Capitolo III.

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'Addio, anima mia.
Ti stringo al mio cuore, che in ogni evento possibile e non possibile, sarà eternamente tuo.'
-Giacomo Leopardi-

Saliti sulla nostra Mercedes-Benz cabrio percorremmo la strada principale di New York.

Conoscevo molto bene quella città, ma ogni volta mi stupivo di come l'uomo potesse aver costruito quegli altissimi grattacieli e di come in quel luogo la maggior parte della popolazione fosse ricchissima rispetto al resto del mondo.

Questo lo trovavo abbastanza ingiusto.

Arrivati di fronte ad un imponente grattacielo la nostra Mercedes-Benz si fermò: lì si sarebbe tenuta la conferenza.

Appena entrati ci accolse una ragazza sulla trentina che ci indicò la sala nella quale ci saremmo dovuti recare.

Appena varcai la porta d'ingresso trovai davanti a me uno spazio meraviglioso: era pieno di poltrone di velluto rosso, il pavimento era di marmo così come le statue al suo interno.

Per finire, appeso all'altissimo soffitto, si trovava un grosso lampadario di cristallo.

Ben presto si avvicinò a noi l'amico di mio padre che ci aveva invitato a partecipare.

Quella noiosissima conferenza parlava delle azioni che le persone racchiuse in quella sala avevano a Wall Street.

Tra questi vi era anche mio padre.

Naturalmente non ascoltai nulla di ciò che venne detto.

La tortura finì dopo circa due ore, così chiesi a mio padre se potevo andare a Central Park. Rispose di sì.

Camminai per circa un quarto d'ora.

Arrivai.

Adoravo quel luogo, per me era il paradiso; ero andato moltissime volte lì, per correre o semplicemente per leggere un libro all'ombra di un albero.

Quel luogo era l'unica cosa che amavo della mia città.

Mi misi seduto su una panchina di fronte ad un piccolo laghetto per riflettere; propri davanti a me si trovava una "coppietta" che si baciava e si giurava amore eterno...

Tutto ciò mi portò inevitabilmente a pensare quanto fosse penosa la mia vita.

Non avevo una ragazza, o meglio ne avevo avute altre che però non erano realmente interessate a me...

Mi odiavo per questo.

Perché nessuna ragazza mi voleva?.

Perché non riuscivo a socializzare con nessuno tranne che con me stesso?.

Sono sempre stato così, fin da bambino.

Perfino quando ero piccolo non riuscivo a legare con nessuno.

Ora ancor meno.

Odio i miei compagni di classe, sono solo bravi a criticare quei bastardi...

Per fortuna tra poco finirò la scuola e allora, forse, qualcosa cambierà.

Chissà se anche loro mi considerano un errore...

Venni riportato alla realtà da un leggero picchiettio sulla spalla, mi voltai ed era una ragazza.

Che i miei sogni si stessero per avverare?

Buongiorno a tutti!.
Ecco il terzo capitolo.
I lettori stanno aumentando e questo mi fa molto piacere. Scusatemi se non ho aggiornato ieri ma ero molto impegnato. Beh, vi ringrazio ancora e spero che commenterete in molti e che mi seguirete in tanti.
Spero passerete una buona giornata!☀️

Maledetta Vita. #Wattys2016                              |IN PAUSA & REVISIONE|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora