Capitolo XXV.

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'Ci innamoriamo di ciò che ci manca.'
-Platone-

La notte era calata sulla lussuosa metropoli.

Io ero lì.

Solo.

Chissà cosa starà facendo, pensai.

Il nostro era un rapporto strano, ultimamente.

Ci odiavamo, eppure l'amore che ci univa era tale da addolcire ogni dissapore, ogni amarezza creata tra noi.

Presto sarei tornato da lei.

Cosa avremmo deciso?.

Saremo tornati uniti?.

Solo il destino poteva saperlo.

Domani pomeriggio sarei andato insieme a mio padre a quella dannata conferenza, una tra le cause della separazione tra me e Violet.

Ero stanco.

Mi coricai ed in breve tempo mi addormentai.

Il giorno seguente...

Dopo essermi alzato, mi preparai.

Dovevo vestirmi il più elegantemente possibile.

Avrei dovuto ostentare tutte le mie conoscenze per il bene della mia famiglia.

Avrei dovuto battere la concorrenza.

In realtà, nulla mi importava.

Sarei andato in quel luogo squallido, in mezzo a esseri altrettanto squallidi solo per fare un piacere ai miei genitori.

Il pomeriggio arrivò rapidamente.

'Mark, sei pronto?, non ho intenzione di aspettarti ancora per molto!' urlò mio padre dal piano inferiore.

'Ora scendo' gridai io in risposta.

Salimmo sulla nostra auto e sfrecciammo verso la meta da raggiungere.

Poco tempo dopo arrivammo.

Inutile dire che, il grattacielo ove eravamo stati invitati, era uno dei più lussuosi e maestosi di tutta la città.

Gli ambienti interni erano molto moderni e tutti erano disponibili ed accoglienti nei nostri confronti.

Tutto era perfetto.

Tutto doveva essere perfetto.

Prestai molta attenzione a tutto ciò che venne detto, anche perché su di me era riposta una grande fiducia.

Non mi annoiai, stranamente.

Non durò molto, a differenza delle mie aspettative.

Ora, un ricco buffet ci aspettava.

Ogni sorta di alimento era esposto sulla lunga tavola posta lungo la parete dell'ampia sala.

'Erick, cosa ci fai qui?!'.

Chi stava chiamando mio padre?.

Chi aveva parlato?.

Entrambi ci girammo.

Una mano stava sventolando.

Ci avvicinammo.

'Simon, da quanto tempo?!, come stai?' domandò mio padre ad un essere a me sconosciuto.

'Benissimo, spero anche tu!, cosa ci facevi qui?' rispose.

'Quello che stai facendo anche tu!' disse mio padre.

Scoppiarono a ridere.

Sembravano due bambini.

Era davvero da molto tempo che non si vedevano, la loro amicizia era comunque durata.

Perché non era mai successo anche a me?.

'Lui chi è?' chiese quel Simon a mio padre, indicandomi.

'È mio figlio' rispose.

'Piacere, Mark' dissi io all'uomo dirimpetto a me.

'Piacere sono Simon, un amico di vecchia data di tuo padre' rispose lui con molta gentilezza.

Ispirava simpatia, quell'uomo.

'Emily, tesoro, vieni qui' urlò lui.

Arrivò una ragazza.

'Cosa devi dirmi, papà?' chiese lei dolcemente.

'Volevo solo presentarti Erick, un mio caro amico e suo figlio Mark'.

Il suo braccio si protese verso me.

'Piacere, Emily' disse debolmente lei.

'Piacere, Mark'.

Buongiorno a tutti!.
Ecco il venticinquesimo capitolo.
Spero vi piaccia.
Presto tante novità!.
Non vedo l'ora!.
Commentate e votate in tanti, vi aspetto mercoledì con un nuovo capitolo.
Spero passerete una buona giornata!☀️

Maledetta Vita. #Wattys2016                              |IN PAUSA & REVISIONE|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora