Capitolo XXI.

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'Aveva la tenerezza goffa di chi non è mai stato amato e deve improvvisare.'
-Isabelle Allende-

La notte era giunta.

Sarei partito presto.

'Tra poco partirò' le dissi.

'Io non verrò' rispose.

'Forse sarà un bene' le dissi guardandola negli occhi.

'Va via.

Adesso' mi ordinò.

Era voltata di spalle.

Non aveva neanche il coraggio di guardarmi andare via, perché sapeva bene che la colpa di ciò che stava accadendo era solamente sua.

Presi le valigie e chiusi violentemente la porta della nostra camera.

'Arrivederci' dissi al facchino.

Uscito dall'Imperial chiamai un taxi che mi avrebbe condotto all'aeroporto.

Arrivai e, salito sull'aereo, mi addormentai profondamente.

Nove ore dopo...

Nonostante fosse quasi terminata l'estate, l'aria di New York era ancora mite.

'Papà, sono arrivato.

'Vienimi a prendere' gli dissi al telefono.

Arrivò poco dopo.

'Mi sei mancato tanto.

Sono contento che tu sia qui' disse mio padre dopo che ero entrato in macchina.

'Anche voi' risposi io.

'Come mai Violet non è qui con te?' chiese.

'È voluta restare a Vienna, insieme a Robert, un suo amico d'infanzia'.

Non doveva fare troppe domande.

Ero adirato e non volevo litigare con lui.

'Cosa sta succedendo tra voi?' mi chiese preoccupato.

'Lo vuoi sapere?.

Tutto va a rotoli.

La sto perdendo'.

'E come ti senti'.

'Vuoto.

Non sento più niente'.

Il viaggio verso casa trascorse nel più totale silenzio.

Cos'ero?.

Non lo sapevo più neanche io.

Buongiorno a tutti!.
Ecco il ventunesimo capitolo. Spero vi piaccia.
Commentate e votate in tanti.
A mercoledì.
Spero passerete una buona giornata!☀️

Maledetta Vita. #Wattys2016                              |IN PAUSA & REVISIONE|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora