Capitolo VI.

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'Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai.'
-Alessandro Baricco-

Il pomeriggio del giorno seguente non tardò ad arrivare.

Subito dopo aver pranzato dovetti decidere cosa mettere, sembra assurdo ma non sapevo proprio cosa indossare.

Avevo a disposizione così tanti vestiti ma avevano tutti quel non so che di "vecchio".

Per colpa dei miei genitori non avevo nulla dal look più "giovanile" da poter indossare...

Dopo aver finalmente deciso cosa mettere mi tornò fame.

Scesi quindi al piano di sotto e mi preparai un panino con l'amata Nutella.

Tornai in camera mia e mi stesi sul letto ad ascoltare musica e a pensare quanto sarebbe stata fantastica la sera stessa, quella del nostro primo appuntamento.

Non dovevo farmi strane idee, anche perché ci conoscevamo da poco tempo e quell'incontro sarebbe servito solo a conoscerci meglio, nulla di più...

Poco dopo mi addormentai.

Mi risvegliai dopo due ore con le cuffie ancora addosso anche se non emettevano più alcun suono dato che il mio iPhone si era scaricato.

Guardai subito l'orologio; erano le 18.15!.

Tra circa due ore saremmo dovuti essere a cena ed io non ero vestito, non mi ero ancora fatto la doccia e dovevo ancora andarla a prendere a casa sua.

Piccolo problema: abitava dall'altra parte della città!.

Corsi subito in bagno a farmi la doccia, mezz'ora dopo uscii dal bagno.

Indossai una camicia nera, dei pantaloni eleganti, delle scarpe nuove di pacca, una giacca leggera e il mio Rolex.

Tutti abiti e accessori rigorosamente firmati.

Ero pronto!.

Andai a prenderla con la nostra Mercedes-Benz.

Arrivai sotto casa sua alle 19.30.

Dovetti andare senza avvertire i miei, anche perché non avrebbero mai approvato la mia uscita con una "popolana".

Quando vidi Violet rimasi incantato dalla sua bellezza.

Indossava un vestito strepitoso.

Il corpetto era bianco, decorato con una trama di pizzo nero.

Una cintura nera le cingeva la vita e una gonna bianco avorio, decisamente corta, le copriva la pelle rosea fino al ginocchio.

Per concludere, sfoggiava dei bellissimi tacchi neri, che slanciavano elegantemente la sua figura longilinea.

Portava i capelli dai riflessi cioccolato raccolti in un bellissimo chignon.

Ci salutammo e ci recammo finalmente al nostro lussuoso ristorante.

Appena arrivati la prima cosa che disse fu 'Che lusso'.

'Purtroppo ci sono abituato, io'.

Mentre mangiavamo disse: 'Tu mi piaci, dal primo momento che ti ho visto su quella panchina, a Central Park.

Non sei uno stronzo come tutti gli altri ragazzi che ho conosciuto, tu sei diverso, sei sensibile, sei dolce, sei pulito...

Ed è per questo che voglio iniziare qualcosa di serio con te'.

Fui colto alla sprovvista da quelle parole e sgranai gli occhi.

Quanto avrei voluto che quelle cose fossero vere, pensai.

'Tu non mi conosci realmente, tu non conosci il mio lato oscuro, tu non conosci il mio passato e ho davvero tanta paura di farti soffrire e di soffrire.

In questo momento gli unici sentimenti che provo sono odio verso me stesso e paura' dissi io.

'Voglio aiutarti e voglio far uscire tutto il buono che c'è in te e lo faremo insieme, a testa alta, senza avere paura di nulla.

Anche io provo i tuoi stessi sentimenti.

Due persone come noi non devono avere paura di star bene, perché in fondo, dopo tanto dolore, abbiamo diritto anche noi di essere felici, giusto?' rispose.

Quelle parole mi lasciarono sconvolto ma capii che mi voleva bene veramente.

Decisi quindi di darci una possibilità.

Buongiorno a tutti!.
Ecco il sesto capitolo.
Come vi avevo promesso, il capitolo di oggi è più lungo.
Vi piace?.
Fatemelo sapere nei commenti!.
Lunedì inizio gli esami e ho davvero tanta paura...sabato prossimo aggiornerò, comunque. Nulla, ci vediamo sabato!.
Spero passerete un buon pomeriggio!☀️

Maledetta Vita. #Wattys2016                              |IN PAUSA & REVISIONE|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora