anche molto più acute.

Usciti dalla giostra non posso fare a meno che guardare Lorenzo e ridere, anche per la sua faccia imbarazzata.
Mi fermo di fronte a lui e lo abbraccio.
-Sai che hai delle urla molto carine?- chiedo sarcastica.
-Pff- sbuffa.
Gli sorrido prima di dargli un bacio.

Come...come si può amare una persona in questo modo...dal non conoscerla, a farla diventare ragione dei tuoi sorrisi.
Come si può tenere così tanto ad una persona ed esserne così gelosi, perché poi...
Non so darmi risposta, ma una cosa la so: lo amo.

Diario Di Una Ragazza Sola E Odiata || Lorenzo Ostuni ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora